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Valigie con resti umani: un cadavere è di Shpetim​ Pasho, le impronte coincidono

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Il giallo Il giallo © carabinieri
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Uno dei cadaveri ritrovati fatti a pezzi e messi in tre valigie poi gettate in un campo tra il carcere di Sollicciano e la superstrada Fi-Pi-Li, sarebbe proprio di Shpetim Pasho, l'uomo scomparso con la moglie nel 2015 dalla loro casa di Scandicci.

I carabinieri fanno sapere che "dalla prima comparazione effettuata dalla Sezione Impronte del Reparto Investigazione Scientifiche di Roma, tutti i punti rilevabili sull'impronta di un dito di una mano del cadavere di sesso maschile corrispondono alle impronte dattiloscopiche di PASHO Shpetim".

Shpetim Pasho, all'epoca della scomparsa 59enne, è l'uomo ritrovato cadavere nelle due valigie rinvenute il 10 e 11 dicembre nei campi tra il carcere di Sollicciano e la 429.

I coniugi, tornati in Toscana da appena un mese, nell'ottobre 2015 avevano trovato una sistemazione a Scandicci (Firenze): un altro dei loro tre figli, Taulant, era infatti detenuto nel carcere fiorentino di Sollicciano e così pensavano di stargli vicino. Il 2 novembre 2015 la figlia Dorina, che abitava a Castelfiorentino, dove risiede tuttora, ricevette una telefonata da un numero anonimo in cui la madre le diceva di non voler rispondere a nessuno. Da allora, nessuna notizia. Pochi mesi dopo, Dorina si rivolse anche alla trasmissione tv "Chi l'ha visto?" di Rai 3 per chiedere aiuto a ritrovare i genitori. I due coniugi avevano anche parlato di andare in Germania ma i riscontri non hanno mai dato esito.

Dopo la scarcerazione, Taulant nel 2016 fu arrestato di nuovo e portato a Sollicciano, perchè nel suo garage furono trovati oltre 6 kg e mezzo di marijuana. Una volta messo agli arresti domiciliari Taulant si rese irreperibile e da allora risulta latitante.


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