I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza e i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Firenze hanno dato esecuzione a un’ordinanza, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari dott.ssa Angela Fantechi, su richiesta del Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Firenze dott.ssa Christine Von Borries, con cui viene applicata la misura dell’obbligo di dimora nel comune di residenza/domicilio, il divieto di espatrio e l’obbligo di presentarsi giornalmente alla polizia giudiziaria nei confronti di tre persone per una ipotesi di associazione a delinquere a carattere transnazionale finalizzata al contrabbando aggravato di orologi di pregio.
Secondo quanto riporta il quotidiano La Nazione si tratta di P. F. di Barberino del Mugello, M. C. del capoluogo e P. C. commerciante.
Le attività investigative, condotte per circa due anni in perfetta sinergia tra il 1° Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza e la Sezione Operativa Territoriale dell’Agenzia delle Dogane dell’aeroporto “A. Vespucci” di Firenze-Peretola, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Firenze, sono nate a seguito del rinvenimento di due orologi di elevato valore tra gli effetti personali di uno dei cittadini in partenza per gli Stati Uniti.
Dagli accertamenti svolti nell’immediato, gli orologi risultavano essere già stati ceduti a una società di Hong Kong, in regime di non imponibilità IVA in quanto diretti all’esportazione. Rinvenuti sul territorio nazionale, venivano sottoposti a sequestro per l’ipotesi di contrabbando.
Dal successivo sviluppo dell’indagine, è emerso che le società di Hong Kong, riconducibili al cittadino fermato all’aeroporto e a un altro dei due, con l’ausilio del terzo, negli ultimi sei anni avevano acquistato numerosi orologi, per un valore complessivo di oltre 50 milioni di euro, da diversi negozi situati in diverse provincie italiane, ceduti poi direttamente sul territorio nazionale, in alcuni casi a seguito di rilevanti pagamenti in contanti.
L’attività, che il Giudice ha definito esser stata svolta “in modo professionale con organizzazione di mezzi e conoscenze”, vedeva effettivamente il transito della merce in un punto franco a Ginevra, ove un collaboratore di una ditta di spedizioni restituiva gli orologi ai componenti dell’associazione mentre le scatole proseguivano vuote il loro viaggio verso la Cina, per poi rientrare successivamente in Italia.
Nel corso delle indagini, sono state effettuate diverse perquisizioni a seguito delle quali sono stati sequestrati 86 orologi di pregio per l’ipotesi di contrabbando, per un valore complessivo di circa 1 milione di euro, e sono state contestate una ventina di violazioni alla normativa valutaria per pagamenti in contanti sopra la soglia prevista dalla normativa anti-riciclaggio, con elevazione di sanzioni che nella misura intera oltrepassano gli 800.000 euro.