Serata bagnata serata fortunata direbbe un vecchio adagio. E così è stata anche per aa grande disfida fra i 10 moschettieri per Firenze organizzata da La Nazione ieri sera al Palacongressi di Firenze.
Di fatto l'ultimo confronto pubblico (i candidati si ritroveranno domani 1 giugno nella Sala Capitolare di Santo Spirito per parlare solo di sicurezza coi comitati dei cittadini ma alla spicciolata) è andato in scena con la partenza ritardata dal nubifragio che ha colpito la città proprio poco prima dell'avvio del dibattito.
Forse per questo in molti forse hanno preferito rimanere a casa all'asciutto e seguire l'evento in diretta streaming piuttosto che docciarsi per andare in piazza Adua.
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La platea era comunque numerosa nonostante tutto e sedeva dietro i posti riservati alla clacque dei dieci candidati sindaci, disposti come le curve dello stadio.
Andrea Asciuti, Alessandro De Giuli, Ceciia Del Re, Sara Funaro, Francesca Marrazza, Lorenzo masi, Dmitrji Palagi, Stefania Saccardi, Eike Schmidt e Francesco Zini sono entrati in scena chiamati davanti al loro leggio trasparente uno ad uno in rigoroso ordine alfabetico dalla direttrice de la Nazione Agnese Pini.
Tutti emozionati e tutti rigidi all'inizio quando il ghiaccio si è sciolto dopo l'estrazione a sorte su chi doveva partire.
ILe domande a cui tutti hanno risposto erano su: sicurezza, parco delle Cascine, commercio in crisi a Firenze, turismo e overturismo, casa affitti insostenibili in città, stadio Franchi e Padovani, Tav e aeroporto, Tramvia, base Nato a Firenze, con quale altro candidato andresti in vacanza e con chi nn ci andrebbe.
Non andremo nei dettagli anche perché i cori da stadio, sia pro che contro ai vari candidati, hanno impedto persino ai cronisti, pur se seduti in prima fila di ascoltare le risposte che dovevano essere concentrate in un solo minuto.
Così per riassumere allora abbiamo fatto la nostra pagellona.
IL PAGELLONE
Andrea Asciuti
Avanti come un treno sui suoi temi, quelli con cui da cinque anni combatte, spesso come un novello Don Chisciotte in consiglio comunale.
Rispolvera i suoi grandi temi: il fiorino cambiato alla pari con l'euro a Firenze che accenderebbe l'economia locale ma accende anche l'ilarità del pubblico ignaro che le teorie dell'economista Giacinto Auriti - sottolinea puntualmente Asciuti - erano apprezzati da tanti grilini e da tanti di destra e sinistra; ribadisce il suo nazionalismo e i valori non negoziabii come la famiglia. E per chi non l'avesse notata fa vedere bene la magietta che indossa rappresentate a suo dire la pace: una stretta di mano fra Putiin e Trump.
Coerente. Voto: 7
Alessandro De Giuli
Risponde non rispondendo alla domanda sulla sicurezza citando Gaza per strizzare l'occhiolino e attirarsi gli applausi da una parte della sala.
Per il resto è fumoso e dice praticamente no a tutto e a tutti.
Infine cancella quello (poco) che di buono aveva detto con uno schizzo di sterco approfittando dell'appello al voto per accomunare la tragica e recente morte di Massimiliano Pescini con le vaccinazioni da covid 19. Solo buh e gridi di vergogna.
Imbarazzante. Voto: 0
Ceciia Del Re
Preparata, attenta, concentrata e pungente appena può sospinta da una clacque molto rumorosa. Si autocita più volte per sottolineare ciò che di buonno ha fatto da spuer Assessora e per prendere la sua distanza da Nardella ancor prima di essere cacciata dalla Giunta. In cerca di rivalsa e discontinuità.
Chiude brillantemente quando afferma di voler andare in vacanza con Sara Funaro su un'isola di plastica ma mai con Masi perché a lei non piacciono i last minute
Ambiziosa: Voto 7
Sara Funaro
Emozionata, contrita e controllata. Subisce un nutrito gruppetto avverso di No Nato e Pro Palestina che spesso la interrompe non permettendoli di esprimersi come vorrebbe, ma da signora abituata a non alzare mai i toni sceglie di non replicare accettando ciò che ne consegue. Soffre ma incassa da buona boxeur.
La responsabilità di dover vincere e la paura del ballottaggio però sono molte e tenta di pungere, ma lo fa con un pizzico di nervosismo di troppo, contro la ex collega di giunta Del Re.
Col freno a mano tirato: Voto 6
Francesca Marrazza
La regina indiscussa della serata. Si prende la scena e se la prende benissimo come fosse una consumata regina dei palcoscenici. Parla di pancia, come la gente vuole.
Diretta, ficcante, sarcastica e senza quel politichese fastidioso e con molto linguaggio da bar.
Non risparmia nessuno, specie quelli che hanno governato finora e si accorgono solo in campagna elettorale dei problemi della città.
Salva solo Palagi, ma solo perché con lui condivide la passione per il Negroni e nell'appello chiude alla grande definendosi il David, simbolo di Firenze, contro Golia.
Straripante: Voto: 9
Lorenzo Masi
Sottotono e monocorde non solo nella voce. Che è un fans della Marrazza era cosa nota a chi frequenta Campo di Marte da ieri sera lo è noto a tutta Firenze.
Non punge, non dice e pare avere poche idee e confuse.
Cerca di arrampicarsi sugli specchi per rassicurare i grillini puri di una sua distanza dal Pd quando è noto a tutti che fino all'ultimo minuto ha strizzato l'occhiolino Funaro (i maligni dicono in cambio di un posto in Giunta) da cui oggi vuole prender distanza.
Il punto più basso dei pentastellati a Firenze con rischio concreto di rimanere fuori dal Salone dei Duecento.
Dimesso: Voto: 4
Dmitrji Palagi
Idee chiare e ben espresse. Concrete secondo la sua linea politica e programmatica e assolutamente in linea col suo trascorso in salone dei Duecento e sui temi c'è.
Preparato e quasi al limite della perfezione dialettica, ma anche nella gestione del minutaggio messo a disposizione.
Parla degli ultimi e delle diseguaglianze sociali e del lavoro. E' concreto e da signore non approfitta della cordata tiratali (male) dalla clacque pro Palestina e accetta il cartellino giallo donato da Schmidt e la proposta di un Negroni con la Marrazza.
Il primo della classe. Voto: 8
Stefania Saccardi
Sorniona, rassicurante e sorridente scruta e studia gli avversari e il pubblico con la sicurezza manifesta ma non manifestata di chi sa il fatto suo.
Del resto nel gruppone di 10 moschettieri che tentano la scalata a Palazzo Vecchio è ineccepibile che sia la più preparata e la più pronta per sedere nella sala di Clemente VII.
Usa la grandezza come i saggi ovvero senza la necessità di rimarcarlo.
Non polemizzare mai e si concentra sulla concretezza in ogni risposta. Pare che con Schmidt stia nascendo un feeling e non solo perché andrebbe con lui all'Oktoberfest.
La sicurezza: Voto: 8
Eike Schmidt
Lo spilungone tedesco non è perfettamente a suo agio davanti a quest'arena che pare ricordare quella di Atene della Fiorentina della sera prima.
Forse non lo è nemmeno nello stare accanto ai compagni d'avventura anche perché certe schermaglie e certi toni non gli appartengono come cultura e come stile.
Non è politico e si vede e si sente, per fortuna dicono alcuni.
Il minuto secco nelle risposte lo penalizza perché, complice la lingua e uno stile riflessivo è abituato a parlare anche con le pause. Alla fine si apre ed è concreto puntuaizzando sulla tramvia e da gran signore regala il suo cartellino giallo a Palagi col sorriso da gattone sornione che sottolinea che lui non nè ha bisogno.
Alieno. Voto: 6
Francesco Zini
Il professore di filosofia fa il suo mestiere. Ripete ampliando le domande con riferimenti personali, ma non propone e non fa capire.
Impalpabile nei temi e negli argomenti non dice ma lascia immaginare, filosofeggia e ruffianeggia cercando applausi citando Orso "partigiano morto per salvare le donne dal velo" ma ottiene solo qualche fischio perché lo dice fuori tema ma solo dopo aver compreso che babbo Orsetti è il capofila del rumoroso gruppo No Nato e Si Palestina.
Dietro a noi in platea uuno spettatore ad ogni suo intervento replica "e quindi?" e forse ha ragione lui. Brilla solo per orgoglio regionale quando dice che l'isola d'Elba è bellissima e ci porterebbe con se Cecilia Del Re vecchia amica che però strabuzza gli occhi
Impalpabile: s.v.