6 agosto '45: l'atomica su Hiroshima. Mai più © n.c.
Oggi, 6 agosto, è un anniversario allo stesso tempo triste e molto speciale, ossia quello del giorno in cui fu sganciata la bomba su Hiroshima. Anche OK!Mugello vuole partecipare rilanciando la foto di un nostro lettore (che posa davanti ad uno dei luoghi simbolo della città con la maglia di Senzatomica) e la Dichiarazione di Pace che fu pronunciata lo scorso anno dal sindaco della città giapponese:
Nella nostra città, avevamo il calore della vita familiare, i legami umani profondi della comunità, i festival che annunciavano ogni stagione, la cultura tradizionale, gli edifici e la cultura che tramandavano la storia, così come i corsi dei fiumi lungo i quali i bambini giocavano. Alle 08:15 del 6 agosto 1945, tutto questo è stato distrutto da una bomba atomica. Sotto il fungo atomico, una madre con il suo bambino carbonizzati si abbracciavano, innumerevoli cadaveri galleggiavano nei fiumi, e gli edifici rasi al suolo. Decine di migliaia di persone sono state bruciate in quelle fiamme. Entro la fine dello stesso anno, 140.000 vite insostituibili sono state prese, in quel numero erano compresi coreani, cinesi, sud-est asiatici e prigionieri di guerra americani. Coloro che sono riusciti a sopravvivere, hanno avuto vite grottescamente distorte e sono stati lasciati a soffrire con gravi problemi fisici ed emotivi postumi, il tutto aggravato da discriminazioni e pregiudizi. I bambini rubavano o combattevano quotidianamente per sopravvivere. Un giovane ragazzo è stato reso orfano dalla bomba A e ancora vive da solo; una moglie è stata costretta a divorziare quando si è scoperto che era esposta alla radiazioni. La sofferenza continua. “Madotekure!” Questo è il grido del cuore spezzato degli hibakusha che vogliono riportare a come erano Hiroshima, la loro città natale, le loro famiglie, le loro menti e i loro corpi. Cento anni dopo l’apertura dell’Hiroshima Prefectural Exhibition Hall e 70 anni dopo il bombardamento atomico, l’A-bomb Dome continua ancora a guardare su Hiroshima. Di fronte a questa testimonianza di storia, vorrei che tutti noi, ancora una volta, ci rendessimo conto di cosa esattamente la bomba atomica ha fatto e abbracciassimo pienamente lo spirito degli hibakusha. Nel frattempo, nel mondo ci sono ancora più di 15.000 armi nucleari, e i responsabili politici degli Stati dotati di armi nucleari rimangono intrappolati in un pensiero provinciale, continuando a ripetere con parole e fatti le loro intimidazioni nucleari. Siamo a conoscenza dei molti inconvenienti e incidenti che ci hanno portato sull’orlo di una guerra nucleare e delle esplosioni nucleari. Siamo anche preoccupati per il terrorismo nucleare. Finché esistono le armi nucleari, chiunque potrebbe diventare un hibakusha, in qualsiasi momento. Se ciò accade, il danno arriverà ovunque, indiscriminatamente, oltre i confini nazionali. Popoli del mondo, per favore ascoltate attentamente le parole degli “hibakusha” e, incidendo nella profondità delle vostre vite lo spirito di Hiroshima, abbiate a cuore il problema nucleare come vostro. Una donna che aveva 16 anni quando esplose la bomba dichiara “Il fatto di ampliare sempre di più l’ampia cerchia di armonia a partire dai vostri familiari, amici e vicini di casa è direttamente connesso alla pace nel mondo. Empatia, gentilezza, solidarietà, questi sono concetti non soltanto intellettuali; dobbiamo sentirli nelle nostre ossa”. Un uomo che aveva 12 anni sottolinea, “La guerra significa tragedia sia per gli adulti che per i bambini. Empatia, attenzione, affetto per gli altri e per sé stessi, è da questo che deriva la pace”. Questi messaggi strazianti, forgiati nel culmine della sofferenza e del dolore, trascendono l’odio e il rifiuto. Il loro spirito è la generosità e l’amore per l’umanità; il loro obiettivo è il futuro dell’umanità. In quanto esseri umani trascendiamo le differenze di nazionalità, razza, religione, lingua per vivere la nostra unica vita insieme sul pianeta che condividiamo. Per coesistere dobbiamo abolire il male assoluto e la disumanità estrema che rappresentano le armi nucleari. Ora è il momento di iniziare ad agire. I giovani hanno già iniziato presentando petizioni, pubblicando messaggi, organizzando manifestazioni e lanciandosi in svariate iniziative. Lavoriamo insieme per costruire un enorme movimento. In questa tappa fondamentale che rappresenta il 70° anniversario, l’età media degli hibakusha è ormai superiore agli 80 anni. La città di Hiroshima lavorerà ancora più intensamente per preservare la storia del bombardamento, diffonderla nel mondo, e trasmetterla alle generazioni future. Allo stesso tempo, in qualità di presidente di Mayors for Peace, che vanta più di 6.700 città associate, mi impegno affinché Hiroshima agisca con determinazione, facendo tutto quanto possibile per accelerare in ambito internazionale i negoziati per una convenzione e abolizione delle armi nucleari entro il 2020. Non è forse proprio il ruolo dei politici quello di perseguire la felicità per la gente basata sulla generosità e sull’amore per l’umanità? I politici si devono riunire instancabilmente per parlare, questo è il primo passo verso l’abolizione delle armi nucleari. Il passo successivo è quello di creare, attraverso la fiducia conquistata in questo modo, sistemi di sicurezza ampiamente versatili che non dipendano dalla forza militare. Lavorare con pazienza e perseveranza per raggiungere tali sistemi sarà di vitale importanza, e richiederà che promuoviamo in tutto il mondo la via per la vera pace come espressa dal pacifismo della Costituzione giapponese. Il vertice che si terrà in Giappone a Ise-Shima l’anno prossimo e la riunione dei ministri degli esteri che si terrà a Hiroshima prima di tale vertice, sono ottime opportunità per consegnare un messaggio per l’abolizione delle armi nucleari. Invitiamo il presidente Obama e altri politici, a venire nelle città bombardate dall’atomica, ad ascoltare gli hibakusha con le proprie orecchie e a vedere con i propri occhi la realtà dei bombardamenti atomici. Sicuramente, questo li motiverà oltremodo a iniziare a discutere un quadro giuridico, inclusa una convenzione, per l’abolizione armi nucleari. Chiediamo al governo giapponese – nel suo ruolo di ponte tra gli Stati dotati di armi nucleari e Stati senza armi nucleari – di guidare tutti gli Stati verso queste discussioni, e offriamo Hiroshima come sede per questi dialoghi e questa sensibilizzazione. Inoltre, chiediamo che ci sia maggiore compassione per i nostri anziani hibakusha e per tanti altri che oggi continuano a soffrire a causa degli effetti delle radiazioni, espressa attraverso misure di grande sostegno. In particolare, chiediamo l’espansione delle Black Rain Areas (lett. aree della pioggia nera). Offrendo ai nostri cari vittime della bomba A le più sentite preghiere affinché riposino in pace, esprimiamo così la nostra gratitudine agli hibakusha a tutti i nostri predecessori che hanno lavorato così duramente per tutta la vita per ricostruire Hiroshima e per abolire le armi nucleari. Infine, ci appelliamo alla gente di tutto il mondo: rinnovate la vostra determinazione. Lavoriamo insieme con tutte le nostre forze per l’abolizione delle armi nucleari e per la realizzazione di una pace duratura nel mondo. MATSUI Kazumi Sindaco della Città di Hiroshima