Vicchio propal © okm
L’iniziativa del Sindaco di Vicchio, Francesco Tagliaferri (PD), di issare la bandiera palestinese sull’albero di Natale in Piazza Giotto ha acceso una nuova e significativa polemica interna al Partito Democratico. Un gesto simbolico, ribattezzato Albero ProPal, che nel Mugello ha generato riflessioni ma che, a livello politico, ha avuto l’effetto di rilanciare un dibattito già incandescente.
Il tema si intreccia infatti con il caso dell’onorificenza a Francesca Albanese, relatrice ONU per la Palestina, ritirata dal Consiglio comunale di Firenze ma approvata a Vicchio. Una dinamica che contribuisce a mostrare un PD attraversato da tensioni profonde, come riportato anche da La Nazione.
L’onorificenza Albanese: Firenze si ritira, Vicchio approva
Tagliaferri ha presentato in Consiglio comunale la proposta di conferire la cittadinanza onoraria a Francesca Albanese, iniziativa che aveva già generato forti polemiche a Firenze. Nel capoluogo, la mozione analoga è stata infatti ritirata, a causa del clima teso e del dibattito particolarmente acceso sulla figura della relatrice ONU.
La scelta di Vicchio rappresenta quindi una controtendenza evidente rispetto alla prudenza fiorentina e riflette posizionamenti sensibilmente differenti dentro lo stesso partito.
L’attacco frontale ai “sionisti nel PD”
Il livello dello scontro si è ulteriormente innalzato quando Tagliaferri ha pubblicato sui social una critica molto dura verso undici senatori dem che hanno presentato un disegno di legge relativo alle definizioni di antisemitismo.
Secondo il Sindaco, quella proposta rappresenterebbe
“l’ennesima strategia sionista interna al PD”, volta a confondere critica politica e odio razziale.
Tagliaferri ha accusato i senatori di rischiare di equiparare antisemitismo e antisionismo, riducendo al silenzio — a suo dire — milioni di cittadini che denunciano “uno Stato coloniale illegale” e pratiche di apartheid e occupazione.
La richiesta a Schlein: “Non possiamo stare nello stesso partito”
Il Sindaco ha poi sollecitato un intervento diretto della Segretaria Elly Schlein, arrivando a dichiararsi disponibile a “accompagnare alla porta” quella parte del partito con cui ritiene impossibile convivere politicamente.
“Il Partito Democratico decida chi vuole rappresentare e agisca di conseguenza. [...] Se non te la senti di assumerti la responsabilità, mi offro personalmente di farlo. Senza ripensamenti.”
Un messaggio che ha amplificato ulteriormente la discussione interna, creando un caso politico che rischia di andare oltre i confini locali.
Un gesto simbolico che diventa un caso politico
Nel clima già teso, l’Albero ProPal di Piazza Giotto assume un valore politico maggiore: da simbolo di solidarietà verso il popolo palestinese a segnale di un conflitto interno più profondo.
Tagliaferri porta avanti una battaglia che definisce etica e politica, ma la forte risonanza mediatica — dai social alle pagine dei quotidiani — alimenta interrogativi su un possibile desiderio di rafforzare la propria visibilità a livello metropolitano o regionale.



BandieraBianca
Buone le intenzioni molto meno il risultato: la bandiera palestinese simboleggia i califfati ommayade, abbaside e fatimide che per sei secoli hanno conquistato e occupato innumerevoli paesi del mediterraneo, opprimendo popolazioni, devastando paesi e cancellando civiltà e religioni, è simbolo della nostalgia di quando erano oppressori invece che oppressi. La vera bandiera della PACE è quella Bianca che significa "non voglio combattere" e depongo le armi, solo quella rispecchia i valori di una Costituzione che rifiuta la guerra, le altre sono solo bandiere di tifoserie contrapposte in eterno conflitto, sventolate per essere contro qualcuno e non dalla parte della vera Pace. Un banale gesto politico ricoperto col caramello natalizio per gongolarsi nella convinzione di essere i migliori e dalla parte giusta.