OK!Firenze

L'incanto della "Amerigo Vespucci". Una nave che racconta la storia e il silenzio del suo creatore

Questo servizio-intervista sull’Amerigo Vespucci, Giuseppe Zingarelli da parte di Giuseppe Maiello (registrata negli Studi...

  • 71
La nave-scuola Amerigo Vespucci La nave-scuola Amerigo Vespucci © Giuseppe Maiello
Font +:
Stampa Commenta

Dai nostri collaboratori di Foggia e di San Giovanni Rotondo, i fratelli Dario e Giuseppe Zingarelli, che nel tempo ci hanno inviato, unitamente allo scrittore Stefano Campanella, biografo del dott. Guglielmo Sanguinetti di Borgo San Lorenzo, tantissime notizie inerenti a questo grande medico che fino alle morte collaborò con Padre Pio da Pietrelcina alla realizzazione dell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, oltre ad altri servizi giornalistici di interesse nazionale (Giuseppe Zingarelli nel settore del calcio è una enciclopedia), che OkMugello ha pubblicato, con molto piacere.

Questo servizio-intervista sull’Amerigo Vespucci, Giuseppe Zingarelli da parte di Giuseppe Maiello (registrata negli Studi 9TV.com), nei giorni in cui la nostra nave viene accolta con entusiasmo in tutto il mondo, è davvero interessante con tante notizie inedite. Buona lettura.


La “Amerigo Vespucci”, nave-scuola della Marina Militare italiana, nutrice dei nostri marinai, realizzata per l'addestramento nei vari ruoli degli allievi ufficiali dell'Accademia navale di Livorno, è l'indiscusso capolavoro della tecnica e dell'architettura navale italiana di tutti i tempi. Definita all'unanimità “la nave più bella del mondo”, la prestigiosa e famosissima imbarcazione è considerata nel mondo tra le “icone sacre” d'Italia. Non ci sono più parole ed appellativi per descrivere l'imponente maestosità dell'iconico veliero, lo stupefacente spettacolo offerto dalle grandi vele issate sugli alberi maestri della nave, le armoniche ed incantevoli curvature in stile ottocentesco che la estrosa creatività dell'ingegner Francesco Rotundi, suo progettista, nato a Foggia il 10 luglio 1885, riuscì a conferire alla nave dei “sogni”. La “Ottava meraviglia del mondo”, la “Decana Ambasciatrice del pianeta”, la “Regina dei Mari”, la “Signora degli Oceani”, la “Perla d'Italia”, l'“Ambasciata galleggiante”, la “Nave senza tempo”. Il mondo si inchina alla sconfinata bellezza del veliero. Lo scorrere del tempo, paradossalmente, sembra accrescere a dismisura l'irresistibile fascino della fenomenale “opera d'arte” concepita dal “genio” di Rotundi. Come se avesse il potere di varcare magicamente i confini del tempo e dello spazio, l'ammaliante vascello rievoca antichi fasti, suggestivi eventi ed epici personaggi appartenenti alla storica e gloriosa tradizione marinara italiana. Con la consegna del vessillo ufficiale, la “Marina Militare italiana” ha inteso conferire alla prestigiosa nave-scuola la missione di “Ambasciatrice” del “Made in Italy” nel mondo. Sempre più “simbolo” dell'Italia e dell'impegno dell'Italia a tutela dei valori educativi e sociali, oggi più che mai, la nave-scuola “Vespucci”, “Ambasciatrice dell'Unesco e dell'Unicef”, è l'istituzione che meglio di qualunque altra incarna e veicola concetti universali: la pace, la democrazia, il progresso, la stabilità internazionale, la comunicazione, la libertà di navigazione, la salvaguardia dei mari e degli oceani, la cooperazione tra Stati.

Nell'intervista di Giuseppe Zingarelli al giornalista e direttore della rivista “Diomede”, Maurizio De Tullio, emerse un dato di fatto che fa molto riflettere. L'ingegner Rotundi, progettista della leggendaria imbarcazione, non viene quasi mai citato quando si parla della “Principessa dei Mari”, al punto da apparire al suo cospetto un emerito sconosciuto. Ne parliamo direttamente con Giuseppe Zingarelli, autore di quella intervista.

La “Amerigo Vespucci”, da tutti definita “la nave più bella del pianeta”. L'ingegner Francesco Rotundi, il suo progettista. La nave è sempre sotto i riflettori del mondo, ma del suo progettista non si parla mai. Perché?

Sinceramente non saprei dare una risposta. Non solo l'ingegner Rotundi non viene mai citato quando si parla dell'eccezionale veliero da lui progettato, un autentico capolavoro della ingegneria tecnica, dell'architettura navale e della scuola artigiana italiana, una meravigliosa imbarcazione alla quale tutti si inchinano per la sua straripante magnificenza, ma ciò che ancor più mi stupisce è che mai è stato detto che l'ingegnere foggiano fu anche uno dei più grandi progettisti navali al mondo. La sua carriera professionale, tra l'altro, fu particolarmente ricca di incarichi prestigiosi. Francamente è un silenzio incomprensibile. La grande passione dell'ingegner Rotundi per le navi e per la marineria nacque a Manfredonia, nota città balneare in provincia di Foggia, fondata verso la metà del duecento dal figlio di Federico II di Svevia, Manfredi, distante circa 40 chilometri dal capoluogo dauno. Un giorno i professori dell'istituto tecnico “Giannone” di Foggia, l'istituto che all'epoca il piccolo Francesco frequentava, decisero di organizzare una gita scolastica nella località turistica sita ai piedi del Gargano, portando così la scolaresca a visitare alcune navi da guerra ancorate nel porto. Il futuro ingegnere rimase “folgorato” dalla accattivante bellezza di quelle navi al punto che da quel giorno le navi entrarono nella sua vita e divennero la sua passione, ispirandogli quella che sarebbe poi diventata la sua futura professione. Da quel giorno, complice anche la presenza in famiglia di un suo zio ingegnere, Rotundi, studente modello, decise di diventare un ingegnere navale. Così avvenne. Al “Giannone” di Foggia conseguì il diploma di maturità. In seguito si trasferì a Genova iscrivendosi alla Scuola Navale Superiore del capoluogo ligure e qui, nella città natale del più grande navigatore della storia, Cristoforo Colombo, conseguì la laurea in ingegneria navale ottenendo il massimo dei voti. Successivamente entrò in Marina con il grado di Tenente del “Genio Navale”. La sua prima destinazione fu Venezia. Nella storica “Serenissima”, la città dei Dogi, la città di Marco Polo, la porta dell'Europa verso l'Oriente, Rotundi iniziò ad espletare importanti incarichi professionali. Fu anche Vice-Comandante dei Cantieri Navali di Castellammare di Stabia. Nel 1928, la creatività progettuale dell'ingegnere foggiano concepì, prima ancora della nave “Vespucci”, la nave-scuola “Cristoforo Colombo” ed in seguito, con incredibile originalità, ritrasformò quattro grandi corazzate italiane, la “Caio Duilio”, la “Giulio Cesare”, la “Cavour” e l' “Andrea Doria”, restituendole alla efficienza della nostra Marina Militare dotate di ingegnosi accorgimenti tecnici. Le quattro navi, infatti, furono straordinariamente riammodernate e messe in condizioni di competere con navi di gran lunga più moderne realizzate da altre Marine Militari straniere.

In sua avviso, come si potrebbe colmare questo gap?

Quando si parla della “Amerigo Vespucci” emerge un impressionante, inspiegabile, sconvolgente ed ingiustificabile silenzio riguardo alla figura del suo progettista. A mio avviso la strada da percorrere per rendere il giusto merito alla geniale figura di Rotundi è quella di promuovere la conoscenza delle eccezionali progettualità da lui sviluppate nel corso della sua brillante carriera professionale. In occasione dell'80esimo anniversario della sua scomparsa, avvenuta a Roma il 25 ottobre 1945, la Città di Foggia si sta preparando ad omaggiare la memoria del suo illustre concittadino attraverso molteplici iniziative. Tra queste, quella di organizzare con la collaborazione ed il supporto del Ministero della Marina Mercantile, del Ministero della Difesa e del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, un grande convegno che, anche in Italia, celebri la figura del grande progettista che Rotundi di fatto è stato. Quando alla fine di settembre dello scorso anno intervistai il giornalista Maurizio De Tullio, questi non mi nascose il suo grande sogno, cioè quello di riuscire a portare la nave-scuola “Vespucci” nel porto di Manfredonia. Quella famosa gita scolastica a Manfredonia fu l'inizio di tutto.

Il famosissimo veliero sprizza arte nei minimi dettagli. Le rifiniture di notevole pregio impreziosiscono la superba magnificenza esterna della nave, esaltando al contempo la straordinaria bellezza degli ambienti interni.

È vero. Parliamo di un capolavoro dell'ingegneria e dell'architettura navale che non ha confronti, né precedenti, ma è altrettanto vero che la nave esalta in modo superbo anche la tradizione della scuola artigiana italiana, una tradizione che riflette la professionalità di eccellenti maestri artigiani del nostro Paese. La nave è il frutto di una progettazione eccezionale. Siamo al cospetto di un'opera d'arte che, in tutti i sensi, non ha precedenti nella storia. Una “scultura” galleggiante senza tempo, irripetibile, ineguagliabile, unica. Ogni particolare del “Vespucci” esprime e riflette la tecnica, l'arte, la cultura e la secolare storia della tradizione marinara italiana. Rotundi, come si suol dire, non ha lasciato davvero nulla al caso. Non dimentichiamo che nella “Sala Consiglio” della Unità-Militare “Vespucci” posta nella parte poppiera riservata al Comandante sono stati ricevuti anche Capi di Stato e di Governo che a bordo dell'imbarcazione hanno discusso di rilevanti questioni politiche, firmando anche trattati diplomatici importanti. Ogni volta che la “Stella Maris” italiana solca mari e oceani è seguita dagli “occhi” del mondo, affascinati dal suo stile, dalle sua classe, dalle sue “mitiche” ed eleganti forme, dalle sue straordinarie ed ammiccanti architetture curvilinee ottocentesche. Lo so bene. Il rischio di essere banale e ripetitivo è notevole. Ma è un rischio che voglio correre, ricordando ancora una volta che il “Vespucci” non è frutto di una progettazione improvvisata ed impulsiva. Il veliero è nato grazie a Rotundi, uno dei più geniali progettisti navali al mondo. Lo ripeto. Rotundi è stato uno dei più grandi progettisti navali in Italia e nel mondo. È lui il “papà” della nave. La “mamma” è la Città di Castellammare di Stabia. Il famoso veliero, infatti, venne realizzato nei “Regi Cantieri Navali” di Castellammare di Stabia e varato il 22 febbraio 1931.

Oggi la nave “Vespucci” è una bellissima signora di 93 anni.

Sì, una splendida signora classe 1931. Ha quasi un secolo, 93 anni portati con classe e “charme”. Spesso si afferma che l'Italia è un Paese di santi, poeti e navigatori. Verissimo. Il nostro è un Paese che nei secoli ha espresso santi, poeti e illustri navigatori. Due stratosferici navigatori, me lo consenta, su tutti: Cristoforo Colombo e Amerigo Vespucci. La nave-scuola è stata battezzata all'anagrafe con il nome del famoso esploratore e navigatore fiorentino. Tra l'altro Colombo e Vespucci si conobbero di persona. La storia italiana annovera altri straordinari talenti. Nomi illustri che hanno reso celebre e portato sulle vette del mondo lo stile, l'arte, la letteratura, l'ingegno, l'architettura e la cultura del nostro Paese. Quattro nomi balzano subito alla mia mente. Penso a Leonardo da Vinci, Dante Alighieri, Michelangelo Buonarroti e Andrea Palladio. Il capolavoro di Leonardo da Vinci, “La Gioconda”, chi non lo conosce? La sua fama varca ogni confine. “La Divina Commedia” di Dante Alighieri? Famosissima in tutto il mondo. La “Cappella Sistina” dipinta da Michelangelo Buonarroti, come del resto la stessa “Pietà” realizzata dal Buonarroti, a chi non sono note? Famosissime ovunque. Le opere di architettura realizzate da Andrea Palladio, le sue celebri ville, la Villa “Almerico Capra” vicino Vicenza, oppure la “Basilica Palladiana” sita in pieno centro a Vicenza, chi non le conosce? Sono conosciutissime nel mondo. La “Amerigo Vespucci”, la nave per antonomasia, è la nave più bella del mondo. Tutti hanno sentito parlare del veliero, tutti la ammirano. Quando si parla della “Gioconda”, della “Divina Commedia”, della “Cappella Sistina”, della “Pietà”, delle “Ville palladiane”, inevitabilmente si parla del genio di Leonardo da Vinci, di Dante Alighieri, di Michelangelo Buonarroti, di Andrea Palladio. È normale e doveroso che sia così. Un capolavoro è imprescindibilmente legato alla genialità dell'artista, o del letterato, o del tecnico che lo ha concepito. L'opera ed il suo autore sono un tutt'uno, sono una cosa sola. Ed allora perché quando si parla della nave-scuola “Vespucci” non si parla mai del suo progettista e della sua città di origine, Foggia? Forse perché Rotundi non è nato a Roma, Milano, Venezia o Firenze? Mi creda, spesso non riesco a spiegarmelo. Come si potrebbe parlare della “Gioconda” senza parlare del “genio” senza tempo di Leonardo da Vinci? Come si potrebbe parlare della “Divina Commedia” senza citare Dante Alighieri, “Sommo Poeta” di Firenze? Come si potrebbe parlare della “Cappella Sistina” o della “Pietà” senza parlare di Michelangelo Buonarroti? Come si potrebbe parlare delle famose Ville palladiane e del loro inimitabile stile architettonico senza ricordare l'architetto Andrea Palladio? Ho evidenziato in precedenza che l'Italia è un popolo di santi, poeti e navigatori. Aggiungo e mi chiedo, parlando di santi, si potrebbe forse parlare della Città di Assisi senza ricordare San Francesco? O di Padova, senza citare Sant'Antonio? Si potrebbe forse parlare dell'ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza” o di San Giovanni Rotondo senza parlare di Padre Pio da Pietrelcina? Non credo sia possibile incorrere in simili mancanze. Ed allora perché, come se nulla fosse, da sempre si parla della nave “Amerigo Vespucci” senza mai citare il nome dell'ingegner Rotundi e della città che gli ha dato i natali, Foggia? Affermo questo perché sono in moltissimi ad averlo notato. Non sono mai riuscito a spiegarmi il perché di questo inammissibile silenzio. Qualche tempo fa qualcuno mi rispose affermando che la fama raggiunta dalla “Vespucci” è tale da aver offuscato totalmente la figura del suo progettista.

E lei cosa gli ha risposto?

Che se un giorno la fama delle opere dovesse oscurare il nome di chi le ha concepite, ebbene quel giorno segnerebbe l'inizio della fine dell'umanità. La verità è che l'ingegner Rotundi ha progettato un capolavoro “immortale” ed “universale”, ma la sua figura non è affatto considerata come meriterebbe. Immaginiamo per un istante, è un'ipotesi surreale, di poter esporre la nave “Amerigo Vespucci” al “Louvre” di Parigi oppure al “British Museum” di Londra od anche alla “National Gallery” o al Museo di Arte Moderna di New York. Lei crede che l'ipotetica esposizione del “Vespucci” in questi luoghi sacri dell'arte internazionale farebbe registrare un numero inferiore di visitatori rispetto alle migliaia di visitatori provenienti da ogni Paese del mondo che ogni giorno si recano ad ammirare la “Monna Lisa” di Leonardo da Vinci e le stupende tele di Van Gogh, Rembrandt, Picasso, Tiziano o di altri famosi capolavori dipinti da altri celebri artisti esposti in questi “Templi” dell'arte mondiale? Non credo. A mio modesto avviso, la nave “Vespucci”, se fosse ipoteticamente esposta nei musei di tutto il mondo, farebbe registrare un'affluenza record di presenze, forse anche superiore alle opere citate. Semplicemente perché la “Amerigo Vespucci” è una delle più grandi opere d'arte della storia dell'umanità, è uno dei massimi “capolavori” concepiti dalla mente umana, è uno dei più grandi capolavori di tutti i tempi. Dovrebbe essere considerata “Patrimonio dell'Umanità” e chissà, forse non è lontano il giorno in cui lo diventerà.

Due città chiamate in causa. Foggia e Castellammare di Stabia. L'ingegner Rotundi, progettista e “padre” della “Amerigo Vespucci”. I Regi Cantieri Navali di Castellammare di Stabia, “madre” e culla della nave più famosa del mondo.

Precisamente. L'ingegnere foggiano Rotundi e i “Regi Cantieri di Navali” di Castellammare di Stabia. Le Città di Foggia e di Castellammare di Stabia. Due città, due comunità, unite nel nome della nave più famosa del mondo. Le origini della nave si legano saldamente al genio del suo progettista ed alla città dove venne costruita e varata. È la storia che lo afferma. La nave-scuola “Vespucci” è non soltanto “Ambasciatrice ed Ambasciata d'Italia nel mondo”, in quanto diffonde e promuove l'immagine, la storia, la cultura, le tradizioni gastronomiche, il grande prestigio del nostro Paese e del nostro “Made in Italy” nel mondo, ma è al tempo stesso un' “Ambasciatrice internazionale”, in quanto comunica al mondo “messaggi” positivi. Messaggi che educano le nuove generazione ad avere grande rispetto del mare e dell'ambiente nonché a sviluppare concretamente un grande spirito di unità e di cooperazione tra le Nazioni. La nostra prestigiosa imbarcazione è attualmente impegnata in un “Tour” internazionale che l'ha vista approdare da protagonista indiscussa nei porti di tutto il mondo. L'ultimo suo approdo, un approdo storico, è datato 3 ottobre 2024. Per la prima volta nella sua storia il “Vespucci” è giunto in Australia, nel porto di Darwin. Il rientro della nostra nave in Italia è previsto il 25 marzo 2025. In quella data arriverà nel porto di Trieste per essere festosamente accolta dalle autorità istituzionali nazionali che saluteranno il Comandante Giuseppe Lai ed il suo equipaggio di ritorno dal giro del pianeta. I “legittimi genitori” della “Amerigo Vespucci” sono l'ingegner Francesco Rotundi e i “Cantieri Navali” di Castellammare di Stabia. Ciò inorgoglisce comprensibilmente ed in modo del tutto particolare due città. La Città di Foggia e la Città di Castellammare di Stabia, i cittadini di Foggia e di Castellammare di Stabia.

Cosa propone di fare?

Ho già fatto presente al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, al Ministro della Difesa, Guido Crosetto e all'onorevole Fausta Bergamotto, Sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che quando si parla della famosissima imbarcazione non si parla mai del progettista della “Vespucci”. È una lacuna che bisogna necessariamente e doverosamente “colmare”. Il genio di Rotundi non è affatto considerato come meriterebbe. Di ciò abbiamo discusso anche con il dottor Gennaro Carotenuto, Segretario del Sindaco di Castellammare di Stabia, il dottor Luigi Vicinanza, e con la dottoressa Micaela Longo, Responsabile dell'Ufficio Stampa di Fincantieri Trieste. La nave promuove “tutto” dell'Italia. L'immagine, il prestigio, la cultura, la storia marinara, le nostre tradizioni enogastronomiche nel mondo, veicolando al tempo stesso valori e concetti importanti, di grande contenuto etico e sociale. Valori proclamati e tutelati dalla Carta Costituzione Italiana. Per omaggiare la memoria dell'ingegner Rotundi occorre diffondere la sua opera. Ritengo possa essere considerata più che legittima la richiesta volta ad ottenere per la “Amerigo Vespucci” il riconoscimento ufficiale di “Patrimonio dell'Umanità”. A mio avviso vi sono i tutti i presupposti per prospettare e legittimare anche una ulteriore richiesta.

Quale sarebbe?

Apporre all'interno della celeberrima nave-scuola gli “stemmi civici”, scolpiti in legno, delle Città di Foggia e di Castellammare di Stabia. Rotundi ed i Cantieri navali di Castellammare di Stabia sono i genitori della “Vespucci”, il “padre” e la “madre” della nave più bella del mondo e le Città di Foggia e di Castellammare di Stabia, di fatto, sono saldamente unite nel nome della “Stella degli Oceani”.

(Giuseppe Maiello)

 

Lascia un commento
stai rispondendo a