La voce non è più quella di un ragazzino, ma Paolo Nencioni ha lo stesso spirito di quando, giovanissimo, faceva parte dei gruppi della parrocchia. E’ entrato nella Misericordia dell’Antella a inizio anni Novanta e da allora non l’ha più lasciata. “Ho iniziato come donatore di sangue - racconta Nencioni - e l’amore per la Misericordia è nato proprio in quegli anni. Mi sono sposato ed è nato il mio primo figlio. Ho fatto il corso base, poi quello avanzato. A distanza di oltre 30 anni, sono donatore di sangue e soccorritore. Adesso sono governatore all’Antella e negli anni ho ricoperto diversi incarichi, tutti importanti, non ultimo quello come consigliere e dirigente nazionale, ma non mi sono ‘imborghesito’, mi sento ancora un volontario”.
Ci sono momenti che Nencioni non può dimenticare, come i tre terremoti in cui le Misericordie sono intervenute per aiutare la popolazione locale. “Ricordo il sisma dell’Aquila nel 2009 - dice Nencioni - poi quello di Modena e Carpi nel 2012. Infine Amatrice nel 2016. Ogni esperienza, se la vivi col cuore e con lo spirito di misericordia, ti segna e ti tocca. il sisma mi ha toccato in maniera forte. Quello dell’Aquila l’ho vissuto da confratello, era la mia prima esperienza. Il sisma di Modena sempre da confratello ma col bagaglio che mi portavo dietro anche se ogni sisma ha la sua storia e la sua tragicità. L’ho vissuto anche da responsabile di tutte le Misericordie che si susseguivano sul campo e ho avuto una spalla importante che mi porterò sempre nel cuore: Paolo Diani, che ci affiancò in questo percorso. Poi ho vissuto da dirigente nazionale l’esperienza del sisma di Amatrice, anche se poi ebbi modo di transitare velocemente con una squadra che operò per qualche giorno nel campo sismico. Tre esperienze che ho vissuto con responsabilità e impegni diversi. Ma esperienze uniche sono state e sono anche aver portato i tamponi anti Covid a scuola, il lavoro con le istituzioni del territorio e spiegare ai ragazzi degli istituti scolastici l’importanza della Misericordia”.
Dal 2020 Nencioni è stato eletto nel consiglio dell’Antella ed è governatore. “Ogni giorno mi rimane lo spirito che avevo da ragazzino, che mi fa andare avanti ogni giorno, perché se dovessi guardare alle difficoltà generali di oggi e alle mie personali legate all’età dovrei dire: ‘ma chi me lo fa fare’.
E invece mi spingono l'impegno per il prossimo, il bene e l’attaccamento al movimento. Oggi fare volontariato è molto più complicato di quando ho iniziato: è un mondo economicamente più povero di allora, inutile nascondercelo. A volte ci sentiamo delle Cenerentole. L’esperienza nella gestione dell’hub vaccinale poi, in piena pandemia covid, è stata dura ma necessaria. Preziosa in questo senso la collaborazione col presidente Alberto Corsinovi, col quale collaboro in qualità di Consigliere della federazione Regione Toscana. Da governatore - ricorda - è sempre un grande impegno far quadrare i conti e gestire al meglio le risorse umane che si hanno a disposizione. Faccio un esempio: all’Antella ho ereditato un importante impegno con il cimitero monumentale che ha 165 anni. Un Impegno economico gravoso che però cerchiamo di gestire al meglio. Così come ho sempre cercato di fare fin da ragazzo”.