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L'appello della Lipu per salvare il "terzo giardino"

I previsti lavori del Consorzio di bonific potrebbero compromettere l'equilibrio. : “No alla distruzione di un’area ad elevata biodiversità”

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Il terzo giardino Il terzo giardino © Street View
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Un appello firmato Lipu per evitare la distruzione della spiaggetta del Terzo giardino, l’area che va dalla pescaia di San Niccolò e il Ponte alle Grazie e salvaguardarne la biodiversità.
Lipu di Firenze  ha inviato nelle scorse settimane un documento a Consorzio di bonifica e Comune con un elenco delle specie di uccelli osservati, sarebbero ben 56, chiedendo un incontro, che al momento non c’è ancora stato.
A breve è infatti previsto intervento per la riduzione dei sedimenti sabbiosi (su indicazione e in convenzione con il Genio civile della Regione) analogamente a quanto fatto sul lungarno Vespucci, con corollario di polemiche.
“Al solito viene del tutto trascurato l’aspetto naturalistico: nel caso del deposito sabbioso sotto la pescaia di Santa Rosa esisteva, e non esiste evidentemente più, un sito di riproduzione di un raro coleottero Polyphylla fullo”, protesta la Lipu che vorrebbe evitare un nuovo caso nel giro di poche settimane. 

“Pur considerando che gli enti preposti devono rispondere alla necessità di ridurre il rischio idraulico la modalità di manutenzione della vegetazione delle sponde dovrebbe tenere conto del contesto nel quale interviene: portare a conoscenza della ricchezza di varietà che si perde intervenendo in modo massiccio può indurre a migliorare tempi e modi di intervento e toglie l’alibi del non sapevo. Tutti quanti oggi sappiamo quanto è essenziale dotarci di spazi verdi in grado di tutelare e potenziare la biodiversità in città. Negli ultimi anni infatti l'area in oggetto era stata risparmiata da interventi di sfalcio e taglio degli alberi che inevitabilmente portano a una banalizzazione dell’ecosistema e a una riduzione drastica della ricchezza specifica di biodiversità, di più  se avvengono durante il periodo di nidificazione comportano il rischio, se non la certezza, di distruzione di nidi, uova e uccisione di nidiacei”.

Negli ultimi anni, sottolinea ancora la Lipu, si è assistito a una “progressiva rinaturalizzazione spontanea di questo tratto, con colonizzazione da parte di specie vegetali ripariali sia erbacee/arbustive che arboree”, del tratto del Terzo giardino, che ha favorito l’insediamento di un numero crescente di specie animali, uccelli e non solo.
Tra questi, vengono citati a titolo esemplificativo “marangone minore, tarabusino, nitticora, sgarza ciuffetto, airone bianco maggiore, piro-piro piccolo, martin pescatore, rondine, balestruccio, stiaccino, cannareccione, passera dell’Italia e migliarino di palude; tutte specie di enorme interesse conservazionistico”.

L’area interessata non riguarda solo il Terzo giardino, ma anche  il tratto che da piazza Ferrucci arriva alla pescaia di San Niccolò dove, spiega la Lipu, è presente un dormitorio di “decine di cormorani (dormitorio) di decine di cormorani, ardeidi, (aironi e affini) e, occasionalmente, di marangone minore e una coppia nidificante di martin pescatore”.

Sul caso nei giorni scorsi erano intervenuti anche Dmitrij Palagi e Francesca Lupo (rispettivamente consigliere comunale e al Q1 per Sinistra progetto Comune) ricordando il precedente del lungarno Vespucci: 
“L’antropizzazione degli argini e del territorio urbano ha reso difficile trovare aree così ricche di biodiversità e contestualmente alla derattizzazione, il Consiglio di circoscrizione ha chiesto di tutelare queste zone, insieme alle forme di vita presenti, in molti casi tutelate dalla legge; in campagna elettorale proprio in prossimità del Consolato statunitense si è proceduto a lavori che hanno distrutto le dune, senza una parola espressa dalla coalizione che ha poi vinto le elezioni”.

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