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Asl Toscana centro. "Mamma Segreta”. Otto bambini hanno potuto usufruire di questa opportunità

Dei: "un atto che consente di avere la certezza che quel figlio avrà una sua vita, nel rispetto delle difficoltà della madre".

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Mamma segreta Mamma segreta © Jill Sauve
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Con la campagna “Non abbandonarlo parla con noi” regione.toscana.it/mammasegreta la regione Toscana si rivolge a quelle donne in gravidanza che si trovano a vivere condizioni di difficoltà psico-sociali e sono incerte rispetto al riconoscimento del proprio bambino o hanno maturato una decisione in tal senso, invitandole ad entrare in contatto con i servizi sanitari e sociali delle Aziende Sanitarie.

Dal 2022 ad oggi nei Punti Nascita dell’Azienda Usl Toscana centro (San Giovanni di Dio, Santo Stefano, San Jacopo e Santa Maria Annunziata) sono state otto le donne che hanno chiesto di poter accedere, al momento del parto, al percorso integrato di sostegno e intervento “Mamma Segreta”: una scelta sempre accompagnata dal personale socio-sanitario, ai fini della prevenzione dell’abbandono traumatico alla nascita che consente alla donna di partorire in sicurezza e garantisce la tutela del neonato che viene responsabilmente affidato dalla madre alle cure del personale ospedaliero e successivamente accolto in tempi brevi da una famiglia adottiva.

Dall’inizio di questo anno sono invece stati due i bambini (uno al Santa Maria Annunziata e l’altro al Santo Stefano) che sono stati accolti da famiglie adottive, poichè le madri, in condizione di grave difficoltà di diversa natura, avevano deciso per il non riconoscimento partorendo in anonimato.

"Per una donna il momento del parto è sempre unico e importante, il percorso mamma segreta può consentire ad ogni donna di vivere più serenamente quel momento, con la certezza che quel figlio avrà una sua vita, nel rispetto delle difficoltà della mamma" - ha commentato la dottoressa Simona Dei, Direttore Sanitario.

 “Scelta difficile e dolorosa, ma resta pur sempre un atto d'amore”, ha aggiunto il dottor Rino Agostiniani, Direttore dell’Area Pediatria Neonatologia dell’Azienda. “Tuttavia proprio grazie  Mamma Segreta quelle donne e quei bambini possono contare su un futuro per una totale presa in carico che può iniziare già nei Consultori (con interventi di aiuto nel momento della gravidanza per esempio di tipo sociale, economico e psicologico) o direttamente nei Punti Nascita, al momento di partorire. Il primo contatto è generalmente sempre con il personale ostetrico che accoglie e informa le donne, affinchè la loro scelta sia libera, consapevole e responsabile e garantiscono un parto protetto".

 Saranno le ostetriche, durante la degenza in Ospedale, a fornire anche supporto e sostegno alla donna in questo delicato momento.

 Più in generale l’ospedale, presso il quale avviene la nascita, deve  assicurare anche la piena attuazione dei diritti e dei doveri previsti dalla legislazione, sempre tramite gli operatori sanitari, sociali e quelli amministrativi, nella specificità delle loro professioni e competenze e nella interazione con le altre istituzioni coinvolte.

"Sia il personale dei servizi territoriali che ospedalieri - ha proseguito Agostiniani- è stato formato anche per avviare  il percorso con il servizio sociale sia nel caso in cui la donna voglia tenere il bambino sia se preferisca partorire in anonimato. Il progetto ha come obiettivo quello di evitare il triste fenomeno degli abbandoni dei neonati garantendo tutte le tutele previste dal caso e interventi concreti ”.

 Nel percorso è dunque fondamentale la figura dell’ostetrica, generalmente il primo professionista cui la donna si rivolge per esprimere la decisione di non tenere il bambino e che attiva gli step successivi, con il coinvolgimento dell’assistente sociale.

L'assistente sociale, rappresenta l'altra figura fondamentale che operando nei Consultori, sul territorio e negli Ospedali assicura le informazioni e le prestazioni professionali necessarie affinché le donne possano assumere con la massima responsabilizzazione e consapevolezza possibile le decisioni circa il riconoscimento o meno dei loro nati, attraverso interventi di assistenza, sostegno e accompagnamento; sempre l'assistente sociale, in ambito ospedaliero, al momento della nascita del bambino, attiva (insieme all’equipe multiprofessionale) la procedura con l’Autorità Giudiziaria competente per la sua adozione, seguendone il percorso e lo sviluppo. Nel contempo supporta e sostiene la donna che ha partorito nel suo percorso di rientro sul territorio.

 Sempre su iniziativa regionale vi è poi un servizio telefonico dedicato 055 438 3001 attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 09:00 alle 18:00.
E’ un servizio di ascolto, informazione, orientamento e sostegno psicologico presidiato una équipe di sostegno, composta da infermiere, ostetrica, medico, assistente sociale, educatore, psicologo. La donna sarà presa in carico e supportata durante tutto il percorso di maturazione della scelta di partorire in anonimato o di tenere il bambino.

 

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