Bagno a Ripoli, ritrovata la “Testa di Medusa” di Giambologna: il capolavoro rubato torna a casa © Carabinieri
Una straordinaria notizia scuote il mondo dell’arte e del patrimonio culturale nel fiorentino: è stata restituita al Comune di Bagno a Ripoli la “Testa di Medusa”, pregevole scultura in marmo bianco attribuita al celebre scultore fiammingo Jean de Boulogne, meglio noto come Giambologna.
Il ritrovamento è avvenuto grazie all'operazione condotta dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Firenze, che ha sequestrato l’opera presso una casa d’aste di Firenze, dove era in attesa di essere venduta.
Un’opera d’arte trafugata dal Ninfeo della Fata Morgana
La scultura era parte integrante del Ninfeo della Fata Morgana , situato all’interno della storica Villa Il Riposo, nella frazione di Grassina (Comune di Bagno a Ripoli). L’opera risultava illecitamente rimossa senza autorizzazione della competente Soprintendenza.
Secondo le indagini condotte dai Carabinieri TPC, la “Testa di Medusa” era un’opera inamovibile, realizzata dallo stesso Giambologna come parte di un complesso decorativo legato a una delle vasche del Ninfeo. La scultura presenta tre fori compatibili con i tubi idraulici originari della vasca, confermando la sua originaria collocazione.
La “Testa di Medusa”: un capolavoro perduto e ritrovato
Realizzata in marmo bianco, la scultura raffigura una Medusa dallo sguardo inquietante e magnetico, simbolo mitologico noto per trasformare in pietra chiunque incroci il suo sguardo. La sua attribuzione a Giambologna, uno degli artisti più influenti del manierismo fiorentino, è supportata da numerosi elementi stilistici e da documentazioni storiche che ne attestano la presenza nella Villa sin dal 1868.
Una testimonianza ulteriore proviene da un articolo del 1961, in cui si fa riferimento alla sottrazione della scultura e di altri elementi lapidei dal sito originale.
Il bene culturale torna al Comune, legittimo proprietario
Il GIP del Tribunale di Firenze, sulla base delle risultanze investigative e delle perizie della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, ha disposto la confisca dell’opera e la sua restituzione al legittimo proprietario, ovvero il Comune di Bagno a Ripoli.
Anche la Corte di Cassazione, presso la Procura Generale, ha confermato la validità delle indagini e respinto i tentativi di opposizione da parte del mandante alla vendita, ritenuto detentore in buona fede ma comunque privo del titolo giuridico necessario.
Villa Il Riposo, oggi di proprietà comunale, è uno dei luoghi più amati dalla comunità di Bagno a Ripoli. Il ritorno della “Testa di Medusa” è un momento di grande valore simbolico per il territorio. L’opera rappresenta un tesoro del patrimonio culturale italiano finalmente restituito alla collettività.


