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Aggiudicazione del bando per l'Asilo Nido Panpepato, Liberasinistra in Movimento solleva dei dubbi riguardo la nuova gestione

Tuttavia, il bando è stato vinto da un'altra Cooperativa Sociale, un avvenimento che in sé non dovrebbe destare particolari sospetti...

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Liberasinistra in Movimento Liberasinistra in Movimento © Ufficio stampa - Liberasinistra in Movimento
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Nelle ultime settimane si è svolta l'attesa aggiudicazione del bando per la gestione dell'Asilo Nido "Panpepato" a Pianvallico, suscitando non poche polemiche e preoccupazioni nella comunità di Scarperia e San Piero. Questa struttura, gestita con dedizione da anni da una Cooperativa Sociale, è stata riconosciuta per la sua eccellenza nel settore dell'educazione infantile, offrendo un ambiente sicuro e progetti educativi innovativi che hanno soddisfatto appieno l'utenza.

Tuttavia, il bando è stato vinto da un'altra Cooperativa Sociale, un avvenimento che in sé non dovrebbe destare particolari sospetti se non fosse per un piccolo dettaglio. La nuova gestione ha presentato un ribasso del 15% sulla base d'asta, un dato che, secondo il movimento LiberaSinistra , solleva dubbi sul reale intento di questa proposta economica. A seguire la nota diffusa dal movimento:
 

"In questi giorni si è svolta l'aggiudicazione del bando per la gestione dell'Asilo Nido “Panpepato” in località Pianvallico.

Una struttura d'eccellenza, gestita da molti anni da una Cooperativa Sociale che ha investito in maniera convinta in formazione, sicurezza del lavoro, progetti educativi e attività innovative che hanno fatto di quell’ Asilo Nido una struttura d’eccellenza, come testimoniano da sempre anche i livelli di soddisfazione dell’utenza rispetto all’offerta educativa di alto livello proposta dalle educatrici, un gruppo da sempre coeso, motivato e professionale.

Il bando è stato però vinto da un’altra Cooperativa Sociale, cosa legittima, se in presenza di una proposta gestionale di qualità superiore.

Analizzando le caratteristiche dell’offerta vincitrice, ci si è però gelato il sangue nelle vene, e siamo qui a condividere elementi di forte preoccupazione.

La Cooperativa Sociale ha presentato un ribasso della base d’asta del 15%, che non rappresenta una proposta virtuosa di efficienza economica, ma ha un altro nome: dumping contrattuale, per cui si propone un’offerta in apparenza non sostenibile (in quanto troppo bassa) dal punto di vista economico, con il solo scopo di guadagnare quote di mercato. Poi come sia sostenibile ciò, non richiede grandi sforzi d’immaginazione per le lavoratrici ed i lavoratori che vivono quotidianamente condizioni di precariato e sfruttamento.

Che un soggetto pubblico sul nostro territorio avalli nei fatti queste pratiche, noi lo riteniamo scandaloso, specialmente se il partito di governo locale, a parole, fa della difesa del lavoro un cardine dell’azione amministrativa: bello dirlo, poi quando c’è da risparmiare soldi…

L’ Autorità per la Vigilanza dei Contratti Pubblici fissa dei criteri sul “offerta economicamente più vantaggiosa”, mettendo in guardia dal fatto che il massimo ribasso non può essere il criterio unico, ma va ponderato con aspetti qualitativi, ma ovviamente con tali cifre si sbaraglia la concorrenza.

La stazione appaltante (in questo caso la nostra Amministrazione) poi procede a dei controlli in prima istanza, che però in sostanza si limitano al controllo della regolarità del DURC (il versamento dei contributi ai lavoratori; infatti, molte ditte magari non pagano i dipendenti ma versano i contributi proprio per partecipare ai bandi pubblici).

Ma la cosa che più ci preoccupa in prospettiva e francamente ci scandalizza, l’abbiamo notata in un secondo momento. La nuova Cooperativa non applica il CCNL “Cooperative Sociali”, bensì il contratto “Aninsei”, che è usato nelle scuole paritarie laiche, e presenta livelli retributivi inferiori del 20% (avete letto bene, venti per cento) oltre che un trattamento largamente peggiorativo della malattia: infatti non è riconosciuto né firmato dal sindacato più rappresentativo della categoria, FLC CGIL, in quanto contratto cd. “pirata”.

L’art. 30 del d.lgs. 50/2016 e s.m.i., infatti, accorda una tutela che si potrebbe definire “privilegiata” alla salvaguardia dei lavoratori impiegati negli appalti pubblici attraverso la previsione dell’applicazione al personale impiegato del contratto collettivo nazionale e territoriale in vigore per il settore e per la zona nella quale si eseguono le prestazioni di lavoro.

Gli Enti Pubblici sul territorio hanno più volte ribadito la volontà di riconoscere il CCNL Cooperative Sociali come riferimento, proprio per la tutela della dignità del lavoro, e quindi della qualità dei servizi rivolti all’utenza.

Spetta quindi al nostro Comune il triste primato d’introdurre per primo elementi “tossici” in questo settore così delicato, perché riguarda la formazione e lo sviluppo delle nuove generazioni, per risparmiare sui costi, introducendo elementi di sfruttamento e quindi abbassando la qualità del servizio all’utenza. La stessa Assessora Ciani un anno fa partecipava a un’iniziativa educativa dentro il Panpepato, ribadendo l’ottima qualità del servizio e la volontà dell’Amministrazione di investire nell’educazione.

Se davvero si vuole dare risposte alla crisi del welfare con questi mezzucci, forse è il caso che le famiglie comincino a preoccuparsi sul serio.

Noi faremo la nostra parte per non lasciare cadere l’attenzione su questo episodio, per difendere la qualità dei servizi educativi, la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, per proporre un modo diverso di valorizzare e mettere al centro il welfare pubblico e le buone pratiche per rispondere ai bisogni delle famiglie e delle giovani generazioni."

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