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Straordinaria Elisabetta Salvatori nel ricordo della strage di Sant'Anna di Stazzema

Recensione di Scalpicii sotto i Platani

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Elisabetta Salvatori Elisabetta Salvatori © N.c.
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Un applauso liberatorio, quello esploso venerdi 11 settembre al termine di “Scalpiccii sotto

i platani” lo spettacolo di Elisabetta Salvatori andato in scena al Teatro Corsini in occasione dell’anniversario della liberazione di Barberino.

Ci sono tutti gli abitanti di Sant’Anna di Stazzema nel racconto delle loro vite che la Salvatori ha trascritto dalle parole di quattro dei pochissimi sopravvissuti ad una delle stragi più terribili del secolo scorso, 560 morti in poco meno tre ore, donne, vecchi e persino 130 bambini, nel corso di una rappresaglia compiuta perché il villaggio non aveva rispettato il bando tedesco di abbandonare il paese.

In teatro il silenzio era spettrale, mentre il pubblico seguiva la straordinaria attrice raccontare le vite di quei bambini che solo la sera prima, nonostante tutte le privazioni della guerra, facevano il girotondo sotto i platani.

Ti fa affezionare ai personaggi della storia, ad Aspasio che raccontava ai bambini le storie dell’uomo nero,al piccolo Ennio e a tutti gli altri abitanti di quel paese annientato dalla furia del 16° battaglione SS della “Freiwilligen-Panzergrenadier-Division Reichsführer”, guidato dai fascisti versiliesi e comandato dal maggiore Walter Reder.

Neppure la poltrona vuota tra persona e persona basta a nascondere l’emozione di tutti quando Accompagnata dal violino di Matteo Ceramelli, Elisabetta entra nel vivo di quel massacro al quale Spike Lee.volle dedicare la sua pellicola “Miracolo a Sant’Anna” /peccato solo che, trasformando la storia fu accusato dall’Anpi di “Revisionismo” poiché, come attesta la sentenza emessa dal Tribunale Militare della Spezia nel 2005, la strage fu un atto premeditato e non una rappresaglia, come asserisce il film. Con Pierfrancesco Favino e Luigi Lo Cascio.

Nonostante la grande attrice Versiliese risparmi al pubblico gli episodi più terribili, il racconto di quella maledetta estate del 1944 è straziante e quel modo di trasmettere la storia in modo naturale, senza grandi gesti o modulazioni teatrali porta lo spettatore non ad assistere ad uno spettacolo, ma a viverlo, e credetemi la sensazione è devastante.

Non li descrive fisicamente ma il pubblico riesce comunque a dare un volto a quei poveri esseri umani giustiziati con una brutalità inconcepibile e la commozione generale ne è stata la prova.

Nessuno guardava il proprio vicino mentre un applauso assordante ringraziava Elisabetta Salvatori per aver portato nuovamente in mugello questo racconto che da quasi 25 anni mantiene vivo il ricordo di uno dei capitoli più terribili della nostra storia, per non dimenticare e fare molta attenzione agli attualissimi ritorni di fiamma dei giorni nostri come hanno sottolineato il Vicesindaco Sara di Maio e Andrea Poggiali presidente Anpi di Barberino che insieme ad Emilia Paternostro hanno presentato una serata piena d’emozione, per il messaggio, per lo spettacolo e per il ritorno all’interno del Teatro.

Un teatro che ha riaperto il sipario con uno degli spettacoli più commoventi visti in zona che ci auguriamo di poter vedere nuovamente nella stagione 2020-21 che Catalyst sta progettando.

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