"Molto spesso si gioca e si scherza su queste simbologie della mafia, solo che la gente deve capire che non sono simbologie del folclore, ma sono simbologie di morte". Cosi' Rosario Crocetta, presidente della Regione Sicilia, a proposito della lupara giocattolo con packaging a tema siciliano (sulla scatola campeggiano due uomini con la coppola e l'Etna sullo sfondo) commercializzata dall'azienda di Barberino di Mugello.
La Edison Giocattoli finita nella polemica ha rilasciato una dichiarazione al Corriere della Sera dove afferma «Più che di lupara dovremmo parlare di doppietta a canne mozze - precisa Gianni Falorni, responsabile commerciale per l'Italia -. Era un'arma usata dai pastori a scopo difensivo, contro gli animali predatori: quando l'esercito sabaudo proibì le armi da fuoco, i pastori tagliarono le canne alle doppiette per nasconderle sotto il giubbotto. Questo tipo di fucile ha una storia che risale a molto prima. Tra l'altro è stato venduto negli Stati Uniti associato all'immagine di John Wayne...».
Alle domande poste dal giornalista del Corriere Sera, Riccardo Bruno, chiede se non ci sia stato un inciampo etico nel far giocare i bambini immaginando di sparare agli uomini della legge, Gianni Falorni risponde: «Non vedo come preoccuparsi della vendita di questo fucile, nato come strumento difensivo. Nei negozi si trovano prodotti ad aria compressa, come gli M16 e gli Uzi, che storicamente sono associati alle stragi e che non sono assolutamente giocattoli. Le armi giocattolo nascono come rappresentazione della realtà, descrivono qualcosa che c'è e sono inoffensive. Edison, che da cinquant'anni produce solo ed esclusivamente armi giocattolo inoffensive e a norma, lo sa bene». E conclude sicuro: «E se anche ci fosse un bambino che usa questo fucile per fare il mafioso, ci sarà automaticamente un altro bambino che farà il carabiniere».
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Sicuramente non è stata una scelta felice per l'azienda di giocattoli commercializzare la Lupara, ne tantomeno le dichiarazioni rilasciate alla stampa sono servite a placare le indignazioni che si sono sollevate da più parti.
Il governatore siciliano non si è detto preoccupato dal successo di pubblico del giocattolo, ma ha spiegato di aver fatto delle ricerche in rete, e che "se si cerca Mafia game su Internet si trovano migliaia e migliaia di giochi che insegnano ai bambini come diventare mafiosi: mi preoccupa il fatto che non si ritenga di dover proteggere i bambini da un'educazione devastante".
E interviene anche Nello Musumeci, presidente della Commissione Antimafia dell'Ars: "Spero che l'azienda produttrice di questo giocattolo si resa conto di quale messaggio negativo sta contribuendo a diffondere"
Tancredi Omodei sul sito Globalist.it inizia il proprio articolo con: "Si potrebbe dire che si è sparato a pallettoni sugli sforzi per fare radicare il valore della legalità nella testa dei più giovani. Parlo dell'idea di distribuire una lupara giocattolo, destinata ai più piccoli. Cinquanta euro e il tuo piccolo somiglierà tanto ai "picciotti" della vecchia cinematografia sulla mafia..."
Siciliainformazioni.com - "Manca soltanto la coppola in regalo, e la frittata è fatta, servita e pure digerita. Toscana terra di comici e burloni? Forse un po’ troppo, a giudicare dai prodotti in vendita. A maggior ragione, se questi sono destinati ad un pubblico di uomini “in miniatura”. I bambini. Gli stessi cui pazientemente si insegna la cultura della legalità, dell’antimafia. Dell’onestà sempre e comunque..."
Il tema è sicuramente spinoso. E vero che la sola riproduzione di un oggetto "particolare" come le armi, anche se sotto forma di giocattolo, possono assumere significati e interpretazioni diverse. Ma questa volta, purtroppo, Edison Giocattoli ha commesso l'ingenuità di associare all'arma un packaging che ricorda in tutto e per tutto il più classico pregiudizio verso la Sicilia.
Enrico
Ho giocato tanto a guardia e ladri, anche con le pistole a fulminanti, ma non sono diventato un ladro...