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Malato di Sla senza invalidità. Il duro atto d'accusa di Aisla: 'Mancanza rispetto per loro dignità'

La presidente provinciale accusa: "Siamo di fronte a mancanze gravi. Le cui colpe vengono poi date alla pandemia'

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Barbara Gonella Barbara Gonella © Aisla Firenze
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Purtroppo tutti i nostri lettori ricorderanno la brutta storia che abbiamo raccontato ieri, quella cioè del 63enne mugellano (di una frazione di Borgo San Lorenzo) che ci ha scritto per denunciare la sua situazione: malato di una forma particolarmente aggressiva di Sla, dovrà attendere mesi per la visita per l'invalidità, con il risultato che la moglie non può accedere ai benefici della legge 104 (clicca qui) e che lui teme purtroppo di non fare a tempo a ricevere i benefici dell'invalidità a causa di questi ritardi da parte degli uffici Asl.

Sulla questione abbiamo intervistato Barbara Gonella, presidente della sezione provinciale di Aisla, che afferma: "Conosciamo la situazione, è uno dei nostri associati. La colpa dei ritardi è stata tutta alla pandemia, ma il lavoro da casa degli impiegati non dovrebbe portare a questi rallentamenti. Qui siamo invece di fronte ad una concatenazione di mancanze gravi, le cui responsabilità vengono poi tutte imputate alla pandemia, ma anche prima i tempi non erano veloci, circa due mesi per avere la prima visita".
"Vorrei anche rimarcare - afferma - che siamo di fronte ad una patologia inguaribile con esito infausto. Questi ritardi si traducono in mancanza di rispetto della dignità dei pazienti. Una delle mie proposte era infatti quella di poter arrivare ad un riconoscimento automatico per queste patologie. Purtroppo - conclude - abbiamo perso alcuni associati che non hanno fatto in tempo a vedere riconosciuta l'invalidità".

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