Boxe Mugello. Anche per i bambini... © n.c.
L’addestramento alla “nobile arte” comincia fin da piccoli nella palestra della Boxe Mugello: un percorso che richiede impegno e qualche sacrificio ma che non per questo risulta meno divertente rispetto ad altre discipline. A coordinare l’attività sono i due tecnici Mauro Rossi e Dario Malevolti - a cui la società ha attribuito il ruolo di responsabili del settore giovanile - che seguono giorno per giorno i progressi sportivi dei giovanissimi atleti.
Attualmente sono cinque i ragazzi che assiduamente svolgono gli allenamenti: tre nati nel 1997, due di un anno più piccoli, oltre ad un atleta quattordicenne che si avvia già all’attività agonistica. Inoltre, a frequentare la palestra ci sono anche alcune bambine, che danno un tocco di “rosa” all’attività. Come spiegano gli stessi tecnici “il programma di allenamento prevede una prima parte con esercizi base di ginnastica e una seconda fase in cui si provano anche le strategie tecniche essenziali e i primi movimenti”. Due ore e mezzo alla settimana, con l’obiettivo primario di “tenere i ragazzi in palestra, senza forzarli troppo e anzi facendoli divertire. La dimensione ludica a questa età è importantissima e non sempre è facile dosarla con la preparazione vera e propria”.
In effetti l’allenamento rappresenta già un’attività propedeutica alle competizioni previste per il settore giovanile, in particolare il Criterium regionale organizzato dalla locale delegazione Federazione Pugilistica Italiana, appuntamento iniziato il mese scorso con una data a Lucca. Il Criterium consiste in una serie di prove a cui i ragazzi partecipano a coppie e la cui classifica è determinata sul punteggio medio di ciascuna coppia.
E a fine maggio sarà proprio la volta di Borgo San Lorenzo: a fare da cornice alla manifestazione potrebbe essere “Vivilosport” il 22 maggio, ma la data è ancora da confermare ufficialmente. “Sarebbe un’occasione utile anche per avvicinare altri giovanissimi alla pratica del pugilato” commenta il tecnico Mauro Rossi “non è facile coinvolgere i ragazzi e le famiglie a uno sport che nell’immaginario collettivo è spesso associato alla violenza, ma basta iniziare e la prospettiva cambia notevolmente”.


