Scuola. La rivoluzione parte da Staggia: cos'è l'Alleanza Parentale © n.c.
Riflettiamo spesso e volentieri sulle cose più disparate, inutili per i più, perdendoci in un nonnulla. Ma all'istruzione dei nostri bambini, ci pensiamo mai? Ecco una descrizione dell'esperimento di Staggia:
A quel che viene quotidianamente impartito in aule strabordanti di alunni, ciascuno dei quali oberato da “cartelle” pesantissime e bisognoso di proprie e differenti esigenze di apprendimento, ci badiamo? In una terra dove un educatore del calibro di Don Milani ha svolto parte della sua opera, dove sono, ad oggi, dibattiti costruttivi sul futuro che dovremmo offrire alle nuove generazioni, partendo già dalle scuole dell'obbligo? Tutto si risolve nelle frasi fatte del disfattismo tantrico... Oggi, tanto per cambiare, vorrei proporvi un qualcosa, l'esempio di una realtà scolastica, nata nel 2014, in quel di Staggia (SI). Questa è figlia di un'associazione dal nome emblematico: “Alleanza Parentale”, iniziativa nata da un gruppo di padri e madri - e qui sta la novità - finalmente stanchi d'imporre omologanti e preconfezionati metodi d'insegnamento ai loro figli in età scolare. In aule ben arredate, provviste di bagni, aree all'aperto ed al chiuso, studiano pochi alunni - massimo dieci per classe - fortunati del fatto che ogni singola/o insegnante - scelto dai genitori - possa seguirli meglio. Tutte le materie seguono programmi imposti dalle normative ministeriali, come in qualsiasi scuola statale o privata, con l'enorme differenza che in questa sede i maestri sono effettivamente vicini ai bambini nella loro crescita scolastica e - cosa da non sottovalutare - umana. I bimbi arrivano in classe portando uno zaino leggero, nessun compito a casa, così da consentire socialità e riposo alle ore di studio effettivamente compiute, orario flessibile - per rispondere alle esigenze delle diverse famiglie - che va dalle ore 8.00 alle 13.00, prorogabile con un dopo scuola, seguito da volontari, che potrà protrarsi fino alle 18.00. Lezioni impartite con cura - avendo come oggetto il singolo e non la moltitudine - che con così pochi alunni vengono approfondite, assorbite e comprese in maniera esponenziale rispetto a quello che spesso succede in varie scuole dell'obbligo. Nella “Scuola Parentale” i bambini vengono integrati tra loro (argomento socialmente importantissimo ed attuale) come in una famiglia. Le specifiche materie vengono insegnate in maniera calma e attenta da maestri e professori (la scuola parentale arriva fino alla terza media) non sclerotizzati da insiemi di alunni numerosi ed inevitabilmente da standardizzare; qui le diverse esigenze, proprie di ogni allievo nella ricezione dell'apprendimento, vengono seguite con impegno e costanza, senza lasciare indietro nessuno. Gite scolastiche frequenti e preparate con cura sono finalizzate a far conoscere le bellezze del territorio limitrofo e non solo; stimolazione continua della curiosità del discente, non competitività tra singoli e molto altro, consentono risultati educativi sorprendenti. Questo basta chiederlo a chi ha deciso d'iscrivere il proprio “pargolo” (la quota d'iscrizione - le scuole di questa fattura si devono autosostenere - varia secondo le possibilità familiari: si suggerisce una modica cifra di 150 euro, 50% di riduzione al secondo fratellino iscritto e gratis al terzo) a questo intelligente esperimento prolificato – velocemente - in varie città d'Italia: Bari, Bergamo, Bologna, Brescia, Gorizia, Monza, Padova, Palermo, Prato, Verona, Vicenza. Al termine di ogni ciclo scolastico, ci sarà un esame. Questo, per consentire allo scolaro di poter essere - se volesse - accettato in qualsiasi omonima struttura statale o privata, senza perdere anni. Il tutto è garantito e tutelato dall'art. 34 della nostra Costituzione, dove si dice che: “l’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita”, non mettendo l'accento sul dove. In Mugello, dove ormai da tempo si assiste al triste fenomeno dello spopolamento di certi insediamenti, al sorgere di case dormitori, dove gli adulti tornano a casa solo per riposare dopo giornate di lavoro in città, a scuolabus smarmittati obbligati ad inerpicarsi per stradine perse, perché non proporre l'apertura di qualche scuola del tipo? Dove i ragazzini possano essere seguiti da personale qualificato direttamente nel luogo dove abitano? Non dovendosi spostare con inutili sprechi di denaro e tempo? Ogni agglomerato urbano che si rispetti dovrebbe - cercandoli e mettendoli a disposizione - avere spazi liberi: privati, comunali o parrocchiali. Non serve molto: alcune stanze appositamente arredate con banchi e lavagna, servizi igenici, personale docente e tanta voglia d'investire il proprio tempo nell'insegnare “bene”. Per ogni ulteriore informazione in merito, vi consiglio di consultare la pagina www.alleanzaparentale.it. Guardate per credere... si tornerebbe ad una scuola - datemi retta - più vicina alle esigenze ormai proprie di “piccoli uomini e donne” che cresceranno nel domani e che, del futuro, dovranno essere protagonisti consapevolmente soggettivi..non oggettivi.
Francesca
Complimenti per la proposta, sembra interessante.. ma perch nei paesi non si organizzano dibattiti inerenti a queste cose???????