E' decisione di questi giorni che i comitati di gestione degli Ambiti territoriali di caccia (Atc) (per i non appassionati: sono enti con funzioni di gestione e organizzazione dell'attività venatoria locale) "svolgeranno funzioni commissariali per le attività gestionali, con riferimento a ciascuno dei sottoambiti ricadenti nel territorio di competenza".
La vicenda degli Atc inizia nel 2014 quando la regione Toscana prevede, con la legge regionale 88/2014, la riduzione del numero di Atc presenti sul territorio Provinciale: uno per provincia. Andando in contrasto con quella che è la legge Nazionale 15/1992. In difformità con la legge nazionale, la Corte Costituzionale, sollevata la questione di legittimità costituzionale dalla Presidenza dei Ministri, il 5 aprile 2016 con la sentenza n.124/2016 dichiara incostituzionale la legge regionale per violazione dell’articolo 117 della Costituzione della Repubblica. In risposta, la Regione con la Legge 39/2016 approva una norma che riconosce lo stato di illigitimità ma prolunga l'attuale situzione degli ATC fino al 31 dicembre 2016.
La Lav (Lega Anti Vivisezione) ha inviato a luglio una diffida al Presidente Rossi "sottolineando l’inapplicabilità delle disposizioni che vogliono mantenere in vita gli ATC fino alla fine dell’anno. Comporta che fino a quando la regione non sarà in linea con le direttive della Corte Costituzionale non potrà dare avvio alla stagione venatoria 2016/17 perché i cacciatori rischierebbero di essere imputati di violazione dell’art.544 bis del Codice Penale, che prevede la reclusione fino a due anni". Rischiando "evidenti responsabilità anche erariali dei consiglieri che l’hanno votata". Ma é notizia di ieri (03/08/2016), che la Commissione ha votato a maggioranza una legge per bypassare l'illegittimità attuale. Gli Atc "svolgeranno funzioni commissariali per le attività gestionali, con riferimento a ciascuno dei sottoambiti ricadenti nel territorio di competenza". Il presidente della commissione Sviluppo economico e rurale Gianni Anselmi (Pd), lo ha definito un “intervento puntuale di correzione” per garantire l'operatività delle ATC e prorogarne la validità fino a fine anno. La correzione si è resa necessaria dopo la “raccomandazione” arrivata alla Giunta toscana lo scorso 21 luglio dal Ministero delle Politiche agricole, che ha appunto chiesto la previsione di una gestione separata dei sottoambiti. Tale situazione secondo Fattori, di Si Toscana, è frutto dell'assenza di ascolto di ciò che era contenuto nella legge, cioè che "gli ambiti territoriali di caccia non possono avere dimensioni eccessive, perché solo la dimensione ridotta garantisce un’equilibrata distribuzione dei cacciatori sul territorio". La vicepresidente della commissione, Irene Galletti (M5S), ha sottolineato come le scelte della maggioranza siano “una lunga serie di pastrocchi e di toppe, nati dalla riforma del 2014, per non volere tenere conto delle leggi nazionali”. Si vuole portare avanti, fino alla fine dell’anno, uno stato di illegittimità". Sulla stessa linea anche Roberto Salvini (LN) e Stefano Mugnai (FI) che hanno rimproverato l'assenza di confronto e risoluzione completa da parte dei legislatori. E Marras ha osservato in risposta alle accusse mosse dalle opposizioni che sollevare in Consiglio solo questioni di legittimità “significa o avere un pregiudizio insormontabile o assenza insormontabile di idee”. L’assessore Marco Remaschi ha puntualizzato che la sentenza della Corte costituzionale ha dichiarato illegittima una legge votata all’unanimità dal Consiglio regionale, ripristinando diciannove ambiti di caccia. “A fine giugno abbiamo fatto una proposta transitoria – ha affermato l’assessore - Nel quadro della normale collaborazione istituzionale fra amministrazioni pubbliche, dal Ministero sono arrivati alcuni suggerimenti, per evitare problemi sugli atti amministrativi. I comitati di gestione sono legittimi e devono svolgere le gestioni commissariali per i sotto ambiti”.