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Calenzano, aumento Tari, CNA: scelta inopportuna

Il Comune di Calenzano anche per il 2024, prevede per le imprese un aumento a due cifre (circa +10%).

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Milco Marranci Milco Marranci © Cna
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Dopo anni di costanti aumenti della Tari su tutto il territorio della Piana Fiorentina, il Comune di Calenzano non smentisce sé stesso e, anche per il 2024, prevede per le imprese un aumento a due cifre (circa +10%).
“Entità a parte, il vero problema è che si tratta dell’ennesimo rincaro. Si continua, anno dopo anno, a non avere alcuna visione del futuro, a fronte dell’assenza di un piano rifiuti una volta per tutte adeguato alle esigenze della nostra regione – commenta Milco Maranci, presidente di CNA Piana FiorentinaEppure, a pochi chilometri di distanza, l’amministrazione sestese ha diminuito la tassa, dimostrando attenzione alle richieste avanzate da anni dalle imprese. È questo l’esempio che gli altri comuni dovrebbero seguire, adottando un approccio unitario per garantire parità di trattamento tra le imprese e favorire una crescita economica equa”.

Un rincaro che l’associazione ritiene fuori luogo anche in considerazione dell'ottima situazione finanziaria della Multiutility: 162 milioni di investimenti, crescita del settore ambiente (+52 milioni), un aumento del 128% dei ricavi e 33 milioni di dividendi per i soci.

CNA ribadisce l'importanza della celere adozione di un piano dei rifiuti ben strutturato e praticabile.

“La transizione ecologica non può prescindere da decisioni fondamentali come la gestione dei rifiuti – continua Maranci - Il Piano dei Rifiuti dovrebbe trasformare i costi in opportunità, massimizzando la raccolta differenziata e i processi di riciclo, ma prevedendo anche l'adozione di tecnologie innovative, come la termovalorizzazione di ultima generazione, che permetterebbe di ridurre la quantità di rifiuti residui non riciclabili, recuperando energia sotto forma di calore ed elettricità, in un contesto di sostenibilità ambientale che elimini il ricorso alle discariche in futuro”.

Questo approccio è in linea con le politiche ambientali sostenibili già sperimentate in Europa, come in Danimarca, dove sono stati realizzati impianti all'avanguardia (come CopenHill nel quartiere Amager di Copenaghen) e dove è vietato per legge conferire in discarica rifiuti che possono essere convertiti in energia.

 

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