L'urgente necessità di intervenire per contrastare il fenomeno dei suicidi nelle carceri italiane è stata ribadita con forza dal garante dei detenuti, Eros Cruccolini. In seguito alle parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha sollecitato interventi immediati su questa dolorosa emergenza, Cruccolini ha sottolineato la gravità della situazione attuale e ha avanzato una serie di proposte concrete per affrontare il problema.
Lo scorso 18 marzo il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricevendo la Polizia Penitenziaria, ha dichiarato: “Sui suicidi in carcere servono interventi urgenti”.
Ormai non si fa più in tempo ad enumerare i casi di suicidio che si è subito costretti ad aggiornarne l’agghiacciante elenco.
È uno stillicidio insopportabile, al pari della sensazione di inadeguatezza delle attività di prevenzione. E dunque, è più che mai doveroso analizzare e decifrare il drammatico fenomeno del sovraffollamento carcerario, ribadendo, ancora una volta, con forza l’impellente necessità di interventi urgenti.
La maggioranza dei detenuti vive, per oltre 20 ore al giorno, in celle sovraffollate, dalle quali esce solo nelle cd. “ore d’aria”. Questo rappresenta, senza dubbio, una patente violazione dei principi e delle garanzie riconosciute dalla nostra Carta costituzionale e dall’Ordinamento penitenziario.
Tale situazione non è insuperabile. È necessario riempire di senso, il tempo della detenzione, offrendo più attività “trattamentali” (culturali, lavorative, sportive e ricreative). Le relazioni familiari e col volontariato devono essere potenziate anche con l’aumento dei colloqui, delle telefonate, delle videochiamate.
Le telefonate devono essere aumentate anche nella durata, dagli attuali 10 minuti a 30 minuti.
Devono essere sanate le piante organiche: a Sollicciano mancano 100 agenti di Polizia Penitenziaria, di questi 100, 55 fanno parte della piante organica ma sono distaccati altrove.
Il numero degli educatori deve essere riportato a 11, attualmente sono solo 5 su una popolazione carceraria di 550 detenuti.
Infine mancano i mediatori culturali, dato che il 60% dei detenuti sono stranieri. Mancano i contabili, i tecnici, i geometri, per seguire i lavori di manutenzione e le nuove progettualità.
La Regione Toscana sta incrementando il numero degli psicologi e degli educatori psichiatrici, tenendo conto che la Società della Salute di Firenze con l’Azienda Sanitaria Centro hanno avviato già da due anni, una sperimentazione per il Servizio di Etnoclinica rivolto alle persone straniere, che sta dando ottimi risultati.
Per quanto concerne l’equipe multidisciplinare del rischio suicidario, è in corso di valutazione il coinvolgimento anche del Servizio di Etnoclinica e dei ministri di culto.
Il Ministero della Giustizia e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, devono avere ben chiaro che sono indispensabili azioni che generino benessere nelle persone detenute e quindi si ritiene fondamentale incrementare le attività di lavoro all’interno degli istituti carcerari.
Un altro importante obiettivo, che i ristretti si aspettano, è quello di ripristinare il diritto fondamentale all’indennità di disoccupazione. Si parla di un percorso in carcere che sia rieducativo, e quindi sarebbe importante incrementare il personale scolastico, risorse per attività integrative e l’accesso a internet.
La Regione e il Comune di Firenze contribuiscono positivamente a finanziare corsi di formazione, progetti per attività culturali, sportive, per permettere ai detenuti di stare fuori dalle camere di pernottamento il più possibile nell’arco della giornata, per diminuire il disagio della detenzione.
È necessario un maggior numero di misure alternative alla detenzione rendendo efficiente ed efficace la Giurisdizione di Sorveglianza, anche destinando maggiori risorse. In effetti, sono diverse migliaia i detenuti con una condanna definitiva inferiore o pari a tre anni di reclusione.
Chiediamo, dunque, a tutti i Parlamentari norme specifiche ed urgenti, ed al Ministro di Giustizia provvedimenti concreti in tempi rapidi, in aderenza con le parole del Presidente della Repubblica che ha sollecitato: “interventi urgenti, anche per tamponare l’emergenza”.
Così come sollecitiamo i parlamentari (nazionali ed europei), i consiglieri regionali e comunali e gli stessi magistrati di sorveglianza a visitare le carceri con maggiore continuità e frequenza, perché, anche oggi – come scriveva nel 1949 Piero Calamandrei - “bisogna vederle, bisogna esserci stati, per rendersene conto”.