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Come stanno reagendo i giovani italiani e fiorentini dopo un anno di guerra nel cuore dell’Europa?

Molte iniziative solidali nei confronti del popolo ucraino, come la nascita di associazioni che organizzano sit-in per dire basta all’invasione russa in Ucraina

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GIovani e guerra GIovani e guerra © Ian Betley
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E’ già trascorso un anno dall’infausto evento che ha scosso il mondo, e che ha cambiato per sempre il corso della storia. Il 24 Febbraio 2022, alle 4.30, per ordine di Putin l’esercito russo invase l’Ucraina, che inizia da subito a bruciare per via dei bombardamenti che si verificano in molte città strategiche, capitale compresa. I carri armati entrano dalla Bielorussia - in ottimi rapporti con il paese invasore - dalla Russia e dalla Crimea, sottratta all’Ucraina nel 2014 senza sparare un colpo. 

Il presidente Zelensky, svegliato di soprassalto dai boati delle esplosioni, si salva dai sicari venuti a giustiziarlo nel palazzo del governo. Durante l’assalto farà un giro di telefonate ad alcuni suoi omologhi occidentali, decretando la sua imperitura linea: combattere.

A un anno di distanza nulla è cambiato: l’Ucraina continua a resistere a un esercito più numeroso e meglio equipaggiato, ma che non riesce a sfondare per mancanza di motivazione e appoggi, due qualità che invece posseggono i soldati ucraini. La maggioranza dei paesi occidentali, Italia compresa, ha da subito rimarcato la sua posizione atlantista, decidendo di inviare armi all’Ucraina, grazie alle quali riesce a mantenere salde le sue posizioni al fronte. Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio italiano, qualche giorno fa ha incontrato a Kiev il presidente Zelensky, ribadendogli il suo massimo sostegno.

L’ultimo conflitto combattuto in territorio europeo fu la Seconda guerra mondiale, che decretò la sconfitta del nazifascismo. Noi giovani di quella guerra non ne abbiamo assaporato l’amarezza, lo smarrimento, l’impotenza, essendo parte di un passato remoto che resuscita per mano di video e fotografie in bianco e nero che di tanto in tanto appaiono ai nostri occhi. Possiamo cogliere immagini e sensazioni di quel buio momento storico dai ricordi sbiaditi che ci raccontano i nostri nonni, non senza qualche lacrima di commozione. 

A differenza della Seconda guerra mondiale, la guerra tra Ucraina e Russia invece ci appartiene. Le immagini da cui siamo inondati ogni giorno hanno colori vividi, e sono state immortalate mentre stavamo studiando o acquistando un nuovo cellulare. I soldati lungo le linee del fronte combattono e vengono trucidati adesso, così come adesso vengono lanciati missili che tranciano in due palazzi abitati da civili inermi. Adesso il sangue sta scorrendo nella nostra Europa, culla della civiltà e della democrazia, che sperava di essersi lasciata alle spalle il dolore della guerra, convinta che in futuro le questioni si sarebbero risolte ricorrendo alla diplomazia, e non alle armi. 

25 Aprile 1945 e 24 Febbraio 2022; due date, l’una lontana nel tempo, l’altra vicina, segnanti due eventi che hanno posto un macigno sulla linea del tempo degli ultimi ottant’anni. Macigno che ci obbliga a fermarci e a riflettere. 

La prima - che viene celebrata ogni anno nel nostro paese - ricorda il giorno in cui l’Italia venne liberata dal giogo del nazifascismo, mentre la seconda segna l’inizio dell’invasione di un paese - guidato da un dittatore sanguinario - su uno stato sovrano. Un giogo finisce e un altro comincia, a distanza di qualche decennio, in territorio europeo. 

Se i giovani, come possiamo intuire dai fatti di questi giorni, tendono a dimenticare, o a rimuovere dalla loro coscienza, cosa fu il fascismo - e di conseguenza di quali disastri fu portatore - sulla questione russo/ucraina sembra che più o meno tutti abbiano un’idea precisa: Putin è un criminale con mire imperialiste, e l’Ucraina un paese che si difende da un’invasione che segnerebbe la sua mutilazione, o peggio la sua scomparsa, dalla cartina geografica. 

I fatti accaduti davanti al liceo Michelangiolo di Firenze, dove un gruppetto di sei ragazzi appartenenti al movimento di destra vicino a Fratelli d’Italia, Azione Studentesca, ha aggredito due studenti per motivi politici, ci deve far riflettere sull’efficacia dell’educazione scolastica impartita agli studenti italiani. Chiunque abbia un’infarinatura di storia non può non condannare il fascismo, e l’educazione scolastica deve insistere su questo punto. Ne va del futuro del paese. 

I ragazzi devono avere la capacità di riconoscere i tratti tipici del fascismo: la prevaricazione, la violenza, la fede cieca nell’ideologia, le mire espansionistiche. Spero che gli aggressori del Michelangiolo si rendano conto di quanto il loro comportamento sia vicino a quello di Putin, che, consapevole della sua superiorità militare, ha aggredito un paese vicino che nel 1991 ha acquistato formalmente la sua indipendenza dall’ormai morente Unione Sovietica. 

Come si legge nella lettera inviata ai suoi studenti, la preside del liceo Michelangiolo, Annalisa Savino, afferma che il fascismo ha avuto la complicità di chi, fingendo di non vedere, non si è ribellato ai soprusi degli squadristi: gli indifferenti. 

Noi giovani godiamo oggi di un benessere impensabile ai tempi dei nostri nonni: possiamo connetterci con il mondo ventiquattr’ore su ventiquattro, parlare da remoto ovunque ci troviamo, vedere film e ascoltare musica gratuitamente; sfruttare internet per farci conoscere, trasformando così un’idea in lavoro, perché con internet tutto può diventare una possibilità di guadagno. 

Ma questo benessere può anche ritorcersi contro. E’ il caso dei tanti giovani immersi ogni ora della loro vita nella realtà tecnologica offerta dal cellulare, che così eliminano ogni contatto sociale e perdono quello con la realtà. Che valore possono avere la storia e i fatti di attualità se la vita è racchiusa in un piccolo strumento portatile?

Eppure non tutto è perduto, anzi, sembra che il problema ambientale - grazie soprattutto alla piccola attivista Greta Thunberg - e la guerra in Ucraina, abbiano smosso le coscienze di noi ragazzi, che esprimiamo il dissenso da cui siamo pervasi manifestando nelle piazze delle città. 

Ad esempio a Firenze, ieri venerdì 24 Febbraio 2023, si è svolta una manifestazione organizzata dall’associazione Liberi oltre le illusioni, che ha visto la partecipazione di donne ucraine costrette a fuggire dalle bombe di Putin, per dire basta a un massacro che sta costando la vita a decine di migliaia di persone, bambini compresi. 

Non solo: la guerra ha fatto riaffiorare sentimenti di umanità che sembravano seppelliti per sempre. E’ il caso dei profughi ucraini, accolti con il massimo del calore e dell’ospitalità dai paesi europei. In merito alla tematica dell’accoglienza sono state fondate associazioni, come l’associazione Ucraina Toscana, ufficialmente riconosciuta dall’Ambasciata Ucraina in Italia, di cui è cofondatore una persona a cui devo molto, Saverio Zeni. 

Il futuro siamo noi giovani - facenti parte delle nuove generazioni a cavallo tra gli anni Novanta e i Duemila - cresciuti con la tecnologia e in un paese libero dalla guerra, quella guerra che la Costituzione italiana aborre, ma che adesso si combatte alle porte di casa nostra. Noi siamo come i giovani partigiani degli anni Quaranta del Novecento, che combatterono per la libertà contro un nemico spietato e subdolo. 

Noi non combattiamo con le armi, ma con la forza della voce e dei gesti. Accogliere, manifestare, condannare, non sono azioni inutili. Per un mondo libero dalle guerre e da ogni forma di dittatura. Ce la faremo. 

Paolo Maurizio Insolia

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