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Scarperia - San Piero. Spunti da Confindustria, Fratelli d'Italia e Anci

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Scarperia - San Piero. Spunti da Confindustria, Fratelli d'Italia e Anci Scarperia - San Piero. Spunti da Confindustria, Fratelli d'Italia e Anci © n.c.
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Tanti inviti alla riflessione sulle fusioni tra Comuni e in particolare su quella tra San Piero a Sieve e Scarperia. Sono quelli giunti in questi giorni in redazione da Confindustria Mugello (un plauso), da Anci  (Associazione Comuni italiani) sulle fusioni programmate e in corso in Toscana e da  Fratelli d'Italia (Scarperia). Per comodità dei lettori li presentiamo tutti qui sotto; buona lettura e buona riflessione... Nella foto: da sinistra a destra, Marco Semplici, sindaco San Piero a Sieve; Federico Ignesti, sindaco Scarperia; Paolo Poli, presidente Sezione territoriale Mugello Valdisieve Confindustria Firenze Confindustria Mugello:

“La proposta di fusione avanzata congiuntamente dalle amministrazioni comunali di San Piero a Sieve e Scarperia rappresenta una delle migliori iniziative assunte in questi ultimi anni dalla pubblica amministrazione nel nostro territorio”. Così Paolo Poli, presidente  della Sezione Territoriale Mugello-Valdisieve di Confindustria Firenze, all’indomani della riunione che ha visto i primi cittadini dei due comuni illustrare la proposta al Consiglio Direttivo della sezione. “Ho chiesto ai due sindaci, Marco Semplici e Federico Ignesti di illustrare ai componenti di questo organismo la filosofia che ha ispirato la loro proposta. L’unanime consenso che gli imprenditori mugellani hanno rivolto ai due amministratori evidenzia come la politica, quando vuole, è ancora in grado di avanzare proposte ed individuare nuove strade per lo sviluppo di un territorio”. Secondo il presidente Poli si tratta di una decisione che potrebbe essere letta anche come ‘storica’, ma che dovrà essere valutata in futuro in funzione della sua attuazione pratica, in particolare in relazione a infrastrutture, servizi, bilancio, etc... “Il periodo di crisi che stiamo attraversando come sistema Paese - ha spiegato Poli - impone scelte importanti e pragmatiche, nel segno della discontinuità, a tutti gli attori impegnati sullo scenario nazionale. Dagli imprenditori alla pubblica amministrazione. I comuni di San Piero e Scarperia stanno scommettendo su un futuro diverso nel quale i servizi resi ai cittadini ed alle imprese siano migliori e più efficienti, la macchina amministrativa semplificata e resa più efficace, le risposte omogenee. Il superamento del patto di stabilità ed i contributi economici che deriverebbero da questa scelta, nello stesso tempo, potrebbero permettere interventi destinati ad incidere sulla qualità della vita dei cittadini, rappresentando anche un’importante opportunità per il mondo produttivo locale. I sindaci - e le rispettive assemblee elettive - hanno dimostrato coraggio. Non hanno accettato di essere semplici notai di decisioni prese altrove, ma vogliono giocare un ruolo da protagonisti. Come imprenditori non possiamo che salutare positivamente questa iniziativa, ringraziare Semplici ed Ignesti per aver scelto Confindustria per il primo momento di confronto con il territorio e dichiarare la nostra disponibilità per nuove occasioni di discussione”. “Il compito di un sindaco, in quanto amministratore pubblico, è quello di pensare al bene comune. La proposta di fusione intende perseguire questo obiettivo, spiegano i sindaci di Scarperia e San Piero Federico Ignesti e Marco Semplici -. La scelta che abbiamo proposto è una scelta innovativa perché guarda oltre la forma, ma punta alla sostanza che significa tutelare i servizi – ed  all’ampliamento, laddove possibile – per i cittadini; una macchina amministrativa più professionale e dinamica. Alla possibilità di disporre maggiori risorse da parte di  regione e Stato per i prossimi anni e la deroga al patto di stabilità prevista per i tre anni dopo l’unificazione. Ci preme ricordare come da tempo i nostri comuni, coordinino i propri strumenti urbanistici, gestiscano unitariamente l’area industriale di Pianvallico ed abbiano un Istituto comprensivo scolastico, tutto con ottimi risultati. Il confronto con gli imprenditori di Confindustria è il primo di una lunga serie di incontri con le nostre comunità locali che ci apprestiamo a fare: si tratta di un percorso ad ampissimo raggio che, alla fine, vedrà i cittadini esprimersi con un referendum consultivo, dal quale non si potrà prescindere”. “Entrambi - hanno concluso Semplici ed Ignesti, se la proposta sarà approvata, ci dimetteremo dai nostri incarichi – con decadenza di tutte le assemblee elettive – ben prima della scadenza naturale dei nostri mandati. In questo senso i primi a mettersi in gioco siamo proprio noi”.
Anci Toscana
Sono 14 i Comuni toscani che il 21 e il 22 aprile sono chiamati al referendum per la fusione dei Comuni. Quattro i nuovi enti che nasceranno: nel Valdarno fiorentino potrebbero diventare un unico Comune Figline e Incisa sotto il nome di Figline e Incisa Valdarno; nell’Aretino, Castelfranco di Sopra e Pian di Scò; in lucchesia Fabbriche di Vallico e Vergemoli diventeranno Fabbriche di Vergemoli; e il Comune dell’Isola d’Elba, che riunirà otto Comuni elbani ovvero Campo nell’Elba, Capoliveri, Marciana, Marciana Marina, Portoferraio, Porto Azzurro, Rio nell’Elba, Rio Marina.Se tutti questi referendum avranno esito positivo, si potrà avere un risparmio di circa 500.000 euro all’anno, stimati in maniera abbastanza approfondita, e anche una riduzione dei consigli comunali e un assottigliamento delle giunte. Per i consiglieri si parla di 130 seggi in meno, mentre 50 saranno gli assessori tagliati.Inoltre ai nuovi Comuni risultanti da fusione, secondo l’art. 64 della legge regionale 68/2011, andrà un contributo regionale fissato ad un massimo di 600.000 euro spalmati in 5 anni, oltre ad un contributo statale decennale. Ma la strada delle fusioni in Toscana non si ferma qui: sono, infatti, 16 i Comuni in attesa del parere regionale in merito alla fusione. Si tratta di Scarperia e San Piero a Sieve (FI); Montemignaio e Castel San Niccolò (AR); Crespina e Lorenzana (PI); Gaiole in Chianti e Radda in Chianti (SI); Sillano e Giuncugnano (LU); Aulla e Podenzana (MS); e Abetone, Cutigliano, Piteglio e San Marcello Pistoiese (PT). Proprio i quattro Comuni dell’appennino pistoiese rappresentano, al momento, l’unico caso di referendum proposto su iniziativa di singoli consiglieri regionali, ovvero Gian Luca Lazzeri e Antonio Gambetta Vianna, entrambi eletti nelle file della Lega nord.
Fratelli d'Italia Scarperia:
Fusione sì, fusione no! Questo è ormai l’argomento del giorno degli abitanti di Scarperia e san Piero a Sieve. Molte sono le perplessità che ha suscitato la decisione delle due giunte avallate dai relativi consigli comunali. Perplessità motivate principalmente da motivi campanilistici e poi da quelli economici.“La fusione – dichiara Paolino Messa, consigliere comunale di Fratelli d’Italia di Scarperia -, vista in un’ottica di ottimizzazione delle risorse economiche  attraverso sinergie territoriali importanti, si ritiene sia lo strumento migliore a disposizione degli enti locali per far fronte alle enormi difficoltà che oggi, in particolare i piccoli comuni, accusano come le minori entrate da parte degli Enti sovraordinati e dal blocco, in più direzioni, imposto dal patto di stabilità. Certamente è un processo, quello che in tutta fretta i due sindaci mugellani hanno messo in moto, non scevro da rischi e difficoltà. La fretta, sicuramente, sarà uno dei maggiori ostacoli al raggiungimento del traguardo perché molte saranno le resistenze da dover vincere e il breve periodo a disposizione non è certo un buon compagno di viaggio. Si pensi che la legge, inizialmente prevedeva un periodo di rodaggio di dieci anni attraverso l’istituto dell’unione dei comuni. La fusione, se andrà in porto, tra Scarperia e San Piero a Sieve porterà rilevanti benefici economici ed occupazionali derivanti dallo sblocco del “patto di stabilità” e dagli incentivi previsti dalla legge. Il sindaco di Scarperia Ignesti, nel presentare la proposta in Consiglio Comunale, tra i motivi addotti per giustificare l’improvvisa accelerazione del processo di fusione tra i due enti, ha dichiarato che nel 2016 la Regione Toscana potrebbe obbligare, senza alcun beneficio, la fusione tra comuni. Tutta questa fretta per arrivare alla fusione, a cui non siamo contrari, però ci preoccupa. Ci preoccupa perché la fretta non è mai stata una buona consigliera e si potrebbe perdere l’occasione di fare un buon lavoro soprattutto nell’interesse della popolazione amministrata. Nel dare il nostro voto favorevole in Consiglio Comunale, abbiamo chiesto espressamente che tutto questo avvenga nella massima trasparenza e a differenza di quanto accaduto con la costituzione dell’Unione dei Comuni Montani del Mugello, abbiamo chiesto che siano approntati un piano finanziario, un piano economico e uno strutturale da sottoporre per la condivisione a tutte le parti politiche, civili, sociali, economiche e soprattutto alla popolazione che ne dovrà comunque subirne le conseguenze. Riteniamo che la condivisione di ogni passo del processo, soprattutto con la popolazione dei due comuni, sia il segreto per vincere lo scetticismo. Per questi motivi invitiamo le amministrazioni comunali di Scarperia e S. Piero a Sieve a coinvolgere tutti e subito in questa difficile ma non impossibile operazione".

 

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