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Profughi allontanati da Dicomano. Parla il titolare della struttura e fornisce la sua versione

Tutto sarebbe nato in seguito all'arrivo di un gruppo che ha fatto danni e creato problemi. 'Ma abbiamo fatto di tutto, spiega, perchè si sentissero accolti nel modo migliore'

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Villa Morelli Villa Morelli © OKmugello
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Questa mattina, venerdì 15 aprile, sul quotidiano La Nazione nelle pagine di Firenze parla il titolare della struttura Villa Morelli dalla quale ieri sono stati allontanati i 34 rifugiati ucraini.

Silvio Morelli Picasso, questo il suo nome, contesta la versione fornita ieri sera dalla regione e in particolare dall' assessore Monia Monni, che aveva parlato di segnalazioni dei rifugiati che citavano comportamenti offensivi e lesivi della dignità ricevuti dal gestore.

Sul quotidiano di oggi, invece, Morelli porta la sua versione e racconta in particolare dell'arrivo di un gruppo più difficile di rifugiati

Alcuni rifugiati che, secondo quanto riferisce Morelli, sarebbero arrivati su Una Dodge da 50mila euro e con tantissimi soldi in tasca, mangiando e bevendo (sono parole sue) a tutte le ore.

Inoltre, sempre secondo quanto riporta Morelli sulla Nazione di oggi, avrebbero anche fatto danni alla struttura. E dalle stanze sarebbero stati tolti 400 kg di spazzatura. Ma spiega anche che una volta allontanate le persone più difficili tutto sarebbe tornato alla normalità.

Non capisco, conclude sul quotidiano, perché li abbiano portati via tutti, né perché la regione non si sia occupata di facilitare le cose e di aiutarci. Accusa ancora: 'Siamo stati lasciati soli io non permetto e vengono dette falsità abbiamo fatto veramente di tutto perché i profughi si sentissero accolti nel modo migliore nessuno può strumentalizzare'. 

Contattato telefonicamente dalla nostra redazione Morelli aggiunge: "Noi italiani, se vogliamo aiutare queste persone, dobbiamo comunicare meglio. Ci vuole più comunicazione. In questo caso è proprio questa che è mancata. I problemi con il secondo gruppo di queste persone c'erano già prima che venissero trasferiti a Dicomano. Ci voleva una comunicazione e informazione migliore. Dobbiamo saper sviluppare un dialogo prima che le situazioni diventino ingestibili" 

 

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