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Il limite del diritto di Israele - Interessante riflessione di Leonardo Borchi Sindaco di Vaglia

Non si può giustificare la repressione della popolazione palestinese e la sua distruzione fisica e materiale.

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Tragedia Palestina Israele Tragedia Palestina Israele © OKM
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Non perché per la Shoah abbiamo un debito nei confronti degli ebrei, non perché Israele è “Occidente”, non perché Israele è una democrazia, mentre le nazioni sue nemiche sono autocrazie o, peggio, dittature, noi europei non solo non abbiamo diritto, ma abbiamo l'obbligo di stigmatizzare che ciò che la Nazione Israele sta commettendo in Cisgiordania, ma soprattutto a Gaza, è inaccettabile. Se solo siamo animati da un minimo di oggettività e senso della misura, non si può giustificare la repressione della popolazione palestinese e la sua distruzione fisica e materiale.

Gli israeliani il 7 ottobre hanno subito una violenza mostruosa, la cui responsabilità è tutta a carico di Hamas, non attenuata dalla incredibile inanità della difesa governativa (le cui colpe dovranno essere individuate), ma la risposta militare successiva, più che un difesa, suona come una vendetta. Una risoluzione univoca, che decreta il tramonto definitivo dell'ipotesi dell'esistenza di uno stato indipendente palestinese, confinante con Israele.

Da entrambi le parti, storicamente, ci sono responsabilità per il mancato riconoscimento dei reciproci interessi. Ed includo nei soggetti protagonisti i paesi occidentali, come quelli arabi e l'Iran. Il risultato che ci ha portato alla situazione odierna è frutto di violenze e vendette, che hanno, negli anni, portato a nuove violenze e vendette.

E' indubbio che le posizioni intransigenti, anche razziste, degli estremismi di entrambe le parti, oggi rappresentati da Hamas e dal governo di destra di Netanyhau, portano sulle loro spalle la responsabilità della situazione attuale. Due esempi su innumerevoli: l'assassinio di Rabin da parte di un fanatico israeliano ed il rifiuto da parte di Arafat, nel 2000, di accettare i confini per lo stato palestinese, più ampi di quelli reclamati.

I precedenti storici, con tutto l'odio accumulato, non si possono dimenticare, ma io dico che mai ci sarà una soluzione pacifica, che possa soddisfare i due popoli, se non c'è alla base il reciproco riconoscimento al diritto di esistere per entrambi. Se non si traccia un solco su ciò che è stato e non ci si mette ad un tavolo per ragionare sulla compatibilità degli interessi che ciascuno è portatore.

Al contrario, la distruzione di Gaza, con la deportazione dei suoi abitanti, come si ipotizza; la ghettizzazione della Cisgiordania non cancelleranno il terrorismo palestinese; non porteranno sicurezza e tanto meno pace ad Israele.

L'uccisione di migliaia di civili, non di Hamas, tra cui tanti bambini per me è atroce e va condannata.

Mi indigna che in Italia, per rimanere al mio Paese, non si senta una voce autorevole, di nessun schieramento politico parlamentare, compreso la sinistra, che si levi a condannare la repressione israeliana!

Leonardo Borchi, Sindaco di Vaglia

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