Discarica Il Pago. La lettera di Legambiente alla Regione, e il 6 aprile cena di autofinanziamento © n.c.
Venerdì 6 aprile alle 20 cena di Autofinanziamento organizzata dal Comitato Firenzuola NO Discarica " Il Pago " presso i locali della società sportiva di Firenzuola. Spiegano gli organizzatori:
Il ricavato della cena servirà per coprire in parte le spese legali per cercare di bloccare la riapertura della discarica. Per difendere il nostro territorio abbiamo bisogno del sostegno e del contributo di tutti !!Ecco invece di seguito il testo della lettera inviata da Legambiente Toscana (Circolo Altomugello) alla Regione per ricostruire la vicenda della discarica:
LETTERA ALLA REGIONE TOSCANA Dopo appena due anni dalla chiusura della discarica denominata il “Pago” del Comune di Firenzuola, che ha accolto rifiuti urbani da oltre 15 anni del circondario Fiorentino, risolvendo in gran parte l’ennesima emergenza rifiuti, siamo di nuovo a discutere della riapertura forzata da parte della Regione Toscana del medesimo sito, nonostante il voto contrario di tutta l’Amministrazione comunale, opposizione e maggioranza. Tutto ciò con buona pace degli indirizzi dell’Unione Europea che mettono al bando le discariche, per il cui disinvolto utilizzo, ogni anno, l’Italia subisce pesanti sanzioni economiche. Si potrebbe pensare che il caso particolare sia irrilevante. Ma nella storia del singolo caso si può talvolta ritrovare l’impronta di tante altre storie, per molti versi simili, accomunate dalla maniera tutta italiana di andare avanti per emergenze, senza mai riuscire ad affrontare i problemi con una progettualità più ampia. Accendiamo quindi per un attimo i riflettori sul singolo caso. La discarica in questione ha avuto il suo sviluppo negli anni 70 -80 come piccola discarica di paese, gestita a quell’epoca senza particolari accorgimenti tecnico sanitari, così con beata incoscienza, sino ad arrivare a sfiorare l’emergenza ambientale all’inizio degli anni ’90, quando sollecitata dall’interessamento della magistratura, l’amministrazione comunale invoca l’intervento dell’allora azienda municipalizzata AMI, poi inglobata dall’attuale HERA SPA, per sanare e bonificare il sito, in cambio della gestione dell’impianto, che prevedeva un primo e un secondo lotto di ampliamento. Si potrebbe pensare che si sia trattato di una soluzione di buon senso, vista la necessità di bonificare un sito compromesso e potrebbe essere vero, se non fosse per le particolarità ambientali del sito dove la discarica si trova. Firenzuola è un paese montano e la discarica si trova in quota, sviluppandosi tra i 550 e i 600 mt di altitudine s.l.m. (al limite dell’autorizzabilità per la regione Toscana), adagiata su una altura di crinale, con una pendenza del 30-40%. Al piede dell’impianto scorre il fiume Diaterna, che si getta nel più grande e conosciuto Santerno, fronte indispensabile di acqua potabile per molti paesi dell’Emilia Romagna. Ad aggravare la situazione, la fragilità idrogeologica del terreno, che è appunto un terreno franoso. La discarica è stata gestita senza dubbio a norma di legge, con tutti gli accorgimenti tecnici del caso. Tuttavia, la nostra riflessione è questa: essendo la discarica in quota, pendenze importanti, con un fiume che scorre alla sua base, su un sito con problemi di frana, su un territorio ad elevata problematica sismica, è il caso di continuare a stiparvi tonnellate e tonnellate di rifiuti? Le discariche, dobbiamo saperlo, hanno vita lunga. Continuano a produrre liquami per decine e decine di anni successivamente alla loro chiusura, rimanendo un rischio per la salute e per l’ambiente. Bonificato il sito e recuperati i costi, la storia si poteva concludere. E invece no. Interviene la seconda emergenza. Alla Provincia di Firenze serve l’ampliamento della discarica del Pago, in modo tale da darsi il tempo di elaborare un programma complessivo di gestione dei rifiuti. L’amministrazione dell’epoca ritiene di rispondere sì a questa richiesta di aiuto da parte di Firenze. Vengono quindi autorizzati i lotti III e IV. Renzi stesso, da Presidente della Provincia di Firenze, viene a visitare l’impianto, per ringraziare Firenzuola e garantire che sarebbe stata l’ultima volta. Correva l’anno 2008. Oggi, trascorsi undici anni, chiusa la discarica da più di due, siamo di nuovo all’emergenza? Non si potrebbe crederlo, e invece si... di nuovo viene chiesto a Firenzuola, estrema, lontana, poco popolata periferia di Firenze, di accogliere i suoi rifiuti. E la programmazione? E il piano dei rifiuti? Possibile che il tempo non ci sia stato? Di fronte all’incapacità di affrontare in maniera lungimirante e organica il problema della produzione e dello smaltimento dei rifiuti, ci viene ancora una volta detto che c’è un’emergenza da affrontare e che l’inevitabile risposta è lo smaltimento in discarica, dimenticando gli impegni presi e calpestando la volontà delle comunità locali, senza però smettere di dichiarare in via di principio quanto bella sia l’economia circolare! Il nostro territorio è solo una delle molte periferie, un esempio di area marginale, sul cui destino però sarebbe l’ora venisse preso un orientamento chiaro. Si tratta, come da un lato viene sostenuto dalla Strategia per lo sviluppo delle aree interne, di un patrimonio ambientale e culturale da potenziare e valorizzare o di un angolo di Toscana sperduto e di poco peso politico, da portare ad un lento ed inevitabile spopolamento ed immiserimento? Con la sua superficie di oltre 26.000 ettari ed i suoi 50 tra borghi e frazioni, Firenzuola dispone di una ricchezza ambientale e naturalistica da riscoprire e valorizzare. Lo spopolamento dei territori montani non fa bene nemmeno alle città. E non è ricacciando il più lontano possibile, al margine i rifiuti del centro, che si può pensare di aver risolto il problema. FIRENZUOLA, 13/03/2018