17 MAR 2025
OK!Firenze

Dopo l'otto marzo. A Firenze è donna un amministratore delegato su cinque

I dati sull’imprenditoria femminile e le quota rosa negli organi direttivi dell’Area metropolitana.

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Imprenditoria femminile nella metrocittà Imprenditoria femminile nella metrocittà © Image by Gerd Altmann from Pixabay
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E’ donna solo un amministratore delegato su cinque delle società nell’area metropolitana fiorentina. La quota rosa dei capi azienda (gli ad) è per l’esattezza del 20,6%. La presenza femminile è più marcata ai vertici degli organi di controllo. In questo caso è donna oltre un presidente di sorveglianza ogni tre (il 37,5%).
Questi alcuni dati salienti del rapporto sull’imprenditoria femminile fiorentina dell’area metropolitana di Firenze, elaborati a chiusura della Festa della donna dal Centro studi della Camera di Commercio di Firenze. 
Sono 22.624 le imprese femminili registrate in metrocittà nel 2024; di queste, 19.964 quelle attive ed operative. Si mantiene stabile la quota sul totale dell’imprenditoria fiorentina (22,5%), valore che denota una presenza lievemente inferiore a quella regionale (22,7%) e sotto di circa 1,5 p.p. al dato medio italiano.

Nel corso dell’ultimo anno le imprese femminili attive hanno tenuto calando dello 0,4%, a fronte di una variazione nulla del resto delle imprese attive. Lo scorso anno la variazione si era attestata al -0,7%, mentre per trovare uno scarto positivo dobbiamo risalire al 2022 (+0,2%), valore quest’ultimo che si inseriva in una serie di lievi ribassi. A livello toscano e nazionale, nel 2024 l’arretramento è stato di un punto percentuale, superiore di 1 (Toscana) e 3 decimi di punto (Italia) al resto delle imprese.

I dati per settore economico evidenziano come le imprese femminili tendano a concentrarsi in due grandi settori dell’economia: i servizi (39,7%), dove un peso importante proviene dalla conduzione e gestione di attività volte alla cura e al benessere, seguiti dalle attività commerciali in generale (quindi dettaglio e ingrosso) e più strettamente legate alla filiera turistica (pubblici esercizi e attività ricettive). Da segnalare anche l’8.1% delle imprese in agricoltura, valore superiore alla media riferita all’insieme delle imprese attive.

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