Ecco perché dovresti mettere le chiavi dell’auto nel microonde - okmugello.it © N. c.
Sono stati rubati oltre 75.000 veicoli in Italia, un dato che mostra come i ladri abbiano cambiato tecniche e strumenti. Oggi non servono più vetri infranti o serrature forzate: i nuovi furti si consumano grazie alla vulnerabilità delle chiavi elettroniche. Gli strumenti tecnologici che facilitano l’uso dell’auto sono diventati, allo stesso tempo, la porta di ingresso per chi sa manipolare i segnali a distanza.
Le nuove tecniche dei ladri: dal relay attack ai disturbatori di segnale
La tecnica più diffusa è il cosiddetto relay attack. Un ladro si avvicina all’abitazione della vittima con un amplificatore RF in grado di captare il segnale della chiave elettronica. Questo segnale viene trasmesso in tempo reale a un complice che si trova accanto alla vettura. In pochi secondi, l’auto riconosce il codice e si apre come se fosse stata usata la chiave originale. Nessun segno di effrazione, nessuna traccia evidente.
Un’altra modalità sempre più frequente riguarda l’uso di disturbatori di segnale. In pratica, i dispositivi bloccano la chiusura automatica dell’auto: il proprietario crede di aver chiuso la vettura, ma in realtà le portiere restano sbloccate. Al ritorno, l’auto è già stata svuotata o portata via.
Queste tecniche si diffondono rapidamente perché non richiedono particolari competenze, solo strumenti che sul mercato nero sono ormai facilmente reperibili.
Come difendersi: il trucco del microonde e le soluzioni domestiche
La buona notizia è che difendersi non significa acquistare sistemi costosi o modificare l’elettronica del veicolo. Un microonde spento può diventare una vera e propria gabbia di Faraday, bloccando le onde radio emesse dalla chiave. Inserendo le chiavi nello sportello chiuso del forno, il segnale non viene più intercettato e resta protetto da qualsiasi tentativo esterno.
Per chi teme che qualcuno possa accendere il microonde per errore, esistono alternative sicure: un frigorifero o una scatola metallica chiusa ermeticamente svolgono la stessa funzione, isolando la chiave da possibili hackeraggi. La condizione fondamentale è che il contenitore sia continuo, senza fessure da cui il segnale possa uscire.
Il principio è semplice: le onde RF utilizzate dalle chiavi elettroniche hanno bassa potenza e sono facilmente intercettabili. Ma lo stesso segnale può essere schermato con materiali conduttivi che ne impediscono la propagazione. È qui che entra in gioco la logica della gabbia di Faraday, applicata a oggetti di uso comune.
A completare la protezione ci sono le Faraday bag, piccole custodie portatili progettate appositamente per schermare chiavi e carte elettroniche. Sono accessori economici, pratici e utili quando ci si sposta spesso.
Adottare queste precauzioni è un gesto quotidiano che riduce drasticamente il rischio di subire un furto. Chi pensa che basti parcheggiare sotto casa per essere al sicuro, sbaglia: i ladri di oggi lavorano con la tecnologia, senza rumore né segni di effrazione. La prevenzione passa da soluzioni semplici, accessibili a tutti, che possono davvero fare la differenza.
