Probabilmente era una scommessa, spostare gli spettacoli di uno dei festival estivi più importanti d’Italia dalla centralissima Piazza Santissima Annunziata a Firenze al parco Mediceo di Villa Demidoff a Pratolino, e a colpo d’occhio la cosa sembrava quasi impossibile. Invece….
Certo, la comodità del centro, il poter andare anche a piedi rispetto a raggiungere una delle aree parking fuori città, prendere una navetta fino all’ingresso del parco patrimonio dell’Unesco, farsi un bel pezzo di strada sterrata fino al Colosso degli Appennini, facile in discesa, ma per il ritorno ci vuole un certo allenamento…
Nonostante il cambio di location, il Musart ha registrato il pieno tutte le serate, offrendo una serie di imperdibili concerti che hanno portato a Pratolino migliaia di spettatori provenienti da mezza Toscana ed oltre.
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Inaugurazione con i Pink Floyd Legend & Orchestra della Toscana in un bellissimo concerto ricordare l’album capolavoro “The Dark Side Of The Moon”, proposto per intero, insieme ad altri capisaldi dei Pink Floyd a cominciare da “Another Brick in the Wall” e proseguire con “Wish You Were Here” in un caleidoscopio di Video, luci e fumi che impreziosiscono molto un concerto già bellissimo anche solo musicalmente, e non colpisce che I Pink Floyd Legend, solo negli ultimi quattro anni, con i loro spettacoli dedicati al gruppo fondato a Londra nel 1965, possono vantare oltre 120.000 spettatori.
Sold Out per il secondo appuntamento in cartellone con lo straordinario Roberto Vecchioni. "Porto sempre in tasca un pezzetto della copertura di quello che era il Teatro tenda di Firenze, perchè è il mio portafortuna" Inizia così, parlando, lo show al parco mediceo di Pratolino, Roberto Vecchioni ospite dell'edizione 2024 del Musart.
Un lungo prologo prima del primo pezzo, poi finalmente canta ed è la magia di sempre anche se attinge a quella parte di repertorio meno conosciuta, "Storia e leggenda del lanciatore di coltelli", "Ti insegnerò a volare" tutti i brani anticipati da lunghissime presentazioni "Ogni canzone d'amore" "Vincent". Racconta di quando lo arrestarono per poi assolverlo 5 giorni dopo e canta "Signor Giudice (un signore così così), racconta della compagna da 43 anni e canta "La mia ragazza" in questo show che, più che un concerto assomiglia al Teatro-Canzone di Gaber. Indossa la giacca del chitarrista e dopo essersi messo un cappello bianco diventa "Giacomino"che, non ama la natura perchè la natura non ha amato lui, poi qualcosa di più conosciuto che anima il pubblico che aveva completamente esaurito i posti disponibili (Gradinate comprese)," El bandolero stanco" la splendida "Luci a San Siro" poi ricorda la notte tra l'8 ed il 9 giugno del 1999, la vigilia del suo ultimo giorno da professore , la notte in cui scrisse quella "Sogna ragazzo sogna" che quest'anno ha riproposto a Sanremo con Alfa e che gli ha valso il disco . Immancabile bis con quella "Samarcanda" che nel 1977 gli aprì le porte del successo, un successo che a distanza di 47 anni sembra non volersi neppure affievolire e lo dimostra il successo ottenuto sul bellissimo palco montato di fronte al Colosso degli appennini
Come in una fiaba Celtica, Loreena McKennitt strega Pratolino nel terzo appuntamento in cartellone. Mancavano solo le fate, le divinità, le creature magiche, alcune benevole e altre spaventose delle leggende celtiche e irlandesi che, con molta probabilità nel magnifico parco di Villa Demidoff si sarebbero trovate a loro agio, accompagnate dalla musica straordinaria di Loreena McKennitt ospite del Musart con il suo “The Mask and Mirror - 30th Anniversary Tour” con cui l’artista canadese ma sangue irlandese celebra i 30 anni di uno dei suoi album più acclamati, “The Mask and Mirror” accompagnata da una band straordinaria nella quale spicca la violoncellista Caroline Lavelle. Loreena passa dal pianoforte all’arpa, dalla fisarmonica alle tastiere dimostrandosi una polistrumentista di primissimo ordine ed anche la voce, che personalmente non ricordavo così potente nei primi dischi, è maturata ed è bellissima. Con la fisarmonica suona “Tango to Evora” ma quando di mette all’arpa e suona e canta “The lady of shalott” (tutte e due dal cd The Visit) “Che scorre verso Camelot. Quattro mura grigie e quattro torri grigie, Affacciati su uno spazio di fiori, E l'isola silenziosa si avvolge, La signora di Shalott”, che il concerto ha il suo apice, facendo letteralmente esplodere il pubblico che aveva riempito il prato davanti al colosso degli Appennini.
Sold out record per Il volo e tutta l’emozione tra opera e pop
“Tutti Per Uno – Capolavoro” è il tour dei 15 anni di attività de “Il volo” il trio italiano più famoso al mondo che è stato accolto dagli applausi di una folla oceanica che aveva raggiunto il parco di Villa Demidoff con ogni mezzo messo a disposizione dagli organizzatori.
Aprono in trio, poi un pezzo a testa da solisti: Ignazio Boschetto canta e fa accapponare la pelle a tutti con “Almeno tu nell’universo”, Gianluca Ginoble “Can’t Help Falling in Love” e Piero Barone “E lucean le stelle” e da quel momento è un susseguirsi di emozioni ed applausi con una scaletta volutamente ruffiana che, o prima o dopo riesce a trascinarti nel vortice di note, che tu sia amante dell’opera o della musica leggera. Cantano “Se telefonando” “Capolavoro” (il brano presentato all’ultimo Sanremo) “Miserere” “Il mare, impetuoso al tramonto...” poi uno dei brani del nuovo album, la bellissima “Succede” ed ancora un omaggio a Morricone con la colonna sonora di “Nuovo cinema paradiso” che loro hanno trasformato in “Se” e dal nuovo disco “Il mondo all’incontrario”. cantano “Hallelujah” mentre il parco si trasforma in un meraviglioso tappeto di luci bianche. Poi ancora Morricone con “Here's to you” che Gianluca Ginoble scende a cantare in platea, l’immancabile “Caruso” ed un’interpretazione da brividi di Piero Barone di “Who Wants to Live Forever” e in trio (e tutto il pubblico che canta) con “Il mondo”. Finale inevitabile con “Grande amore” di questo concerto bellissimo, pieno di emozioni, grande musica e tre grandissime voci.
Slittamento del concerto dei Pooh che inabili per un’influenza sono costretti a rimandare il loro incontro con il pubblico a domenica 28 luglio soffiando così la chiusura del festival ai CCCP che si sono esibiti venerdi 26 di fronte ad una folla oceanica che aveva addirittura richiesto la chiusura della strada qualche ora prima delle serate precedenti.
Esauriti i biglietti disponibili in pochissime ore per il gruppo punk filosovietico nato nel 1982 e scioltosi nel 1990. Dopo 40 anni la «cellula dormiente si è risvegliata» e data dopo data sta collezionando sold-out a raffica. Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni, Annarella Giudici e Danilo Fatur hanno regalato anche al pubblico del Musart un concerto del quale sentiremo parlare per molto tempo.
Finale quindi con Gli “Inossidabili” Pooh che, puntuali come promesso sul biglietto, alle 21,15 salgono sul palco e da quel momento fino a mezzanotte, è magia! Accompagnati anche da Riccardo Fogli, Dodi Battaglia, Red Canzian e Roby Facchinetti hanno infiammato (il termine non è scelto a caso) con una scaletta di oltre 50 canzoni da “Canterò per te” “Stai con me” “Rotolando respirando” “Giorni infiniti” le due parti di “Dove comincia il sole” davanti ad un pubblico letteralmente in delirio per questa band che sembra non risentire affatto dei 50 anni di carriera.
I Pooh non sono una band sono una specie di gruppo di supereroi della Marvel, indistruttibili e inossidabili nonostante Facchinetti riveli il segreto della Kryptonite che per loro è stata l’aria condizionata che ha impedito il concerto programmato per giovedi 25.
Lo Slittamento a domenica per colpa appunto di un malanno ad uno della band ha sicuramente causato un disagio, qualcuno avrà dovuto rinunciare e qualcun altro, che magari il giovedì non avrebbe potuto, sarà stato contento invece di poter assistere, comunque Facchinetti si scusa con il pubblico per il disagio (non necessario ma comunque molto educato) e la festa riparte con “La donna del mio amico” “L’altra donna” “Stare senza di te” “Noi due nel mondo e nell’anima” “La mia donna”. Ricordano Valerio Negrini, poi torna Fogli e canta “Storie di tutti i giorni” il brano che gli valse la vittoria di Sanremo 82 e da quel momento in avanti la formazione è a quattro più Phil Mer alla batteria e Danilo Ballo alle tastiere e mentre il pubblico salta abbagliato dalle fiammate, dai soffioni di fumo e da un impianto luci, come sempre superiore a qualsiasi altro gruppo italiano, la musica continua.
“Infiniti noi” “Parsifal” (ritornato in classifica l’anno scorso) “Vieni fuori” “Uomini soli” Vittoria di Sanremo 90, “Piccola Katy” “Viva” “Notte a sorpresa” “Pierre” ed il pubblico che aveva completamente riempito il prato davanti al Colosso degli Appennini, corre sotto il palco e canta a squarciagola “Io sono vivo” “Non siamo in pericolo” “Tanta voglia di lei” “Dammi solo un minuto” “Se c’è un posto nel tuo cuore” “Pensiero” ed un bellissimo tributo al compianto Stefano D’Orazio che in video canta ”Dimmi di sì”. Conclusione con “Chi fermerà la musica” di una scaletta di oltre 50 pezzi, di un concerto straordinario che è riuscito a toccare il cuore di almeno 5 generazioni di un pubblico fedele ed emozionato che ha regalato a Roby, Dodi, Red e Riccardo gli applausi di coloro che volenti o nolenti hanno comunque più di un momento della loro vita legato alle canzoni dei Pooh, quindi “Chi fermerà la musica?”…
Un festival perfettamente organizzato, con un sistema logistico ineccepibile, con l’impagabile contributo dei volontari delle Misericordie dell’area fiorentina che oltre a garantire, qualora ce ne fosse stato bisogno un rapidissimo intervento medico, si sono occupati anche del trasporto e l’accompagnamento fino al palco delle persone disabili che altrimenti avrebbero dovuto rinunciare a partecipare ad un evento eccezionale.
Unico neo, se proprio vogliamo spaccare il pelo in quattro, uscire dal cancello e ritrovarsi nel buio totale… Non ho capito perché i lampioni nel tratto che dal cancello di Villa Demidoff porta a Pratolino erano spenti su tutti e due i lati della strada. tutte le sere.