Da Catullo a Dante, da Cavalcanti a Petrarca, da Boccaccio a Platone, quelli che hanno scritto e cercato di capire l’amore ci sono tutti in “Cantami d’amore”, il primo spettacolo di Edoardo Prati, classe 2004, studente e appassionato dei grandi classici della letteratura. Dopo aver conquistato tutte le generazioni sui social, è arrivato ieri sera a Vicchio, in un Teatro Giotto pieno fino all’inverosimile, per il secondo appuntamento della stagione 2024/25.
Edoardo intraprende sul palco un viaggio attraverso le parole che i grandi poeti hanno scelto nel tempo per cantare d’amore, mescolando in maniera unica e delicata la propria visione delle cose alle pagine più belle della letteratura classica e della musica, da Lucrezio a Battiato.
Un mixer riuscito tra una lezione ed uno spettacolo, con Edoardo simpatico quel tanto che basta per interessare anche quelli che non sono prettamente amanti della letteratura classica. Intrattiene facendo scivolare di tanto in tanto qualche battuta a doppio senso (quando estrae dalla valigia un’edizione piccolissima della Divina Commedia e gioca sulle dimensioni…). Dallo scritto del sommo poeta cita il V° canto, quello di Paolo e Francesca, poi Boccaccio con la quarta giornata del Decamerone e la storia di Girolamo che ama Salvestra, tutti alla ricerca dell’amore, tutti alla ricerca dell’altra metà, quella che Platone diceva dipendesse dal fatto che all’inizio l’uomo fosse di forma sferica e poi tagliato a metà.
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Arriva anche la musica in scena, ma anche quella, così come per l’amore, riserva ben poche gioie, “Dolente Immagine Di Fille Mia”
«Ombra di Fillide, riposa in pace; è inestinguibile l'antico ardor…» di Vincenzo Bellini. (sarebbe deprimente anche fatta Rap)
Il pubblico, che aveva esaurito (come era del resto prevedibile) ogni posto disponibile, ha seguito ipnotizzato ed applaudito il racconto di Edoardo Prati, che a soli 20 anni ha in qualche modo cercato di spiegare l’amore attraverso le parole e le storie di persone con molti più anni ed esperienza, che si sono straziati, hanno pianto, hanno ucciso o sono morti per quell’amore tanto cantato, nonostante non ci avessero capito molto… Neppure loro!