Eolico sul monte Gazzaro. Raccolta di firme presso le edicole del Mugello. Info... © n.c.
E il racconto della giornata di domenica scorsa; quando il maltempo non ha fermato gli attivisti del comitato. Ricordiamo a tutti, come ci comunicano dal comitato, che per tutta la settimana sarà possibile firmare l'appello contro l'impianto presso le edicole del Mugello. Ecco intanto la nota che rieviamo e pubblichiamo:
Sandra, una delle persone più attive del Comitato Monte Gazzaro sintetizza molto bene lo spirito della giornata di sabato 2 novembre, giorno in cui il Comitato aveva convocato una manifestazione (raduno al Passo della Futa, quindi camminata fino alla cima del monte, rientro nel primo pomeriggio con bruciate e vino nuovo per tutti): “vorrei comunicare il mio entusiasmo per la giornata di ieri, per come tra tutti siamo riusciti a fare del maltempo una occasione per un incontro insolito, si è creato un clima speciale, di intesa emozionale, la poesia, l' inno, la canzone antica e sempre rinnovata, la testimonianza sul libro e la vicenda di Luca hanno toccato corde profonde; certo si è dedicato poco tempo ai discorsi tecnici specifici mentre ce ne sarebbe un estremo bisogno; … e anche la sintesi fatta dal Notav su quello che era il maggior successo della loro azione (se non sbaglio fare affezionare le persone ad un posto scempiato e bruttissimo come la Val Clarea!) va in questo senso, dell'attivazione delle risorse emotive, relazionali.
Incassato il prezioso tesoretto di questa giornata, dovremmo riflettere su come continuare su questa strada valorizzando le bellissime risorse che abbiamo nel comitato”. La mattina, alle 10, al passo della Futa erano in più di trenta, ma nebbia, vento e pioggia hanno fatto capire subito che della camminata sul monte non c’era nemmeno da parlarne. Anche stendere lo striscione non è stata cosa facile.
È stato deciso allora di spostarsi al ristorante della Futa per aspettare eventuali altri “manifestanti”. E qui la prima piacevole sorpresa: un gruppo di escursionisti altoatesini che avevano percorso a piedi da Bologna il “Sentiero degli Dei”, e che stavano per affrontare il tratto del Monte Gazzaro-Osteria Bruciata, erano stati costretti dal maltempo a rifugiarsi nel bar.
Sono stati i primi a firmare l’appello del Comitato contro l’eolico “selvaggio” sul crinale dell’Appennino. Sotto la tettoia antistante il ristorante intanto si erano accalcati i “nemici” di questo eolico assurdo, inutile, anzi dannoso. E qui la seconda sorpresa: la cantante di musica popolare Angela Batoni aveva composto una “Cantata per il Sentiero degli Dèi”. Distribuito il testo, è stata cantata in coro e subito proclamata inno ufficiale del Comitato.
A questo punto non si poteva certo aspettare le tre del pomeriggio per mangiare le bruciate e i manifestanti si sono trasferiti al chiuso e all’asciutto, grazie all’ospitalità della Società Sportiva Alto Santerno, che gestisce lo chalet di proprietà comunale nella frazione Traversa. Qualcuno, che è arrivato alle tre alla Futa per la conclusione della manifestazione e non ha trovato nessuno c’è rimasto male e ha giustamente protestato contro gli organizzatori, ma davvero il tempo non consentiva nemmeno di lasciare un cartello o un avviso. Del resto anche i carabinieri di Firenzuola, che dovevano seguire il regolare svolgimento della manifestazione, hanno faticato un po’ a scoprire dove si erano rintanati i manifestanti.
All’interno dello chalet sono stati ribaditi i punti essenziale della battaglia contro l’eolico sul Gazzaro. “Noi non siamo quelli del no nel mio giardino e nemmeno quelli del no sempre e dovunque all’eolico. Un impianto come quello del Gazzaro non arreca nessun beneficio alle popolazioni locali e, rispetto al fabbisogno energetico della zona, ma anche a livello regionale e nazionale, la produzione di quelle 6 pale (5,1 MW potenziali) è meno che una goccia in mezzo al mare; la riduzione di fonti energetiche non rinnovabili rispetto ai danni provocati dall’impianto porta a un bilancio ecologico negativo”. Come giustamente ha rilevato la Commissione del Paesaggio del Comune di Barberino – è stato detto nel corso dell’incontro e scritto nell’Appello promosso dal Comitato – “i benefici dell’opera, per altro di carattere prevalentemente privatistico, non controbilanciano, nel caso in oggetto, il forte impatto paesaggistico e naturalistico ambientale sulle aree”.
Già, una delle cose che proprio non convince – si è detto all’assemblea a Traversa – è “il carattere prevalentemente privatistico” dell’opera e dei benefici economici, che vanno esclusivamente a chi costruisce e gestisce l’impianto. La Hergo Wind, la società che ha presentato il progetto, sostiene che non è vero: una parte andrà allo stato perché noi pagheremo le tasse. ”Quanto ai costi – scrivono quelli della Hergo Wind – , sarebbe bene che tutti i detrattori delle rinnovabili scorporassero dalle cifre quello che torna allo Stato in forma di imposizione fiscale”. “Ci mancherebbe solo – commentano ironicamente al Comitato” che le multinazionali del vento chiedessero anche l’esenzione fiscale!” e non si rassegnano: vogliono sapere dagli amministratori locali e dalle autorità regionali quali sono i vantaggi reali, dal punto di vista dell’interesse pubblico, di un’opera del genere.
Non siamo visionari o sognatori romantici: il nostro è un ragionamento razionale e semplice. Anche se l’amore per la natura, per i luoghi in cui siamo nati e viviamo o che, in qualche modo, sono entrati nella nostra vita non è una cosa da buttar via, anzi è una cosa che può determinare il futuro in un senso o in un altro.
A questo punto si è inserito, con un incastro perfetto, l’intervento dei rappresentati NOTAV della Val di Susa, Collettivo “Spinta dal BasS – Vis Rabbia”, che ha presentato il libro Nemico pubblico. Pecorelle, lupi e sciacalli, dedicato a come la stampa e i media hanno trattato la vicenda di Marco Bruno (il giovane che disse “pecorella” a un carabiniere) collegata a quella di Luca Abbà, l’attivista “precipitato” dal traliccio dell’alta tensione su cui era salito durante una manifestazione. E il racconto di come l’amore per la propria terra, anche per i luoghi “più brutti e insignificanti” può muovere la storia. Figuriamoci quando i luoghi sono belli, come in gran parte della Val di Susa e in gran parte del nostro Mugello.E ora il Comitato va avanti: raccolta di firme, iniziative nelle frazioni e nei paesi interessati, pressione e confronto con le istituzioni, osservazioni circostanziate e motivate contro il progetto in via di approvazione definitiva.
Per informazioni e contatti: facebook.com/comitato.montegazzaro, comitatomontegazzaro@gmail,com
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