25 MAR 2025
OK!Firenze

Petizione contro l’eolico industriale di Monte Giogo di Villore: difendere le montagne per proteggere le pianure

L’appello alla Regione Toscana si rafforza dopo l’emergenza maltempo: distruggere i crinali significa esporre i cittadini a nuove calamità.

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No eolico. No eolico. © Crinali liberi
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La petizione contro la realizzazione dell’impianto eolico industriale di Monte Giogo di Villore prende ancora più valore alla luce della recente emergenza maltempo che ha colpito il Mugello, la Valdisieve e la Piana Fiorentina, causando alluvionamenti, frane e danni ingenti. Se non si comprende che la difesa delle pianure passa necessariamente dalla tutela delle montagne, ci troveremo a fronteggiare altre catastrofi come quella appena avvenuta.

Il progetto prevede l’installazione di sette aerogeneratori sul crinale appenninico, un’area ad altissima biodiversità e fondamentale per l’equilibrio idrogeologico del territorio. Per costruire l’impianto saranno abbattute faggete secolari, interrati torrenti essenziali per la risorsa idrica pubblica e sbancati versanti già fragili, con il rischio di aggravare la vulnerabilità idrogeologica della zona. Il tutto con la giustificazione di una produzione di energia “sostenibile” che, paradossalmente, si otterrebbe a costo della distruzione di un ecosistema di straordinaria importanza.

Le Soprintendenze di Firenze e Forlì, così come il Parco Nazionale Foreste Casentinesi, hanno già espresso parere contrario al progetto, sottolineandone l’impatto ambientale e paesaggistico. Nonostante ciò, il piano ha ottenuto una Valutazione di Incidenza Ambientale positiva, cancellando di fatto le tutele di un’area protetta e strategica per il territorio.

La petizione lanciata dal Comitato Tutela Crinale Mugellano, insieme a Crinali Liberi e TESS (Transizione Energetica Senza Speculazione), non è solo un grido d’allarme per l’ambiente, ma un appello a tutti i cittadini che non vogliono ritrovarsi, ancora una volta, a spalare fango dopo eventi che non sono affatto “imprevisti” o “eccezionali”, ma la conseguenza diretta dello sfruttamento intensivo e irrazionale del territorio. Se vogliamo proteggere le nostre comunità da nuove calamità, dobbiamo opporci alla distruzione delle montagne e difendere un modello di sviluppo che non sacrifichi la natura in nome di un’energia solo apparentemente sostenibile.

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