Il Consiglio Comunale aperto di ieri, dedicato ai cronici disservizi della linea ferroviaria “Faentina”, si è trasformato in una sorta di teatro dell’assurdo, con accuse e critiche infuocate, perlopiù provenienti da sindaci e rappresentanti istituzionali dello stesso colore politico della Regione sotto accusa. Un pomeriggio animato, tra promesse non mantenute, ricordi di azioni dimostrative passate e, diciamolo, un certo gusto per la sceneggiata.
La Faentina non funziona da anni, e questa non è certo una novità. Ritardi, cancellazioni e disagi sono la norma per i pendolari, che da tempo alzano la voce attraverso comitati e proteste, spesso cadute nel vuoto (basta cercare nell'archivio di OKMugello per rendersene conto). La novità di ieri è che a criticare la Regione Toscana non sono stati solo i cittadini esasperati, ma anche i sindaci del Mugello, che hanno deciso di puntare il dito contro l’Assessore Regionale ai Trasporti Stefano Baccelli.
Un esempio su tutti? Francesco Tagliaferri, sindaco di Vicchio, che con tono teatrale ha tuonato: “Se non porterete soluzioni concrete, non mettete più piede in Mugello.” Un’uscita così veemente da richiedere l’intervento della presidente del Consiglio Comunale per richiamarlo all’ordine.
Eppure, sorge spontanea una domanda: dov’erano questi sindaci fino a ieri? Perché non alzare la voce prima, quando i problemi erano già evidenti? Forse una spiegazione c’è: fa comodo lamentarsi quando la gravità della situazione è ormai evidente a tutti.
Unica voce davvero coerente, quella di Massimo Rossi, rappresentante del Comitato Pendolari, che non ha risparmiato accuse né alla Regione né a Trenitalia. Rossi ha definito la Faentina “un incubo che si ripete” e ha snocciolato una lista interminabile di promesse non mantenute. Una protesta che ha il sapore dell’autenticità, diversamente dalle lacrime di coccodrillo versate da chi, fino a ieri, sembrava cieco di fronte ai problemi.
Ironico pensare che, oltre un decennio fa, un altro rappresentante dei pendolari fece scalpore denudandosi sui binari della Faentina per protestare contro i disservizi. Oggi, quel protagonista del passato (divenuto poi Sindaco) sembra essersi dimenticato del fervore che lo animava un tempo. Forse le vesti istituzionali, una volta indossate, fanno dimenticare i problemi vissuti sulla pelle dei cittadini?
L’Assessore Baccelli, finito nel mirino delle critiche, ha provato a difendersi elencando gli investimenti realizzati: “Dal 2019 abbiamo stanziato 271 milioni di euro. Il problema non è la mancanza di risorse, ma la regolarità e puntualità del servizio.” Una difesa che non sembra aver convinto nessuno, considerata l’insoddisfazione palpabile in sala.
Gabriele Ticci di RFI e Natalia Giannelli di Trenitalia hanno provato a mettere qualche toppa, promettendo nuovi treni e interventi infrastrutturali, ma il risultato è sembrato più un esercizio retorico che una reale assunzione di responsabilità.
Il Consiglio Comunale si è concluso con un senso di insoddisfazione generale. Il sindaco di Borgo San Lorenzo, Leonardo Romagnoli, ha promesso di monitorare la situazione, ma il dubbio resta: si tratta di un cambio di passo reale o solo di un’occasione per scaricare le colpe su altri?
Le critiche, per quanto accese, suonano inevitabilmente un po’ tardive. La Faentina è in crisi da anni (forse decenni), e chi oggi grida allo scandalo forse avrebbe potuto – e dovuto – fare qualcosa molto prima. Forse meno lacrime di coccodrillo e più azioni concrete avrebbero evitato di arrivare a questo punto. Ma si sa, indignarsi a problema conclamato è sempre più facile.
Gianna Megli
Finalmente i sindaci si esprimono. C’è stato un cambio di guardia indipendentemente dai partiti politici. Finora anche le opposizioni non è che avessero fatto grandi cose, Le persone a volte contano!!