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Faentina, la ferrovia dei disastri: ritardi, disservizi e promesse mancate. Sarà la volta buona?

Per anni la Faentina ha garantito solo ritardi, treni soppressi e corse insufficienti. Ora i pendolari si fanno sentire: il discorso di Massimo Rossi

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Massimo Rossi Massimo Rossi © OKM
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La situazione della linea ferroviaria Faentina è diventata emblematica delle difficoltà del trasporto pubblico locale, con ritardi, soppressioni improvvise, guasti frequenti e condizioni di viaggio spesso inaccettabili per i pendolari.

Nel suo discorso, Massimo Rossi, portavoce del Comitato, ha elencato una lunga serie di criticità che affliggono la Faentina, dal sovraffollamento alle soppressioni di corse, dalla chiusura delle biglietterie alle condizioni vetuste del materiale rotabile. A seguire il comunicato diffuso:

La Faentina è ormai il simbolo di un trasporto ferroviario che non funziona, tra ritardi cronici, soppressioni improvvise, guasti continui e condizioni di viaggio indegne per i pendolari. A questi problemi si aggiunge ora l'assenza di un responsabile, se di responsabilità si deve parlare. Le promesse fatte dal 1995 in poi, chi avrebbe dovuto mantenerle? La mancanza di treni e i servizi scadenti sono forse una novità? Perché i sindaci, espressione dello stesso colore politico della Regione, non hanno mai trovato una soluzione concreta? Considerato che i disservizi del trasporto ferroviario locale non possono certo essere imputati ai pendolari, sembra che la responsabilità sia stata scaricata su nessuno e che a regnare sia solo l'ipocrisia di chi avrebbe potuto intervenire e non l'ha fatto. La manifestazione di domenica 2 febbraio è stata un grido di protesta contro un sistema che penalizza un intero territorio. Pendolari, comitati e istituzioni locali chiedono, una volta per tutte, che la Faentina venga trattata come un'infrastruttura strategica e non come una linea ferroviaria di serie B. Pubblichiamo di seguito il discorso integrale di Massimo Rossi, portavoce del Comitato pendolari "Attaccati al treno".

Eccoci qua. Buongiorno e buona domenica. Grazie per essere venuti ad ascoltare e condividere le proposte del nostro Comitato Pendolari della Faentina, di Mugello attaccati al treno. Potrei mettermi a fare l’elenco delle angherie che ogni giorno noi pendolari subiamo: ad iniziare dai ritardi continui, qual è l’unica certezza della Faentina? L’arrivare in ritardo. Potrei elencare le date in cui ogni tipo di disservizio vi possa venire in mente si è realizzato; scandire i dati di una drammatica crisi, col graduale aumento delle criticità negli ultimi anni, in un percorso fatto di guasti ai treni, soppressioni di corse, sostituzioni con bus fantasma, buchi nel Memorario, sovraffollamenti (chi monta a San Piero è certo di fare il viaggio in piedi), pioggia all’interno dei vagoni, principi d’incendio ai freni e al motore del Minuetto (l’ultimo, se non erro il quarto negli ultimi anni, è dello scorso 2 ottobre) la chiusura di tutte le biglietterie e dei punti di informazione in ogni stazione lungo il percorso da Faenza a Firenze, l’arrivo partenza a Firenze non in Santa Maria Novella ma presso i binari 17 e 18 destinati ai soli Mugellani, relegati alla Fortezza, quindi ad almeno 8 minuti di cammino a passo svelto (non certo quello di un invalido, di un bambino, di un anziano…); del fatto che dalle 9,30 alle 12,30 nessun treno parte da Borgo; del fatto che se ti sopprimono o perdi il treno delle 21,40 devi dormire a Firenze o farti venire a prendere perché è l’ultimo; del fatto che i ritardi comunicati da Trenitalia sono sempre inferiori a quelli reali testimoniati dai viaggiatori, del fatto che il Minuetto (nuovo 25 anni fa) sul quale viaggi è così usurato da stare più in officina che sulle rotaie.

Per non parlare delle tribolazioni dei pendolari della tratta Faenza-Marradi-Borgo, profondamente colpita dalle frane conseguenti gli eventi alluvionali del maggio 2023. Di quei pendolari che vanno a letto la sera convinti di prendere al mattino un treno per andare a scuola o al lavoro e invece si alzano e apprendono da una app sul telefonino che invece è piovuto, piove o pioverà e per loro ci saranno, se ci saranno,  solo  bus sostitutivi, le più volte con posti insufficienti ad accoglierli tutti.

Sarebbe un elenco lunghissimo, interminabile. Preferisco spendere questo tempo per proporre un futuro che parte da lontano. Sulla richiesta che finalmente le promesse che ci sono state fatte vengano mantenute, a partire da quelle del 27 luglio 1995, da quando il primo Accordo quadro firmato da Ministero dei Trasporti, Ferrovie, TAV e Regione Toscana, nell’ambito delle contropartite per i danni idrogeologici che avrebbe portato il passaggio dell’Alta Velocità nel Mugello aveva previsto la riapertura della Ferrovia Faentina, l’arrivo a Santa Maria Novella e la sua elettrificazione. Sulle firme di accordi per uno stanziamento di 31 milioni di euro che dall’elettrificazione passarono poi all’acquisto di nuovi treni e alla posa di tratti a doppio binario, e infine al quasi nulla di oggi.  Da lì, dagli accordi del ’95 il nostro Comitato propone di ripartire. Al nostro Comitato non piace piangersi addosso, limitarsi alla pur sacrosanta denuncia delle inefficienze di Trenitalia o RFI o al mancato controllo della Regione di quanto realmente accade lungo al linea. Siamo più ambiziosi: preferiamo studiare e proporre soluzioni migliorative, confidando che diventino quelle di tutto un territorio, di ogni forza politica, di ogni cittadino. Senza divisioni.  Per questo chiediamo rispetto, rispetto degli impegni presi, rispetto di un territorio e rispetto delle persone, che non possono continuare a viaggiare come bestie e col patema d’animo di dover giustificare il ritardo ogni giorno col datore di lavoro o con la direzione scolastica perchè il treno si guasta, o non è partito, o è rimasto decine di minuti fermo per potersi scambiare negli insufficienti tratti a binario doppio con quello proveniente dalla direzione opposta, oppure a San Marco Vecchio perché deve dare la precedenza ai treni dell’Alta Velocità. Basta partire col treno precedente, dirà qualcuno. Certo, ma il treno precedente, se c’è, parte un’ora prima, due ore prima per chi viene da Marradi! 

Iniziamo allora dal bisogno più importante, quello primario: occorrono più treni. Perché senza un numero sufficiente di nuovi treni nessun progetto di sviluppo sarà possibile. Servono più corse, e per aumentare il numero delle corse servono più treni, e se il tracciato è monorotaia servono anche più tratti a doppio binario perché i treni possano scambiarsi senza doversi fermare. 

Nel merito. La Città metropolitana sta sviluppando un sistema di trasporto tramviario che collegherà i comuni ad est e ad ovest della cintura metropolitana, lasciando scoperta tutta la zona Nord, il Mugello, che per svilupparsi avrebbe bisogno proprio di un miglioramento del trasporto ferroviario. Con più treni (gli annunciati ma ancora non visti Blues o altri che siano) sarebbe possibile un nuovo Memorario che colmi i “buchi” attuali e preveda almeno  una coppia di corse notturne e più corse in fasce di punta pendolari, nell’ottica di una Faentina metropolitana di superficie tra il Mugello e Firenze, anche con dirette Borgo-SanPiero-Firenze che abbiano  un tempo di percorrenza vicino ai 30 minuti. Pensiamo poi ad un sistema di integrazione ferro-gomma che veda le stazioni di Borgo e San Piero punto di arrivo/partenza di bus provenienti dagli altri Comuni e dalle frazioni in coincidenza con le partenze/arrivi dei treni per e da Firenze. Più treni e meno bus verso Firenze, più bus e meno auto dalle periferie verso le stazioni. Meno emissioni di CO2 e meno inquinamento per tutti.

Poi occorre ottenere l’arrivo/partenza della Faentina a Santa Maria Novella e non a Binario 17-18 della Fortezza. Occorre prevedere la modifica del Contratto di Servizio Regione-Trenitalia con un’addendum che torni a rendere obbligatorio per Trenitalia confrontarsi singolarmente almeno una volta all’anno direttamente sul territorio. Infine, visti i tanti disservizi che i pendolari subiscono, prevedere, attraverso l'applicazione di penali a Trenitalia. il totale rimborso e l’azzeramento del costo o del rinnovo dell’abbonamento e non come oggi, un bonus di pochi spiccioli basato sulla poca trasparenza. 

Ecco. Siamo qui oggi per manifestare non contro qualcosa o qualcuno ma a favore di qualcosa, e quel qualcosa si chiama Ferrovia Faentina. E lo stiamo facendo uniti, insieme, in tanti, al di là delle bandiere, dei colori e dei campanili. “Uniti per la Faentina!”, insieme a “Mugello attaccati al treno” è sempre stato l’invito, lo slogan, il grido spesso inascoltato del nostro Comitato Pendolari. Siamo oggi arrivati a far condividere le nostre proposte di sempre a tanti soggetti, i comitati pendolari della Val di Sieve e del Lamone, sindaci toscani e romagnoli, sindacati, associazioni di categoria, ambientaliste, consulte giovanili e chi più ne ha più ne metta, ben oltre ogni aspettativa. E mi dispiace per coloro che non oggi non ci sono, non per noi che siamo qui, ma per loro, che forse non hanno capito il valore dell’unità, del portare avanti insieme una serie di proposte che se accettate porteranno benefici a tutti i territori: il Mugello, la Val di Sieve, la Romagna che sta oltre Marradi. Mi dispiace per loro, perché hanno perso un’occasione. Mi dispiace in particolar modo per quei Comuni della Val di Sieve che non sono con noi oggi, mi sono state riportate loro parole che mi hanno lasciato perplesso: com’è possibile che proprio loro che a discapito della storia e della geografia hanno inventato una linea Faentina via Pontassieve per prendere i finanziamenti provenienti dagli accordi per il passaggio dell’Alta Velocità in Mugello, con tutti i danni che ci ha procurato, proprio ora si siano tirati indietro? Sinceramente non abbiamo capito.

Ma non saranno questi pensieri a metterci cruccio, a sminuire il valore e la portata della giornata di oggi. Termino con augurio, a te Faentina, e, soprattutto, agli ardimentosi viaggiatori del Mugello che continuano a prenderti e a credere, come quei sognatori del Comitato, nelle tue straordinarie potenzialità di volano per una migliore qualità della vita e di sviluppo di un intero territorio. Tanti Auguri Faentina. Oggi siamo tutti qui per te!

Massimo Rossi
Comitato pendolari "Attaccati al Treno"

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