Riceviamo e pubbichiamo un nota di Giampaolo Giannelli capogruppo centrodestra Dicomano - E così, dopo le drammatiche vicende che avevano portato alla chiusura del tratto Faenza - Marradi, la Faentina è tornata ad una (parziale) normalità, ed alla riapertura del 27 dicembre, sia pure con l'utilizzo di bus sostitutivi in alcune fasce e tratte. In questi giorni abbiamo letto fiumi di parole da parte di pendolari insoddisfatti e vari esponenti delle istituzioni locali. Crediamo sia opportuno però riportare ad una visione obiettiva della situazione della linea, ed alle cause delle polemiche ultra ventennali che si trascinano, nonchè ad una chiara individuazione di chi è responsabile delle carenze della Faentina.
La linea Faentina, da sempre, è stata avversata proprio da chi l'ha realizzara. E questo perchè è una linea sicuramente passiva, che non dà reddito, e questo ha portato sempre ad una preclusione verso questa. Scelte progettuali ed infrastrutturali insufficienti (in primis, le gallerie ed il loro essere in contrasto con la linea elettrificata) nonchè, da parte dei comuni, il mancato sviluppo urbanistico attorno alla linea, (che avrebbe potuto dare slancio alla stessa) i finanziamenti distratti altrove, sono tutti fattori che hanno contribuito alla forte criticità della linea, ed a problemi strutturali.
La Faentina, se ben gestita, avrebbe potuto offrire un buon servizio all'utenza, portando anche vantaggi economici ai paesi interessati in fatto di commercio, turismo e uno sviluppo delle aziende della zona. E' però chiaro che non sono certo sufficienti i nuovi (tra l'altro per ora non pervenuti) treni blues per rendere davvero efficiente una linea con problemi strutturali. Occorre investire progetti e risorse, da parte degli enti preoposti e delle istituzioni tutte, per invertire la rotta. Tutto quello che finora e mancato. Perchè le colpe del disastro attuale sono da ripartire. Tra tutti. Ferrovie e Regione Toscana in primis.