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Fare politiche per o con i giovani? Le politiche giovanili: il caso Garanzia Giovani

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Fare politiche per o con i giovani? Le politiche giovanili: il caso Garanzia Giovani Fare politiche per o con i giovani? Le politiche giovanili: il caso Garanzia Giovani
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Questa mattina per la rubrica "Parliamone di Domenica" lasciamo spazio alla giovane neolaureata Deborah Glielmi, abitante a Scarperia. Debora ha conseguito la laurea magistrale in Scienze della Politica e dei Processi decisionali presso la Scuola di Scienze Politiche "Cesare Alfieri" dell'Università degli Studi di Firenze con voto 110/110. Ha presentato una testi (della quale a seguire riportiamo una sintesi) che affronta l'argomento della "politiche giovanili" da un punto di vista molto interessante. Rilanciamo qui la sua introduzione e presentazione, nella speranza che poi il suo intero lavoro possa essere preso in considerazione da chi, anche a livello locale, segue queste politiche. E che possa così portare un valido contributo al miglioramento delle politiche giovanili.

La Tesi tratta le politiche giovanili in un quadro di multilevel governance con particolare attenzione al programma Garanzia Giovani. Tali politiche sono adottate nell’ambito di vari livelli di governo: europeo, nazionale, regionale e locale. Le politiche giovanili sono particolarmente ambiziose per tre motivi: i) sono comprensive di misure trasversali a diversi settori di policy di tipo distributivo; ii) coinvolgono più livelli di governo che devono collaborare tra loro; infatti esse sono state introdotte al livello europeo ma spetta al livello nazionale la regolazione e il coordinamento e al livello regionale l’erogazione dei servizi; iii) sono politiche attive che si svolgono attraverso la partecipazione attiva dei policy takers, ossia i giovani; questo tipo di produzione di politiche è anche detto co-production in quanto indica la partecipazione attiva dei destinatari degli interventi alle politiche loro rivolte. Il titolo dell’elaborato “Fare politiche per o con i giovani” intende rispecchiare il problema di policy: la difficoltà di creare politiche non soltanto a favore dei destinatari degli interventi ma anche attraverso un coinvolgimento attivo di questi ultimi, come stabilito dall’Unione Europea, favorendo così il loro passaggio da una condizione di policy takers ad una di policy makers. La domanda cognitiva della Tesi è verificare se le modalità mediante le quali vengono costruite ed attuate le politiche giovanili possono essere funzionali agli obiettivi da raggiungere: la riduzione della disoccupazione giovanile; una maggiore partecipazione dei giovani alle youth policy tale da delineare delle politiche non solo “per i giovani” ma anche “con i giovani” in un contesto di co-produzione. A tal proposito si è resa necessaria una strategia di ricerca finalizzata alla ricostruzione e descrizione della dinamica degli eventi e all’analisi degli attori e delle relative interazioni. In particolare sono state analizzate le decisioni intraprese, gli strumenti adottati e le modalità con cui vengono attuate le azioni dai vari livelli di governo al fine di cambiare la realtà preesistente che mostra alti tassi di disoccupazione giovanile e una bassa partecipazione dei giovani alle decisioni che li riguardano. Tuttavia, se l’obiettivo di una maggiore partecipazione dei giovani alle youth policy può essere studiato su più livelli di governo, ciò risulta molto complesso in relazione alla riduzione della disoccupazione giovanile; quindi quest’ultimo obiettivo è analizzato solo nell’ambito del programma Garanzia Giovani della Regione Toscana. Dalla ricostruzione della policy, sia mediante fonti documentarie sia per mezzo di interviste semi- strutturate, emergono tre evidenze: i) le politiche giovanili in Italia, nonostante le indicazioni dell’Unione Europea a favore di politiche con i giovani, sono politiche formulate su un modello top-down prevalentemente pensato dai tecnocrati per i giovani (e non con i giovani); ii) le politiche giovanili in Italia non sono soggette ad unico modello nazionale, più o meno aderente a quello europeo, ma presentano delle divergenze tra i contesti regionali; questi differenti modelli regionali, in alcuni casi, possono comportare delle vere e proprie best practices attraverso i propri programmi rivolti ai giovani (come ad esempio il programma Giovanisì in Toscana). In ogni caso non si ha un’unica attuazione delle politiche giovanili a livello nazionale, ma una varietà di soluzioni fortemente regionalizzate e, talvolta, distanti dall’idea iniziale; iii) le politiche giovanili in Italia non sono pienamente focalizzate sugli interventi di politica attiva, necessari in considerazione dell’attuale fase congiunturale che ha prodotto effetti negativi sulla capacità di inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, né delineano un modello di politiche giovanili volto alla co-production, ossia alla partecipazione attiva dei destinatari degli interventi alle politiche loro rivolte. Si tratta di politiche passive che in alcuni casi, come in quello della Regione Toscana, risultano essere molto evolute sul piano della progettazione top-down, ma comunque gestite da uffici politico-amministrativi senza giovani. La Tesi è costituita da cinque capitoli: i primi quattro capitoli mostrano un profilo ricostruttivo e descrittivo. In particolare il capitolo uno introduce l’intero elaborato. Il capitolo due descrive i livelli di governo e gli strumenti adottati dagli stessi al fine di ridurre la disoccupazione giovanile e incrementare la partecipazione dei giovani alle decisioni di cui sono i diretti destinatari. Il capitolo tre tratta l’arena decisionale e le interazioni tra i diversi livelli di governo impostate sulla suddivisione degli interventi a livello centrale e decentrato. Il capitolo quattro si prefigge di capire se il modello teorico, stabilito dall’Unione Europea e volto ad una partecipazione attiva dei giovani alle politiche loro rivolte, coincide con quello empirico applicato dall’Italia; a tale scopo si indaga sulla possibilità di riscontrare una possibile forma di co-produzione nel programma Garanzia Giovani. Il quinto capitolo analizza nella pratica il caso Garanzia Giovani in Toscana al fine di comprendere l’efficacia del progetto in termini di riduzione della disoccupazione giovanile e di NEET sul territorio toscano.

 

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