Nella premessa dello statuto di Arci Nazionale campeggia il seguente testo: L'associazione “ARCI APS” fonda le sue radici nella storia della mutualità e del solidarismo italiano e rappresenta la continuità storica e politica con l'Associazione Ricreativa Culturale Italiana delle origini, fondata a Firenze il 26 maggio 1957. Si riconosce nei valori democratici nati dalla lotta di liberazione contro il nazifascismo, valori che trovano piena affermazione nella Costituzione repubblicana. Si richiama, inoltre, alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, alla Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e a tutte le Convenzioni ONU sui diritti sociali, culturali, delle donne, dei migranti. Opera in contesti locali, nazionali e internazionali per l'affermazione degli stessi; partecipa alla costruzione dello spazio pubblico democratico europeo.
Molto probabilmente, il presidente Malvini e i consiglieri del Circolo stesso o non hanno letto lo statuto a cui sono affiliati, oppure ritengono che delle chiare parole specifiche debbano avere senso per alcuni mentre per altri no. Dobbiamo ricordare al presidente e ai suoi consiglieri che qualsiasi partito presente nell'arco parlamentare riconosce di fatto la Costituzione Italiana. Inoltre, considerando che Fratelli d'Italia è al Governo e i suoi Ministri hanno giurato nelle mani del Presidente della Repubblica, ciò evidenzia un impegno formale verso la Costituzione.
L'appellativo "democratico" non viene attribuito automaticamente solo con la scritta sotto una bandiera, ma si ottiene con i fatti. Lo stesso statuto di ARCI lo rappresenta quando si richiama alla dichiarazione dei diritti umani e alla Convenzione ONU. Il Circolo Arci di Cavallina è una proprietà privata e, senza dubbio, ha la facoltà di accogliere o meno iniziative. Tuttavia, le dichiarazioni del Presidente al nostro redattore hanno lasciato l'amaro in bocca. Questo tipo di atteggiamento si sperava fosse oramai retaggio di un contesto superato, ma a quanto pare i metodi "fascisti" persistono, soprattutto in coloro che sono "fascisti" dentro, con la forza di non voler far esprimere opinioni diverse da quelle che dittatorialmente impone il Presidente stesso.
Castellani ha definito l'accaduto un "fatto di gravità rilevante, uno schiaffo alla democrazia, tale da poter avere rilievo anche a livello nazionale". La decisione del Circolo Arci ha suscitato reazioni contrastanti. I sostenitori del centrodestra vedono nella decisione una chiara discriminazione politica, contraria ai valori democratici di inclusione e libero confronto. I membri del Circolo Arci e i sostenitori della sinistra difendono invece la scelta come coerente con i principi e l'identità del circolo, sottolineando la storica affiliazione dell'Arci ai valori della sinistra.
Questi eventi evidenziano le tensioni e le divisioni presenti nel tessuto politico locale, mettendo in luce le sfide della democrazia partecipativa a livello locale. Il clima elettorale in Mugello si conferma dunque molto vivace, caratterizzato da polemiche e accuse che sottolineano l'importanza di spazi democratici aperti e inclusivi per il confronto politico. Resta da vedere come evolveranno queste dinamiche nelle settimane precedenti le elezioni, e se riusciranno a trovare una soluzione che rispetti i valori democratici e garantisca il libero confronto di idee e proposte.