Anche il calcio moderno quello dei troppi dobloni, dei contratti miliardari blindati che si sbloccano in tre secondi delle bandiere che non esistono più può regalarci storie belle; di quelle da raccontare un giorno ai nipoti dicendo "io c'ero".
La storia si snoda a Firenze quartiere di Coverciano. Era fine maggio del 2006 e la Nazionale di calcio italiana è in ritiro al Centro Tecnico. Mancano pochi giorni alla partenza per la Germania paese ospitante dove stavano iniziando i Mondiali.
In un momento di relax, capitan Fabio Cannavaro decide di far visita al Museo del Calcio. Ad accoglierlo c’è il presidente del Museo, Fino Fini. Il clima è sereno, e Fini dispensa come sempre consigli e aneddoti visti i sei Mondiali alle spalle vissuti come medico della Nazionale.
Sono giornate complicate per gli Azzurri, visto lo scandalo di Calciopoli che sta travolgendo il calcio italiano. I colleghi de Il Faro ne hanno approfittato “Fabio, vista la situazione come state affrontando questa vigilia?” domanda Fini.
“Bene Fino, Il gruppo è unito e siamo convinti di poter arrivare fino a Berlino”. Risponde senza alcun dubbio il capitano azzurro. “Addirittura in finale Fabio?” replica Fini, sorpreso da tanta sicurezza e tranquillità. “Assolutamente sì, sono certo che conquisteremo la Coppa del Mondo. Le faccio una promessa: quando ci rivedremo dopo il Mondiale, donerò al Museo il completo utilizzato in occasione della finale”.
L’Italia vola in Germania e il 9 luglio è di nuovo campione del mondo, a ventiquattro anni di distanza dall’ultimo trionfo conquistato in Spagna nel 1982.
La promessa fatta da Cannavaro è realtà e si materializza in occasione del primo raduno della Nazionale a Coverciano dopo il trionfo di Berlino. È lo stesso capitano azzurro a consegnare al Museo il completo, indossato in occasione della finale del Mondiale contro la Francia.
“Caro Fino, ho mantenuto la promessa. Questa maglia è per il Museo del Calcio”.