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Firenze violenta, in carcere gli autori di una spaccata in centro

Furono incastrati dal pronto intervento di una pattuglia allertata dal 112.

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spaccata spaccata © Simone Gianfaldoni
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A conclusione di una mirata attività investigativa, i Carabinieri della Stazione di Firenze Uffizi hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di due marocchini, di 37 e 23 anni, indagati per il reato di furto aggravato in concorso.

All’esito delle risultanze investigative raccolte, pienamente condivise dall’Autorità Giudiziaria e consistite nel deferimento in stato di libertà degli indagati (i quali sono stati colti in possesso della refurtiva subito dopo aver commesso il colpo) e nella visione dei filmati restituiti dai circuiti di videosorveglianza sparsi sul territorio, i due sono stati ritenuti i presunti autori del furto commesso nella notte fra il 06 e il 07 novembre 2023 ai danni di un negozio di impianti elettrici situato nel centro storico.

Accadde infatti, che gli indagati, dopo la rottura di una delle vetrine del negozio ed entrati al suo interno sono riusciti e a rubare una lampada a led, un trapano " Hitachi " e un frequenzimetro (per un valore commerciale complessivo di euro 3.300,00) per poi dileguarsi.

Proprio durante la fuga i 3 indagati si sono imbattuti in una pattuglia di Carabinieri, che, allertata da una chiamata al 112, si era messa alla ricerca dei tre soggetti che, sottoposti a controllo di polizia, sono stati trovati in possesso della refurtiva e del martello utilizzato per compiere la “spaccata”.

Il proseguo delle indagini ha poi consentito di edificare a loro carico un granitico quadro indiziario, confluito, infine, nelle odierne ordinanze.
I due uomini, già noti alle Forze di Polizia, si trovano ora presso la Casa Circondariale di Firenze Sollicciano mentre quanto recuperato dai Carabinieri è stato restituito al legittimo proprietario.
La colpevolezza degli indagati verrà valutata nel corso del futuro processo e per gli indagati vige la presunzione di innocenza.

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