Il 4 novembre il Consiglio Regionale gli dedicherà una targa, e lo ricorda così: Nessuno dimenticherà quel gesto. Era il 4 novembre 1966. Tutti dovevano sapere, in Italia e nel mondo, quello che stava accadendo a Firenze. Marcello Giannini, storico giornalista della Rai regionale, durante la diretta delle 14,30, smise di parlare, apri la finestra e calò il microfono vicino all’acqua, che scorreva impetuosa nel centro della città. Un frastuono enorme, come una cascata dirompente. E i tonfi sordi delle auto, sbattute contro i palazzi dalla violenza delle acque. La ‘voce’ della Fiorentina divenne la ‘voce dell’alluvione’.
Sono passati cinquantatrè anni. Il Consiglio regionale lo ricorderà con una targa, che sarà consegnata ai familiari all’inaugurazione della mostra “Arno. Sicuro. Pulito. Da vivere” che aprirà i battenti appunto il 4 novembre alle 12.30 nello spazio espositivo intitolato Carlo Azeglio Ciampi (via de’ Pucci, 16 - Firenze).
Il giorno dell’anniversario sarà anche un’occasione di ritrovo per gli Angeli del Fango che, alle ore 16 sempre all’interno dello spazio espositivo, si ritroveranno per commemorare e per non dimenticare. Ci saranno, fra gli altri, Il calciatore Giancarlo Antognoni, Furio Valcareggi, il figlio del commissario tecnico della Nazionale, gli amici storici della Fiorentina, il giornalista Franco Mariani e il presidente dell’Associazione stampa Toscana Sandro Bennucci.
Ecco invece come lo vogliamo ricordare noi di OK!Mugello. Con un articolo che Giannini scrisse per la nostra testata nel 2012, per commentare con tutto il suo stile la partita Fiorentina - Cagliari allo stadio Franchi ed il clima che vi si respirava:
Ultima della stagione. Mi sto avviando allo stadio, ci abito vicino. Ci sarei andato lo stesso anche se non fossi stato fiorentino. Non per la professione per cui la presenza sarebbe dovuta, ma perché devo in quanto lo sento, non per fedeltà o consimili, forse per una curiosita di cronaca e soddisfazione in quanto una partita come questa appartiene alla storia.
S'è incupito (o s'accupa come scrisse un allunno a mia moglie che insegnò per un periodo a Gagliano in Mugello) anche il cielo a significare che manca il sole anche dentro.
Voglio vedere in campo gli stimoli rimasti di un campionato privo di ogni significato positivo di valore, peggiore del nulla. Ma appartiene allo storia alla quale ha affidato la sua cronaca quotidiana assurda fino ad oggi, o quasi.
Un sogno c'è: quello di poter scorgere al centro della tribuna d'onore il principale protagonista che parrebbe uscito dalla fertile penna di Italo Calvino col suo Cavaliere Inesistente.
Diego della Valle non dovrebbe mancare anche a sostegno del fratello Andrea che ha messo la faccia per lui. Ma Diego della Valle non ci sarà, non vedrà dal vivo i resti della sua creatura insieme ai collaboratori più stretti, con molti che sono già usciti lasciando alla storia soltanto fatti visibili in questa realtà allucinante in uno stadio senza futuro.
Presenze senza fini, senza scopi,quasi sovrannaturale, davvero irreale. Per assistere ad una partita non partita per assistere come per non vedere o constatare quello che è già scontato e con il risultato che non serve a salvare la faccia nemmeno dei presenti.
Capito Della Valle e company. Ripeto: Calvino docet.
PIETRO iNCAGLI
CARO MARCELLO, RICORDO CON PIACERE QUESTO PEZZO CHE VOLLE SCRIVERE PER IL GIOVANE GIORNALE CHE INCOMINCIAVA LA SUA AVVENTURA....GRAZIE PER LA GENTILEZZA CHE VOLESTI FARE A ME, IN SEGNO DI AMICIZIA COL MIO BABBO.