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Monica Guerritore all’Estate Fiesolana. La recensione

Magnifica in ‘Donne prigioniere di amori straordinari’

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Monica Guerritore in scena con il cast Monica Guerritore in scena con il cast © Massimiliano Miniati
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In un tramonto sul teatro romano di Fiesole che già da solo faceva spettacolo, arriva in scena Lei, la voce più importante del teatro italiano e l'emozione prende il sopravvento,

 E’ il 1911 La Contessa Trigona, zia di Giuseppe Tomasi di Lampedusa viene trovata morta, uccisa da 27 coltellate in un stanza di un albergaccio vicino alla Stazione Termini. Ad ucciderla il suo amante, il barone Paternò che la donna aveva lasciato . A dire quello che la donna non può più dire sono stati gli atti del Processo, che Monica Guerritore legge e porta in scena in forma drammatica.

Percorrendo un corridoio  di stanze che una dopo l'altra rivelano i personaggi interpretati dalla straordinaria attrice, I momenti finali della tragica vita di Giulia Trigona personaggio chiave del suo libro “Quel che so di lei” (ormai giunto alla terza edizione) accompagnati dalle musiche e  dalle coreografie di Alberto Canestro e dei suoi eccezionali danzatori che hanno dato forza e potenza ad Emma Bovary alla Lupa, alla Signoria Giulia, a Carmen  ad Oriana Fallaci.

Ogni stanza un personaggio femminile intrappolato in un amore sbagliato, un amore che che si trasforma in qualcosa di violento.

e tra la storia della contessa, quella delle eroine della sua carriera e qualche racconto personale su come si rapportava con loro nei momenti in cui  le interpretava, Monica Guerritore ha regalato al pubblico che aveva completamente esaurito lo splendido anfiteatro un'ora e mezza di passione pura, la stessa che le ha restituito alla fine il pubblico incantato da una performance bellissima tutta cuore, voce ed emozione con un applauso interminabile, un grazie spontaneo ad un'artista che negli anni si è trasformata da attrice anche in regista e scrittrice e che, nonostante le difficoltà è riuscita a presentare spettacoli grandiosi senza mai farsi intrappolare in quella gabbia dorata che ha fatto delle sue eroine: Donne prigioniere di amori straordinari  

 

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