I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Firenze hanno scoperto una compagine criminale che utilizzava in sequenza canali telematici di messaggistica istantanea per organizzare il traffico internazionale di ingenti quantità di sostanze stupefacenti, nonché di medicinali senza le prescritte autorizzazioni sanitarie.
Le indagini, avviate dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Firenze durante la fase di lockdown da COVID-19 e coordinate dal Sostituto Procuratore dottor Giovanni Solinas della Procura della Repubblica di Firenze, diretta dal dottor Giuseppe Creazzo, hanno consentito di individuare la base operativa del gruppo criminale internazionale a Bamenda, città di oltre 500.000 abitanti situata nella parte Nord-Ovest del Camerun, e di oscurare immediatamente, a seguito di due provvedimenti di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p., disposti dal G.I.P. del Tribunale di Firenze - dottor Maurizio Caivano, i due canali telematici di messaggistica utilizzati per gli illeciti traffici.
Diversi i reati al centro delle indagini: produzione e traffico di sostanze stupefacenti (art. 73 del D.P.R. n. 309/1990), esercizio abusivo della professione medica (art. 348 c.p.), commercio abusivo di sostanze medicinali (art. 445 c.p.) e truffa aggravata (640 c.p.).
L’operazione è stata avviata a seguito di una capillare analisi informatica dei canali telematici e dei siti web che, nel periodo di massima emergenza epidemiologica da COVID-19, sono risultati essere stati utilizzati dall’organizzazione criminale, attraverso profili anonimi, quali mezzi di comunicazione per perpetrare a livello mondiale i lucrosi traffici illeciti.
Una preliminare attività investigativa ha consentito di individuare un referente – “seller” dell’organizzazione criminale, incaricato della vendita on-line degli stupefacenti e dei medicinali, il quale operava su canali telematici di messaggistica istantanea “appoggiati” su un’utenza telefonica localizzata nella città camerunense.
Innumerevoli le sostanze stupefacenti pubblicizzate su appositi marketplace, quali cocaina, eroina, hashish, marijuana, crack, LSD e metanfetamine, mentre tra i medicinali venivano proposti diversi farmaci antidepressivi e veniva reclamizzato anche un farmaco a cui si attribuiva la capacità di lenire gli effetti e il rischio di contagio da COVID-19.
Il pagamento derivante dalle vendite delle sostanze veniva richiesto dal “seller” rigorosamente mediante “moneta virtuale”.