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Il fiorentino Gianluca Gori porta sul palco dell'Ariston di Sanremo la sua Firenze. Ecco come

Il creatore di Drusilla Foer sul palco più famoso d'Italia porta l'artigianalità sartoriale fiorentina e abiti già usati nello spirito del riuso. Ecco il mio amico Gianluca.

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Drusilla Foer e Gianluca Gori Drusilla Foer e Gianluca Gori © n.c.
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Il bell'articolo della nostra giornalista Nadia Fondelli da OK Firenze:

Il Festival di Sanremo 2022 arriva stasera al giro di boa, e se all’esordio è stato il mito un po' decadente di Ornella Muti ad accompagnare nella conduzione Amadeus e ieri la giovane attrice Lorena Cesarini è decisamente la terza serata, che andrà in onda stasera, la più attesa da critici e pubblico, quando salirà sul palco dell'Ariston arriverà direttamente da Firenze Drusilla Foer.

Un personaggio unico nel panorama artistico nato dalla mente creativa dell'artista fiorentino Gianluca Gori: pittore, fotrografo oltre ad artista completo dello spettacolo con cui ho condiviso cinque anni di vita fra le aule storiche e polverose dove ha insegnato Ottone Rosai e il mitico ottagono di quello che è stato l'Istituto d'Arte di Firenze.

E' su Gianluca più che di Drusilla (di cui tutti credono di sapere ttutto) che cui voglio soffermarmi. Del genio cretivo già presente anche se in fase embrionale in un adolescente timido e rispettoso.
Il nostro Istituto d'Arte di fine anni '80 era un limbo felice dove la sperimentazione artistica e una didattica alternativa creavano le basi di futuri uomini e donne che si responsabilizzavano in una scuola dove non esistevano i registri di classe e dove dal portone si entrava e usciva a piacere alternando lezioni in classe a quelle in plen air dell'ampio parco verde.

Era l'Italia dell'edonismo reganiano, degli scioperi per i missili di Gheddafi a Lampedusa, dei paninari fighetti sempre visti con disprezzo in un ambiente dove i miti erano i post punk e i dark.

Ore passate a disegno dal vero oppure nei laboratori di fotografia dove sognavamo un mondo diverso e dove la nostra arte voleva emergere.
Come dimenticare fra i compagni il nigeriano Olimakinwa Isingadebo figlio di buona famiglia mandato a studiare in Europa che ha avuto non poche difficoltà a comprendere che i bianchi non sono pallidi e malati, l'inglesina Sandy "esentata dalle lezioni d'inglese", la timidissima Lucia che dal Valdarno si isolava nei suoi vestitini fuori tempo nella lentezza dei suoi chiaroscuri infiniti perennemente vittima degli scherzi di Tiziano e Stefano, che se gli avessero fatti oggi sarebbero stati additati come bulli. 

C'erano poi in quella classe speciale tanti "ragazzi di campagna" al loro primo impatto con la città fra cui l'affermata (oggi) artista e pittrice delle pietre Michela da Impruneta e l'allora timidissimo e oggi autore di best sellers Fabrizio Silei da Tavarnelle Val di Pesa con le sue sciarpone a scacchi, le scarpe pesanti e quella manualità espressa sotto un caschetto di capelli neri. 

Gianluca già all'epoca ci faceva divertire inscenando improvvisazioni anche alla fermata del bus che lui prendeva per zona Cure dove abitava con la mamma che l'ha fatto crescere nei retroplachi del teatro dell'Oriuolo.
E' certamente lì che scrutando il palco ha affinatoil suo talento di performer fino a creare quel personaggio "en travesti" che stasera lo fa tornare sul palco dell'Ariston di Sanremo (dove è gia stato come corista degli Oro negli anni '90 anche se quasi nessuno lo ricorda) da protagonista.
Unico uomo a fare da conduttore come una delle cinque donne che accompagnano in ognuna delle serate Amadeus col suo alter ego Drusilla Foer che, come racconta in un'intervista concessa a Il Tirreno un po' di tempo fa:  “Quando ho scoperto un personaggio così chiaro, così libero, ho pensato che tutti dovessero conoscerla e ho spinto la signora a farsi più visibile. Ammetto che vorrei essere come lei”. 

Sprezzante e ironica, inconfondibile con i suoi capelli argentati con le sue lunghe telefonate popolarissime sul web con la dispotica domestica Ornella stasera conquisterà l'Italia che finalente si toglie a Sanremo la polvere falso perbenista.

Gianluca tramite Drusilla si toglie (molti) sassolini dalle scarpe e anche se mi confessa "Nadia mia, non posso lasciarti interviste fino a dopo Sanremo" sono certa che farà parlare di se, anche chi ha storto la bocca all'annuncio della sua presenza.

Gianluca/Drusilla novello Paolo Poli poterà sull'Ariston la sua Firenze perchè anche se è stato corteggiato da stilisti celebri ha deciso per onorare la grande sartoria artigiana fiorentina di indossare all'Ariston le produzioni di Rina Milano con atelier sui lungarni. 
Un messaggio preciso affinchè come ha confermato l'artista si possa “far passare il segnale che l'economia italiana deve ripartire dal basso, dalle sartorie, dagli atelier piccoli”.
Non solo. Oltre agli abiti artigianali ci sarà spazio per alcuni abitini già usati per far capire che anche nella moda il futuro è l'economia circolare.

Forza Gianluca, magari ci troveremo presto ancora ad abbracciarci dopo tanto tempo in quel parco defilato dove anche lì mi sorprendesti con una delle tue battute pungenti. "Oddio magari chi ci vede penserà che siamo vecchi amanti!"

 

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