Anche la Corte di Cassazione ha confermato per Denis Verdini la condanna a sei anni e sei mesi per il crac del Credito Cooperativo Fiorentino.
La condanna chiude nel peggiore dei modi l'ascesa e la caduta del 69enne fiorentino, ex senatore ed ex uomo forte di Forza Italia che adesso è in carcere poiché dopo la sentenza, come annunciato dai suoi legali, si è presentato nel carcere romano di Rebibbia.
Ricostruendo la vicenda ricordiamo che Verdini, secondo le accuse avrebbe provocato il dissesto dell'istituto di credito fiorentino con sede a Campi Bisenzio attraverso operazioni “anomale” realizzate, si legge nelle carte, con una gestione "ambiziosa quanto imprudente" e in particolare con una pioggia di finanziamenti nel settore edile (oltre il 52% del credito), soprattutto nei confronti di società del gruppo Btp degli imprenditori Riccardo Fusi e Roberto Bartolomei (anche loro condannati in appello).
A dare il via all'indagine la relazione dei commissari di Bankitalia che avevano denunciato gravissime criticità: il Credito Cooperativo Fiorentino fu commissariato nel 2010, poi dichiarato insolvente e assorbito da Chianti Banca.
La Cassazione ha inflitto condanne anche nei confronti degli altri imputati per la bancarotta, ad eccezione del costruttore Riccardo Fusi la cui posizione è stata stralciata.
Prescrizione invece per quasi tutte le persone finite a giudizio per la truffa all’editoria (per due è stato disposto un appello bis), compreso l’ex parlamentare Massimo Parisi, fedelissimo di Verdini.