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L’allarme degli studenti fuori sede: “Rinchiusi in casa senza connessione Internet”

Lo fa sapere l'assemblea degli 'Studenti in Lotta per il Diritto allo Studio": “ARDSU sembra essersi dimenticato di noi”

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La residenza universitaria in viale Morgagni La residenza universitaria in viale Morgagni © n.c
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Lezioni ed esami universitari online? Per gli studenti che risiedo nelle residenze universitarie fiorentine è una chimera visto che la loro connessione Internet salta continuamente.

L’allarme è stato lanciato da l'assemblea degli 'Studenti in Lotta per il Diritto allo Studio" che fa sapere.

“La vita nelle residenze presenta molte problematiche che in questo periodo sono aumentate considerevolmente: edilizia scadente, problemi riguardo ad internet, ad oggi importante per seguire le lezioni online, e la limitazione della mensa universitaria. L’ARDSU (l’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario, ndr) si è dimenticato di noi”.

L' assemblea spiega i disagi.

LE MENSE

L’azienda per quanto riguarda il servizio di ristorazione ha deciso di chiudere determinate mense e limitare la fascia oraria di apertura di altre. Se, da un lato, è necessario prendere precauzioni dal contagio, dall’altro è necessario trovare un’alternativa per permettere agli studenti di usufruire dei benefici di cui hanno diritto e per cui pagano, chi direttamente e chi scalando i soldi dalla borsa.

Le mense di Calamandrei e Caponnetto chiudono alle 18:00 e prima dell’orario di chiusura si possono ritirare due pasti, ma chi abita in residenza non ha neanche l’occasione di poterseli scaldare, per non parlare del fatto che ci sono stati episodi in cui i pasti erano stati già impacchettati, senza tener conto di allergie o bisogni degli alloggiati, fatto ancor più grave se si considera che per mangiare gli alloggiati al momento non hanno praticamente altre alternative alla mensa. Per l’appunto, gli studenti e le studentesse della residenza Calamandrei e di altre strutture, non avrebbero neanche il diritto di possedere una piastra elettrica in camera e non c’è nemmeno l’ombra di cucinotti comuni: è quindi preclusa loro la possibilità di cucinare nella propria abitazione.

BLOCCATI IN CASA

Ma non c’è mai fine al peggio: la condizione attuale dei borsisti semestrali infatti sembra ancora più cupa. In questa situazione, infatti, mentre ogni spostamento è vietato, salvo comprovate necessità, prima era previsto che chi possedeva una borsa solo semestrale dovesse lasciare la residenza a fine marzo/inizio aprile, altrimenti sarebbe stato costretto a pagare un valore, concorrenziale e di mercato, dell’alloggio di 250 € mensili (valore, tra l’altro, aumentato arbitrariamente rispetto al bando dell’anno scorso, che prevedeva un contributo affitto di 170 €).

Stando agli ultimi aggiornamenti, la permanenza all'interno delle residenze resta gratuita fino al termine dek divieto, ma, qualora lo studente/studentessa non abbandoni la struttura entro tre giorni, il pagamento della retta sarà retroattivo, ovvero si dovrà pagare l'intera permanenza a partire dal 31 marzo (data fino alla quale il servizio era garantito) in poi. Se quindi il divieto sarà prolungato, gli studenti potranno restare a titolo gratuito, ma quantomeno siano rapidi nel preparare i bagagli!

Questa risposta non considera minimamente la condizione degli studenti, che potrebbero avere la necessità di rimanere nella città in cui svolgono gli studi, e per di più non tiene conto del fatto che lo stato di emergenza è in atto e prescinde la formalità del divieto sugli spostamenti: sicuramente, infatti, trovarsi costretti ad attraversare l'Italia per tornare ad avere un tetto sulla testa, non tutela la salute degli alloggiati. È dunque assurdo che un’azienda pubblica dia priorità al pagamento degli studenti alloggiati piuttosto che alla salvaguardia della loro salute, costringendoli a trasferirsi nelle città di provenienza o a pagare, nascondendosi dietro alla solita scusa della “burocrazia”.

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