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Lutto. La Fiorentina piange Ardico Magnini

Si è spento a 92 anni il possente terzino che ha cambiato il ruolo in quella Fiorentina leggendaria del 1956. Simpatia travolgente fuori dal campo e grande legame con Firenze dove ha vissuto tutta la vita.

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Ardico Magnini portato in trionfo dai calcianti dopo il mitico primo scudetto Ardico Magnini portato in trionfo dai calcianti dopo il mitico primo scudetto © n.c.
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Guardi il Franchi - così come si chiama oggi all'epoca era solo il comunale - ed è come vederlo galoppare sulla fascia con quel fisico possente con cui, partita dopo partita, macinava chilometri sulla fascia inventando di fatto la figura del terzino destro moderno.

Ardico Magnini è un pezzo di storia della Fiorentina che ci lascia. Pistoiese di nascita dove ha esordito prima di trasferirsi di fatto per tutta la vita al Campo di Marte.
Nato il 21 ottobre del 1928 da padre calzolaio ben presto s'innamorò del pallone di cuoio che il padre gli cuciva a mano insieme alle tante scarpette che consumava.

Una carriera da predestinato la sua. Il primo scudetto mitico del 1955 / 56, la coppa Grassophers, la finale di Coppa dei Campioni persa in casa del Real Madrid di Di Stefano e Puskas al Chamartin di Madrid da poco intitolato a Santiago Bernabeu "ce l'hanno rubata quella partita!" ha sempre affermato convinto.
Poi le 20 presenze in nazionale, il doloroso trasferimento al Genoa e il ritorno a Firenze a carriera finita dove tutta Firenze prima o poi è passata nel bar che ha gestito per tutta la vita in zona Sant'Ambrogio.

Dopo Sarti e prima di Cervato il suo cognome viene e verrà narrato in eterno declamando quella formazione che ha fatto innamorare del calcio mezza Italia e travolto di passione la Firenze povera ma ricca di sogni e speranze degli anni '50.

Di te Ardico mi rimangono tanti ricordi. Quando sono venuta a intervistarti per il libro "80 anni di storia Fiorentina" mi ha colpito la tua semplicità genuina; il tuo rendere semplice ogni gesto eroico che avevi compiuto come quella rovesciata "più bella di quella di Parola ma sull'album delle figurine Panini c'è finito lui perché giocava nella Juventus".

Ardico nome epico ed espressione di un calcio sincero con meno soldi e più valori. Chi piangerebbe a dirotto per il dispiacere oggi come facesti te quando, era il 1954, durante un azione di gioco facesti saltare tre denti all'attaccante del Milan Frignani.

E poi quei ricordi sempre raccontati con piacere di quella "squadra" in campo e nella vita. Le vostre serate insieme con le famiglie, i ritiri camerateschi con gli scherzi incredibili dei vent'anni in ritiro come quando "mi chiusero fuori dalla porta tutto nudo e così rimasi quando il dottor Bernardini faceva il giro di controllo. Mi salvai fingendomi una statua nel salone dell'albergo".

Ciao Ardico, saluta tutto lo squadrone: Sarti, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Segato, Julinho, Gratton, Virgilio, Montuori, Prini.


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