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Maxi murale raffigurante Gramsci in via Canova, lo dipinge Jorit e scoppia la polemica

L'opera sarà realizzata sulla facciata di un edificio di edilizia popolare in via Canova ma c'è a chi la cosa non va giù.

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il murales work in progress il murales work in progress © Facebook
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A due anni dal murale di Nelson Mandela in piazza Leopoldo, Jorit torna a Firenze per realizzare una nuova opera su un edificio di edilizia popolare.
L'artista dipingerà in via Canova un grande ritratto di Antonio Gramsci, politico e intellettuale comunista sardo incarcerato dal regime fascista dal 1926 al 1937.

Come nel suo stile, Jorit ha iniziato la fase preliminare del murale tracciando a tutta parete una frase, in questo caso note riflessioni gramsciane tratte da “Lettere dal carcere”: “Anche quando tutto è o pare perduto, bisogna rimettersi tranquillamente all'opera, ricominciando dall'inizio… La crisi consiste appunto nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere”.
Condizioni meteo permettendo, il murale sarà completato in 10/15 giorni.

Con questo intervento prosegue l'impegno del Comune di Firenze e di Casa spa di mettere alcune delle pareti dei suoi edifici a disposizione di artisti affinché trasformino parti della città in un museo all'aperto dell'arte contemporanea.
Jorit, che concentra la propria arte sulla raffigurazione realistica del volto umano e si è confrontato più volte con grandi ritratti di personaggi che hanno lasciato un segno nella storia, realizzerà un ritratto di Gramsci sulla parete esterna del condominio posto in via Canova al numero 25/22. La superficie della parete è di 213 metri quadri.

"In questo momento - sottolinea l'assessore alle politiche giovanili Cosimo Guccione - è ancora più rilevante valorizzare e rigenerare gli spazi abitativi di Firenze, dove i cittadini sono chiamati a restare per fronteggiare la pandemia. E con questa iniziativa artistica pertanto vogliamo far sentire la presenza di istituzioni, realtà culturali cittadine e artisti di fama internazionale tutti uniti nel trasmettere il messaggio di Gramsci contro l'indifferenza e per una comunità solidale, partecipativa, sensibile verso il disagio che tutti stiamo vivendo".

“Portare l’arte fuori dai musei, portarla fra le gente per condividere con più persone possibili messaggi importanti come questo contro l’indifferenza – ha detto l’assessora alla Casa Benedetta Albanese - Continuiamo con il binomio vincente alloggi popolari street-art e grazie ai murales avviciniamo interi quartieri all’arte, arricchendoli e trasformandoli nel loro complesso in delle vere e proprie opere d’arte all’aperto”.

"Siamo felici di ospitare sul nostro territorio l'opera di un'artista eccezionale - ha dichiarato il presidente del Quartiere 4 Mirko Dormentoni - che rappresenta uno degli intellettuali più importanti della storia del pensiero politico del Novecento, un classico che in quanto tale è ancora attualissimo. Un messaggio di bellezza e di cultura di cui abbiamo bisogno, in questo momento forse più che mai".

“Questo progetto è nato mentre si realizzava il murales di Mandela - spiega Luca Talluri, presidente di Casa Spa. -Abbiamo deciso di raffigurare Antonio Gramsci, perché è stato un uomo che attraverso il suo pensiero, la sua vita ed il suo esempio ha rappresentato un punto di riferimento contro le sopraffazioni e le ingiustizie, stando sempre dalla parte dei più deboli. Ecco che allora, in un tempo come quello attuale, in cui abbiamo bisogno di figure in grado di guidarci, questo murales rappresenta un simbolo di luce, tanto più su un edificio di case popolari, inserito all’interno di un quartiere profondamente popolare”.

Secondo Cristina Noferi, presidente dell'associazione culturale Teatro Puccini:Anche se Antonio Gramsci viene ricordato come fondatore Partito Comunista Italiano, resta uno dei pochi personaggi storici intellettuali italiani studiati in tutto il mondo per il suo pensiero filosofico della politica.
Lo vogliamo ricordare come filosofo politico, storico, intellettuale, giornalista di umili origini che lasciò la Sardegna vincendo una borsa di studio per arrivare a Torino dove si laureò e cominciò la sua vita da giornalista. Voglio ricordare un suo pensiero che molto mi ha colpito nel quale sosteneva che ogni essere umano era un intellettuale, ma c’era chi lo faceva di mestiere. Esiliato, arrestato, cagionevole di salute ha passato tutta la vita alla ricerca dalla verità e il teatro Puccini che rappresento è orgoglioso di far parte del progetto Odio gli indifferenti”.

L'opera ancora prima di essere terminata ha scatenato polemiche. Sui social il dibattito è molto acceso. Ovviamente un dibattito basato più che sui gusti personali sulla politica. C'è chi lo definisce inquietante, chi pensa di essere catapultato nella Cina di Mao e chi si chiede perché Firenze non abbia scelto di dedicare murales a figure locali.

Scatenato è Alessandro Draghi consigliere comunale di Fratelli d'Italia che si domanda come mai “dato che la giunta fiorentina è molto attenta alle tematiche ambientali non abbia scelto di far realizzare il murales in vernice ‘airlite’, la pittura che utilizza la luce per ridurre l’inquinamento dell’aria ed elimina batteri e muffe in modo naturale, senza l’utilizzo di sostanze chimiche, come viene fatto in molte città europee e del nord Italia.
Inoltre, appreso poi che il Pd ha a cuore la riqualificazione artistica e culturale della città, proporremo al consiglio comunale qualche figura novecentesca da rappresentare nei prossimi murales, magari in linea con la storia fiorentina; perché non dedicare un’opera di street art proprio a D’Annunzio che ha convissuto con l’attrice Eleonora Duse per più di un decennio sulle colline di Settignano?
Perché
– conclude Draghi – la maggioranza a Palazzo Vecchio ha bocciato una mia mozione che chiedeva di dedicare un murales a Norma Cossetto sul muro esterno di Villa Basilewsky, a costo zero, in largo Martiri delle Foibe?”.

Sugli scudi anche da Forza Italia dove il consigliere comunale Jacopo Cellai e il consigliere di Quartiere 4 Davide Bisconti ci vanno giù duro: "La prima domanda da porre al sindaco Nardella e al presidente Dormentoni è se gli abitanti del palazzo di via Canova si cui è stato realizzato il murale raffigurante Antonio Gramsci sono stati interpellati e consultati – dichiarano i due azzurri – La sinistra si riempie la bocca della parola partecipazione, sarebbe grottesco che una scelta del genere fosse stata di fatto imposta senza alcuna interlocuzione con i residenti.
La seconda domanda è perché dedicare un murale a Gramsci – continuano Cellai e Bisconti – Perché se Gramsci è indubbiamente un importante intellettuale, un pensatore di grandissimo livello e un coraggioso politico antifascista del Novecento è allo stesso tempo un convinto comunista leninista: negava ogni pluralismo politico e sosteneva il partito unico che “liquidasse, anche con la forza armata, gli avversari”; intendeva creare uno stato totalitario, uno stato “etico ed educatore”, riteneva il marxismo l’unica filosofia vera “integrale e totale”, voleva delle rigorose “censure e selezioni” della cultura, considerava il Partito (“Nuovo Principe”) superiore alla morale, proponeva una rivoluzione che non doveva cambiare solo la società, ma anche l’uomo (“riforma intellettuale e morale“), voleva creare una dittatura del proletariato («egemonia, cioè dominio più consenso»); voleva la fine della religione: “Il socialismo è la religione che deve ammazzare il cristianesimo.
Può una figura come quella di Gramsci conciliarsi con i valori di libertà e democrazia che ci dovrebbero accomunare? – domandano i due liberali al sindaco – E soprattutto perché non scegliere come primo murale del quartiere un grande politico della nostra città come può essere stato Giorgio La Pira o Lando Conti che sicuramente hanno un collegamento più marcato di Gramsci con la nostra città?
La terza domanda da porre ai nostri amministratori è perché realizzare il murale in via Canova – concludono – Per premiare il quartiere più rosso di Firenze?
Un murale su Gramsci doveva essere accompagnata da un dibattito all’altezza del personaggio, non doveva essere una sorpresa sconosciuta ai più ma forse Nardella e Dormentoni hanno preferito evitare il confronto.



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