Da un lato la principale preoccupazione per tutti, sia in Italia che nel resto del mondo, continua ad essere la lotta alla diffusione del coronavirus, dall’altro lato la preoccupazione per l’impatto economico cresce. Già tutti i dati economici da tempo rappresentavano una economia sofferente per via degli effetti della crisi del 2008, che saranno ancora molto più preoccupanti per via della pandemia.
Benché la crisi partita dai mutui subprime negli Stati Uniti avesse fatto tremare l’intero mondo economico globale oltre 10 anni fa con strascichi infiniti, fra i pochi settori industriali in controtendenza ci sono il lusso e la cosmesi. Si tratta di categorie merceologiche in cui l’Italia ha sempre saputo imporre il suo stile e la sua elevata qualità, sfruttando l’indiscussa capacità creativa e l’attenzione per il prodotto.
Il cuore del distretto della cosmetica del nostro Paese si concentra principalmente nella regione Lombardia, con l’insediamento della maggior parte delle imprese all’interno delle province di Lodi, Cremona, Bergamo, Milano, e prima di Monza-Brianza, Como ma giocano un ruolo di assoluto rilievo anche Parma, Roma e Bologna. Secondo un’analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo condotta su oltre 1000 imprese aveva dimostrato una buona redditività e rapidità di crescita (intorno al 10%), andando a ricomprendere Firenze fra le province più importanti per il settore della cosmetica in Italia.
Da recenti approfondimenti specifici sulla regione Toscana il centro studi di Intesa Sanpaolo si è visto come la cosmesi e la profumeria siano rappresentate da un centinaio di imprese a livello regionale, anch’esse con un sostenuto ritmo di crescita e di innovazione in linea con la tendenza del comparto nazionale. Nel totale si parla di un comparto che offre lavoro a circa 1300 addetti solo in Toscana, facendo arrivare il volume d’affari della nostra regione all’8% del settore nazionale con il suo caratterizzato da aziende perlopiù di medie e piccole dimensioni.
Le imprese toscane, grazie all’eccellenza Made in Italy anche per quanto riguarda la ricerca e sviluppo, sono focalizzate nella produzione di creme per viso e corpo, shampoo, saponi, acque aromatiche, oli essenziali, profumazioni per ambiente e per la persona oltre ai cosmetici bio. La richiesta di questi ultimi è salita vertiginosamente per l’aumento di consapevolezza della salute della pelle, oltre al maggior uso di make-up maschile, che porta i consumatori a scegliere nel quotidiano correttori, fondotinta o rossetti salubri ed ecosostenibili. Come peraltro fa indiscutibilmente da tempo il distretto della moda, anche qui il focus è per prodotti di alta gamma.
Nel 2018 l'export toscano di cosmetica, secondo le elaborazioni fatte dal centro studi Intesa Sanpaolo per Il Sole 24 Ore, ha raggiunto i 223 milioni di euro, con una crescita media annuale dell’ultimo decennio del 9,2%. I principali mercati di sbocco fino ad oggi sono stati Hong Kong, Stati Uniti, Francia, Giappone, Corea e la nuova ricca borghesia cinese: proprio quell’oriente che oggi corre in aiuto dell’Italia con l’invio di apparecchiature e medici specializzati per sconfiggere l’epidemia, che si spera possa ricominciare presto a sostenere la nostra ripresa con la loro richiesta di prodotti italiani.