È stato cancellato a Bologna e deve essere cancellato a Firenze il film pro Putin, che verrebbe proiettato al Teatro dell’Affratellamento. Il film racconta una storia completamente inventata per la propaganda di Putin in evidente reato di apologia del fascismo. Peraltro il teatro dell’Affratellamento ha riferimenti politici di origine garibaldine e mazziniane che erano diffusi in Ucraina tra i Patrioti coevi: da Feodosia a Tangarog, da Harkiv e Kyiv fino a L’viv l’influenza democratica e liberale era diffusa trai grandi nomi come Taras Shevchenko, kostomarov, Dragomanov.
Il teatro fiorentino si fregia dei valori dell'antifascismo e della resistenza, della libertà, della democrazia, che l’unione sovietica e la Rossiya moscovita nei secoli non ha mai saputo che cosa fosse, a differenza dell’Ucraina. Nella semi clandestinità, senza che il film sia stato messo nel programma ufficiale del teatro, trova d’improvviso lo spazio per giustificare l’invasione di un paese democratico e indipendente, che ha subito l’attacco di ben oltre seimila missili su città e villaggi in quasi due anni, mentre l’invasore compiendo le peggiori atrocità sulla popolazione, lo ha stravolto nel terrore con pura brutalità.
Il film è una falsa narrazione degli eventi, falso e ambiguo. Un violinista che si trova a Kyiv e che viene coinvolto in una storia al rovescio, dove gli ucraini sarebbero carnefici di loro stessi, è Indecente. L’uso del film che ne verrebbe fatto; perché semplicemente non è accettabile la versione della propaganda putiniana, non porta alla “pace”, ma diffonde giustificazioni allarmanti per le spudorate bugie contenute. Quale pace può proporre Mosca, se il film sostiene un proprio crimine negandolo?
L’invasione dell’Ucraina è iniziata nel 2014 e questi sostenitori di Putin, che dal suo avvento al potere ha fiumi di sangue e morte nel suo curriculum, vorrebbero raccontare che vogliono la pace? Con quale faccia, con quale coraggio? È infatti, un film propaganda semi nascosto al pubblico tanto per vedere l’effetto che fa: ebbene, fa l’effetto che fa, cioè quello della menzogna da cui dobbiamo tenere le distanze e avere gli anticorpi necessari per eliminare il virus. Invadere un altro paese, potrebbe apparire strano, e compiere così efferati uccisioni, come sono stati compiuti in Ucraina dai moscoviti, è un crimine contro l’umanità; complice la diffusa corruzione e indifferenza dell’Europa e in forza dell’antico principio del dividi et impera.
Il film si guarda bene di ricordare i fatti ma li stravolge. Perché? Perché tenta di saggiare il terreno in questi primi giorni di campagna preelettorale europea, di provare a vedere la reazione dei fiorentini, come degli italiani, ed infine scatenare una “invasione” di menzogne sostenute dalla disinformazione che per decenni e stata diffusa in Italia.
Da Irpin, a Bucha, o sulla via tra Kyiiv e la città di Zitomyr, dove l’invasore uccise nelle loro auto centinaia di civili in fuga per l’invasione scatenata il 24 febbraio 2022, a tutte le altre vittime per stupri, violenze, deportazioni di bambini e adulti, compiuti in tutta Ucraina, la propaganda russa vorrebbe negare l’evidenza, ma questo non gli sarà possibile perché Firenze non accetta questa messa in scena di spudoratezze. I vasti crimini, gli assassini, gli enormi danni ecologici compiuti dai moscoviti, sono riconosciuti ovunque nel mondo civile. Questi, sono sotto gli occhi di tutti. Ma pochi sostenitori di crimini efferati vorrebbero mistificare la “pace” ciò che invece è brutalità pura compiuta in casa altrui. Questo non è permesso, ciò è equivalente a reato di apologia, non ricerca della libertà. Il “Testimone” che non è mai esistito nella realtà e che non ha assistito a nulla di quello che nel film viene raccontato è la volontà di artefare gli eventi.
Gli ucraini sono le vittime, non i carnefici e ben si difendono dall’aggressore.
Firenze deve avere un moto di sdegno verso persone senza scrupoli che vorrebbero fare passare per arte la propaganda di Mosca, mentre è solo falsità. Firenze deve rispondere che la libertà dell’Ucraina è la nostra libertà di italiane ed europei che la Rossiya vuole distruggere.
Enrico Martelloni