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Oltre ventimila chilometri in auto in due settimane. Gli "angeli della vita" raddoppiano gli sforzi

Il Nucleo Operativo di Protezione Civile eccellenza fiorentina del volontariato fa gli straordinari in tempi di Coronavirus

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La consegna della sacca salvavita all'ospedale di Alessandria La consegna della sacca salvavita all'ospedale di Alessandria © Nucleo Operativo Protezione Civile Logistica dei Trapianti
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Nel pieno dell'emergenza da Coronavirus il Nucleo Operativo Protezione Civile logistica dei trapianti, eccellenza fiorentina capitanata da Massimo Pieraccini fresco dell'onorificenza di Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana “per il suo encomiabile contributo, la cura e la costanza con cui da anni è impegnato nelle delicate attività di trasporto urgente connesse a donazione e trapianto di organi” non solo non si ferma ma anzi raddoppia i suoi sforzi in questo momento di emergenza perché c'è una sanità delle urgenze come quella dei trapianti che deve andare avanti nonostante la pandemia.

Le missioni dei volontari del Nopc da quando è esplosa l'emergenza sono aumentate anche perché da oltre un mese i colleghi di altre nazioni non entrano sul suolo italiano per pericolo del contagio.
In due settimane sono stati 15 i viaggi portati a compimento da 20 volontari con oltre 20.000 chilometri percorsi sulle autostrade italiane e quasi sempre i Doni sono stati presi in consegna dai colleghi esteri allo scalo di Roma Fiumicino. Fra le città toccate due settimane fa Alessandria, Bologna, Brescia, Monza, Piacenza, Pisa (due volte di cui una per consegnare il Dono a un bimbo di meno di un anno) Siena e Verona.
La scorsa settimana c'è stato un prelievo di cellule staminali a Cagliari che hanno proseguito il loro viaggio in un paese estero, tre missioni che partendo da Roma Fiumicino hanno collegato rispettivamente Torino, Brescia e Bolzano, un viaggio da Verona ad Helsinki e una missione che ricorda i tempi delle spy story dal confine italiano-austriaco di Tarvisio ad Alessandria.

Sono settimane di “straordinari” per gli uomini e le donne del Nucleo Operativo di Protezione Civile Logistica dei Trapianti nonostante i voli cancellati e le frontiere chiuse che gli hanno costretti a riprogrammare molte missioni su gomma e a superare quegli ostacoli che Shengen sembrava aver cancellato.
Per la prima volta infatti i corrieri della vita hanno dovuto agire come facevano una volta le spie nella "terra di nessuno" che suddivide due nazioni: Italia ed Austria. C'era un ammalato ad Alessandria che doveva ricevere cellule salvavita da un donatore carinziano ma, a seguito dell'emergenza sanitaria l'Austria ha ripristinato le sue frontiere e il passaggio delle staminali al valico di Coccau (Tarvisio) fra il corriere austriaco e gli italiani che avrebbero proseguito per il Piemonte era possibile solo in quella zona franca di 200 metri dove una volta agivano le spie.
Tutto questo perché per gli italiani era impossibile entrare in Austria e il corriere austriaco se toccava il suolo italiano doveva poi subire in Austria la quarantena. Nonostante la difficoltà di una situazione al limite eseguita sotto gli occhi vigili delle due polizie di frontiera tutto si è svolto alla perfezione e anche queste cellule hanno potuto raggiungere il malato.
E nemmeno questa settimana che precede una Pasqua surreale sarà di riposo per il Nucleo Operativo Protezione Civile logistica dei trapianti che è in strada sulle autostrade deserte a macinare chilometri per la vita.
“Riceviamo tanta gratitudine da parte dei medici in questo difficile momento – afferma Massimo Pieraccini – e sappiamo che anche se non possono dimostrarcela la riceviamo anche dai malati che quel Dono lo aspettava con ansia.
Noi immaginiamo sempre la loro faccia e ora più che mai, quando il medico entra nella loro stanza e gli dice sono arrivati. Abbiamo deciso di andare avanti nonostante tutto perché c'è chi non può aspettare. Per noi -
prosegue - ieri è come oggi e come ogni altro giorno. Ma tutti voi se restate a casa aiutate anche chi come noi a casa non può restare!”.


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