Per Firenze l’antico monastero di sant’Orsola è stata per anni una ferita aperta. Situato nel cuore della città tra via Taddea, Via Panicale e via Guelfa, al recupero del monastero si sono “attaccati” tanti politici durante le loro campagne elettorali, facendo promesse mai mantenute. Forse ora è arrivato il momento per recuperare un pezzo di città che ha visto la storia antica e quella più recente. Fondato nel 1309 per accogliere le monache benedettine, le 1435 passò alle francescane.
Il monastero accoglie le spoglie della “Gioconda” cioè quella Lisa Gherardini a cui Leonardo da Vinci si ispirò, come è stato evidenziato dagli scavi del 2011 anche se le indagini sul DNA sono ancora in corso.
Gli scavi in Sant’orsola mettono in evidenza sepolture e strutture che nel tempo si sono aggiunte con la crescita e gli adeguamenti del monastero.
Con l’arrivo dei francesi all’inizio del 1800 il monastero venne dismesso e dal 1810, divenne manifattura Tabacchi. Poi la struttura ebbe il triste compito di ospitare sfollati e profughi dalmati. Successivamente alcune stanze furono destinate all’Università di Firenze ma nel 1985 fu acquistata dal Demanio per farne la caserma della Guardia di Finanza. I lavori di imbracatura con reti di ferro e cemento però si fermarono presto perché dopo poco fu evidente che quella non era una sede adatta allo scopo e tutto si cristallizzò.
L’Italia con l’eccessiva burocrazia ha impedito la realizzazione di un progetto concreto che restituisca alla città un luogo di importanza storica. Il complesso è passato alla Provincia di Firenze e sono stati fatti bandi per coinvolgerei privati.
Oggi l’antico monastero è un cantiere di speranza e di idee che lo vede proiettato nel futuro di rigenerazione urbana dell’antico quartiere di San Lorenzo. Il modello a cui ci si ispira è il carcere delle Murate.