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Firenze, sicurezza in bilico: al summit cittadini e forze dell’ordine chiedono risposte - FOTO

Comitati e sindacati delle forze dell’ordine lanciano l’allarme: “Criminalità in aumento e agenti allo stremo”. Grandi assenti gli amministratori comunali

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Un momento del summit Un momento del summit © Ok!News24
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Si è svolto ieri, nel tardo pomeriggio, il secondo summit sulla sicurezza partecipata fiorentina. Un incontro che chi scrive ha avuto l’onore di moderare e al quale erano stati invitati amministratori di ogni livello, rappresentanti delle forze dell’ordine e membri dei comitati cittadini. La drammatica situazione in cui si trova Firenze sul piano della sicurezza richiede azioni concrete: la “sicurezza partecipata” non vuole essere solo una bella parola, ma l’inizio di un percorso comune per migliorare la vivibilità della città.

Ad aprire i lavori è stato Simone Gianfaldoni, presidente del comitato “Cittadini Attivi San Jacopino” e organizzatore della serata:
“La situazione continua a peggiorare. Le forze dell’ordine sono ai minimi termini e i cittadini, stanchi, non denunciano più.
Ecco perché nelle statistiche i reati sembrano diminuire.  Ma così si rischia che la gente si incattivisca.”

In sala, oltre ai rappresentanti dei comitati di cittadini, erano presenti i sindacalisti delle forze dell’ordine (Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia di Stato) e un nutrito gruppo di consiglieri comunali e di quartiere, tutti di centro e centrodestra.
“Abbiamo invitato via mail l’amministrazione, ma non abbiamo ricevuto risposta,” ha aggiunto Gianfaldoni mostrando la comunicazione inviata e rimasta senza seguito.

Assenti anche il presidente del Quartiere 1, Mirko Ruffilli, e qualunque esponente del centrosinistra.
Se davvero le motivazioni delle assenze fossero legate alle voci di mere antipatie personali o politiche, sarebbe un fatto grave: chi governa la città non solo si sottrae al confronto, ma finisce per “scegliere” con chi dialogare, in base a simpatie o appartenenze.


Le voci delle forze dell’ordine

Una nota positiva arriva dalla Guardia di Finanza, che ha annunciato un prossimo aumento di organico in città con l’apertura della nuova caserma di via de’ Panciatichi — un passo importante, anche se ancora non quantificato.
“L’emergenza abitativa è oggi uno dei principali ostacoli a scegliere Firenze come destinazione,”
ha spiegato il rappresentante delle Fiamme Oro. “I giovani di prima assegnazione restano a Firenze solo i pochi mesi obbligatori e per le famiglie monoreddito è impossibile trovare casa a prezzi sostenibili.”.
Un problema enorme anche perché il radicamento in città permette agli agenti di conoscere bene un territorio.

Massimiliano Zetti, segretario generale del Nuovo Sindacato Carabinieri, ha sottolineato la necessità di restituire serenità agli operatori delle forze dell’ordine.
“Non solo a livello abitativo,” ha ricordato, “ma anche sul piano giudiziario: un agente che risponde a un’aggressione rischia sospensioni e processi lunghi e costosi. C’è chi arriva a gesti estremi pur di non lasciare la propria famiglia in difficoltà.”

Antonio Porto, del nuovo sindacato di Polizia di Stato OSA, ha ribadito l’urgenza di aprire un Cpr anche in Toscana: “I nostri agenti sono costretti a trasferte lunghissime per accompagnare persone nei centri di permanenza di altre regioni, spesso senza trovare posto sottraendoli al controllo della città.
Nel 99% dei casi poi il posto nei Cpr non si trova e si finisce per consegnare solo un invito a lasciare il territorio italiano entro sette giorni.”


Numeri, dati e nuove proposte

A margine dell’incontro, Salvatore Calleri della Fondazione Caponnetto ha illustrato i dati più recenti sugli atti criminali a Firenze. “Abbiamo censito tra i 90 e i 120 episodi di microcriminalità al mese. Il Quartiere 1 resta il più critico, ma cresce anche il disagio nel Quartiere 3 e nel Quartiere 2, ormai è zona rossa.”
Calleri ha evidenziato inoltre l’aumento dei casi di disagio mentale in strada, legato anche alla diffusione di nuove sostanze stupefacenti. “A livello nazionale serve modificare la legge Cartabia, che di fatto limita le denunce. A livello comunale servono controlli più rigidi e tolleranza zero verso biciclette e monopattini elettrici, spesso usati dalla criminalità.” conclude.

Dal pubblico emerge poi la preoccupazione per il  reiterato coinvolgimento di minori non accompagnati in episodi di microcriminalità.
Francesca Marrazza, leader di Ribella Firenze, chiede soluzioni per questi giovanissimi.
Le risposte arrivano dai legali presenti, Luca Santarelli (consigliere comunale) e Maria Cristina Paoli (consigliera di Quartiere 1), presenti in sala che spiegano all'uditorio:
“Nel complesso iter di queste situazioni manca per questi giovani il tutore legale, che dovrebbe essere nominato dal Comune. L’amministrazione, su questo fronte, è totalmente latitante.”

Alberto Martini, del gruppo Aria Nuova per Firenze nato sui social propone invece la creazione di una “polizia civica”, una sorta di struttura di supporto alle forze dell'ordine che è brutto definire ronde simile alla Protezione Civile, ma applicata al tema della sicurezza. Un’idea interessante ma complessa da attuare, data la rigidità dei regolamenti attuali.

Il consigliere Santarelli ha inoltre raccontato di aver incontrato personalmente a Roma il ministro dell’Interno Piantedosi, per rappresentargli il disagio crescente dei cittadini fiorentini.

Verso un “parlamentino dei cittadini”?

A fine serata, tanti spunti e una proposta concreta alla luce di un messaggio arrivato all’organizzatore Gianfaldoni dall’assessore Giorgio, che si è detto dispiaciuto per l’assenza, è emersa l’idea di creare una sorta di “parlamentino dei cittadini”,  un tavolo di lavoro e confronto permanente tra cittadini, amministratori e forze dell’ordine.

Un organismo che possa incontrare a breve l’assessore Andrea Giorgio, il questore Fausto Lamparelli (oggi poco presente nel dialogo con la cittadinanza) e magari anche rappresentanti del governo, come il ministro Matteo Piantedosi o il sottosegretario Nicola Molteni, per portare le istanze dirette di Firenze e costruire insieme un percorso di sicurezza realmente partecipato.

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